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sabato 31 dicembre 2016

ELOGIO DELLA PORNOGRAFIA


Scrivo questo post in forma sintetica, avrei voluto dedicare più spazio all’argomento che forma oggetto di un capitolo della mia tesi di laurea del 1995 sui reati sessuali e che parla in termini ideali della libera Repubblica delle arti e delle scienze. In realtà ciò che forma oggetto di espressione artistica,l’opera d’arte o di scienza, non può formare oggetto di oscenità o repressione penale e questo lo ha già ben presente il Codice Rocco all’art.529,secondo comma. Per quanto figlio di un’epoca e di una ideologia dittatoriale, il Codice Rocco è capace di sorprenderci, spesso, sia sotto il profilo della modernità che dei margini di liberalità che affiorano da alcune sue disposizioni, come quella dell’art.598 C.P. sulla immunità giudiziale negli scritti e discorsi tenuti avanti ad autorità giudiziarie o amministrative per perorare le rispettive posizioni,margini oggetto di involuzione da anni dietro il paludamento dei bavagli e degli orpelli deontologici con i relativi meccanismi e scenari politici ricattatori in Italia. Tra le poche cose che mi sento di salvare della legislazione del governo Renzi (ad esempio la tanto attesa legge sul caporalato), includo quindi anche la depenalizzazione (Dlgs. n°8 del 2016) di gran parte dell’armamentario antico contro i reati di oscenità ( http://www.leggioggi.it/2016/09/07/atti-osceni-in-luogo-pubblico-depenalizzato-non-e-piu-reato-masturbarsi-in-pubblico/ ), in particolare sull’art.528 e il 726 del Codice penale ( pubblicazioni e spettacoli osceni, atti contrari alla pubblica decenza,ecc.). Personalmente,infatti, al pari dello storico Gaio Svetonio Tranquillo, quando parla di una celebre fellatio praticata da Atalanta a Meleagro in un dipinto del pittore Parrasio, sono sempre stato fermamente convinto che la pornografia rappresenti una forma di espressione artistica, uno stimolo alla riflessione e all’introspezione psicanalitica, ad approfondimenti estetici e di carattere intellettuale e non ho mai tacciato il porno di volgarità o tentato di abbozzare una linea netta di demarcazione tra pornografia ed erotismo, perché ritengo semplicemente che la pornografia, come riproduzione dell’atto erotico per eccellenza non possa che rappresentare l’espressione più alta dell’erotismo, tutto il resto appartiene alle speculazioni intellettuali e alle masturbazioni mentali. Se vi piace ammirare un bel culo, parafrasando Tinto Brass, non vedo cosa ci sia di male nell’ammirare una bella posa erotica o un accoppiamento ben compiuto, il che equivale, in qualche modo, pur sempre all’espressione di un rituale o del cosiddetto “magnetismo animale” di cui parlava Mesmer…c’è insomma una sorta di Magia sexualis che, indipendentemente dalle censure del cristianesimo e dei più retrivi moralisti, gli stessi che avrebbero voluto cingere di mutande gli affreschi di Michelangelo, conferisce all’atto sessuale una sorta di valore superiore rispetto al mero ritratto statico della fisicità. Nella tradizione germanica dell’Armanismo le donne sarebbero depositarie dei segreti delle pratiche sessuali in grado di forgiare e guarire l’uomo anche dalla psicopatologia della vita quotidiana, parafrasando Freud,dai momenti di debolezza, di malattia, di afflizione, per restituire forza all’ego e ritemprarlo. Per questo gli Antichi Germani consideravano le donne quasi esseri magici e le veneravano e temevano nel contempo, considerandole anche le eredi dei segreti sull’erboristeria e gran parte della medicina tradizionale del tempo che derivava dai segreti del mondo della natura. Il renzismo dunque,per quanto parentesi poco democratica e quasi totalmente da archiviare a mio avviso, non so in che misura volontariamente, sembra possa averci aiutati a modernizzare la legislazione sul costume e non solo in termini di abolizione di sanzioni penali alla cosiddetta oscenità, ma anche con l’introduzione della legge sulle unioni civili, che personalmente avrei concepito in tutt’altra maniera, come ho già avuto modo di scrivere ( a mio avviso la stessa legislazione già esistente non avrebbe impedito l’introduzione di veri e propri matrimoni omosessuali evitando di creare la figura delle unioni civili di serie B rispetto al concetto principale di unione matrimoniale e salva la possibilità di optare diversamente per chi avesse preferito un patto con clausole notarili rispetto alla figura classica principale del matrimonio o in aggiunta e ad integrazione della stessa:  http://gianfrancoferrari2013.blogspot.it/2015/10/la-moratoria-italiana-sul.html ) e che pure l’Italia attendeva da tempo come un minimum di intervento contro la discriminazione sessuale sul piano civile,dopo le varie moratorie della U.E. In sintesi occorre domandarsi seriamente se personalità,scrittori,editori e artisti come Ilona Staller in arte Cicciolina,Larry Flynt,a livello mondiale,Riccardo Schicchi,Eva Hengher e Tinto Brass in Italia o certe scene erotiche dei film di Brigitte Bardot o le pagine del Marchese De Sade in prosa e Apollinaire nella poesia in Francia, abbiano contribuito più loro al progresso della cultura, del costume e dei gusti o delle abitudini sessuali in Europa, che certe espressioni di bigottismo e vieto integralismo cattolico che non solo in passato hanno cercato di recidere od occultare con la censura, in tutti i modi, certe forme di espressione artistica o anche solo di espressione,quand’anche l’eros non riesca ad attingere alla soglia del sublime o dell’opera d’arte rimane sempre infatti il sacrosanto art.21 della Costituzione, talchè il pensiero si esprime anche nella fisicità e il sesso è gioia,vita,ecc., ma addirittura tentando di far passare per volgarità ogni espressione della fisicità e da ultimo aggravando talmente i carichi fiscali su quella che era la fiorente industria dell’hard-core italiana,che ha vantato nomi e prodotti di eccellenza internazionale capaci di realizzare significativi risultati nell’export, oltre che a creare il mito dell’Eros italian style nel mondo al pari dei film di Tinto Brass, costringendo molte case produttrici ad espatriare e girare film hard in paesi europei con legislazioni più favorevoli come l’Ungheria, la Slovacchia, la Slovenia, che stanno creando anche autentiche fortune,specie per Slovacchia e Slovenia,che si sono attrezzate anche con le loro case di piacere specializzate un po’ per tutti i gusti (tra le meraviglie i viaggiatori riferiscono di castelli a più livelli in cui in un piano ci sono intrattenimenti eterosessuali, in altro omosessuali o trans, in altro ancora sadomaso o fetisch,ecc., insomma in grado di accontentare un po’ tutte le tendenze e gli svaghi, compresi gli accessori e l’oggettistica varia, ulteriore fonte di fatturato). Mentre in Germania si discute sulla depenalizzazione dell’incesto tra adulti consenzienti e ricordiamo che in Italia l’incesto diventa perseguibile solo in caso di “pubblico scandalo” non senza la solita venatura ipocrita della legislazione italica, è appena il caso di rammentare che il punto di evoluzione del costume su cui l’occidente riesce ancora a sovrastare l’Islam e addirittura a convertirne le giovani generazioni (“corromperne” nell’ottica detestabile dei vari Imam) è proprio quello della libertà dei costumi. L’idiozia dell’ostentazione o dell’imposizione del burka e della donna velata fuori di casa propria finisce per svanire nel giro di mezza generazione, non appena gli islamici,spesso anche i più integralisti, hanno a che fare con i nostri costumi e la loro gioventù cerca di integrarsi, in qualche modo, alle nostre abitudini di vita occidentali. Pornografia, libertà e modernità dei costumi,nudismo, eros nell’arte occidentale figurativa,che non ha omologo corrispondente nell’Islam, diventano dunque involontariamente in questi tempi di “invasione migratoria islamica”, le risposte più incisive, a volte micidiali e dirette in termini di civiltà all’integralismo e alla chiusura mentale. Il nostro elogio del porno è volto infatti a far riflettere sul particolare che nulla possa convertire e disarmare più di un bel nudo di donna o di un’opera erotica di pregio come strumento culturale o del costume come espressione di libertà ed a fronte di tale riflessione,o ancora la liberazione dell’io e delle sue pulsioni,comprese quelle più recondite,attraverso la sessualità, mi domando se, in questo momento, in occidente non ci sia bisogno,anche attraverso la televisione pubblica, di maggiore presenza dell’eros,della fisicità e della pornografia come strumento di assimilazione e conversione delle nuove generazioni di immigrati islamici alle libertà, all’agnosticismo, al sacrosanto aconfessionalismo e laicità dello Stato e ai valori dell’occidente, che possono trovare nel porno l’antidoto diretto all’iconoclastia religiosa di certi estremismi e visioni religiose di stampo medievale. Mettendo dappertutto manifesti di donne nude, proiettando anche in prima serata film erotici o hard, aumentando e incentivando la libertà dei costumi e il nudismo anche nella moda e incentivando anche le espressioni e sperimentazioni nella vita di coppia delle forme di sessualità più eretica o alternativa, potremo ottenere il risultato non indifferente di suscitare la repulsione di parecchi integralisti e spostati o di farli “scappare” a gambe levate in qualche caso, di recuperare un po’ di sano fatturato e di senso del vivere gioioso di cui parlava Huxley per gli Etruschi e di superare tanti complessi e inibizioni come auspicava Marcuse nella sua ottica della liberazione. In pratica, quando i messaggi subliminali e non della nostra cultura riusciranno a diventare continui, per certi soggetti la vita nelle nostre città potrebbe diventare meno sopportabile e dovremmo riuscire a liberarcene prima,come anche appaiono fondamentali controlli assidui sui loro luoghi di culto e cultura islamica e anche l’utilizzo di agenti infiltrati nelle indagini più delicate. I Francesi devono averlo capito prima di noi, a quanto mi si riferisce, da parte di chi è stato ospite delle carceri francesi in cui pare si proiettino film porno in continuazione. Sotto altro profilo a chi oppone l’argomento della sensibilità dei minori, spesso più aperti di mentalità degli adulti, rispondo qui laconicamente che è meglio crescere emancipati e vaccinati che islamizzati o inibiti o sotto il costante pericolo di attentati. Il valore liberatorio della pornografia può dunque avere un potere salvifico per l’occidente, checché ne possa pensare il Vaticano o i benpensanti,e oggi dunque abbiamo bisogno sempre più anche di questo e della prostituzione,anche come therapia sexualis, piuttosto che dei focolarini o di comunione e liberazione, se vogliamo veramente sconfiggere i valori iconoclasti dell’Islam ed evitare di finire islamizzati. Dobbiamo, in sintesi, diventare fanatici difensori e divulgatori delle nostre conquiste ed espressioni culturali e delle libertà faticosamente conquistate in millenni di civiltà, di ciò che distingue ed esalta le libertà del nostro occidente rispetto al resto del mondo, se non vogliamo regredire e perderle definitivamente a vantaggio dell’affermazione di altre culture più retrive in casa nostra ed anche il concetto di tolleranza verso l’Islam,compreso il discorso di consentire nuovi luoghi di culto, ecc. merita una attenta pausa di riflessione dopo gli ultimi continui attentati in Europa nell’anno che volge al termine,meglio aprire nuovi cinema porno e case di piacere, legalizzando la prostituzione sia in casa propria che in forma cooperativa e associata e senza tassare quello che è un servizio pubblico da parte di chi spesso non ha potuto usufruire o scegliere di meglio in termini di occupazione, in altri termini senza cercare di lucrare sulla disgrazia o sul disagio sociale altrui.









mercoledì 28 dicembre 2016

L’INIZIATIVA DEL PUBBLICO MINISTERO NELLA ESTENSIONE DEL FALLIMENTO,COMMENTO ALL’ ART.147 DELLA LEGGE FALLIMENTARE

L’INIZIATIVA DEL PUBBLICO MINISTERO NELLA ESTENSIONE
DEL FALLIMENTO,COMMENTO ALL’ART.147 DELLA
LEGGE FALLIMENTARE


L’art.131 del D.Lgs n°5 del 9 gennaio 2006 ha modificato il testo dell’art.147 della legge fallimentare in cui attualmente, al quarto e quinto comma si legge: “Se dopo la dichiarazione di fallimento della società risulta l’esistenza di altri soci illimitatamente responsabili, il tribunale, su istanza del curatore, di un creditore, di un socio fallito, dichiara il fallimento dei medesimi. Allo stesso modo si procede qualora, dopo la dichiarazione di fallimento di un imprenditore individuale, risulti che l’impresa è riferibile ad una società di cui il fallito è socio illimitatamente responsabile.”.Praticamente il quarto comma consente l’estensione del fallimento ai cosiddetti “soci occulti” di una società, mentre il quinto comma tratta del caso della “società occulta” che gestisce dietro l’apparenza di un’impresa individuale. Diversamente dal passato in cui il tribunale poteva attivarsi d’ufficio,in una serie di ipotesi, per l’estensione soggettiva della procedura fallimentare, la riforma punta prevalentemente sull’imput delle parti interessate, tra cui,anche se non espressamente menzionato, pare possa giocare un ruolo di rilievo il P.M. Infatti la novella del 2006, sulla scorta di alcune sentenze della Corte Costituzionale ( la n°142 del 16/07/1970 e la n° 127 del 28/05/1975), ha allargato al creditore e al fallito la possibilità di chiedere l’estensione del fallimento, ma nulla ha detto esplicitamente sul ruolo del P.M. D’altra parte, già prima della riforma,non erano mancate pronunce, come quella del Tribunale di Agrigento del 16/10/2003, in Il Fall. 2004, 770, che avevano espressamente contemplato tra i soggetti legittimati all’estensione ex art.147 L.F. tutti quelli legittimati a chiedere il fallimento, in via principale,ai sensi dell’art.6 L.F., dunque includendo espressamente anche il P.M. Il problema è diventato ancora più di attualità dopo la novella del 2006 che finiva per modificare lo stesso art.6 L.F. ,eliminando la previsione del tribunale come A.G. competente a dichiarare d’ufficio, senza bisogno di imputs esterni, il fallimento (ne procedat Iudex ex officio dunque dal 2006 anche in subiecta materia).A seguito della riforma, peraltro,veniva abrogato anche l’art.8 L.F., che prevedeva per il giudice civile la mera possibilità, non l’obbligo, di segnalare al tribunale lo stato di insolvenza di un imprenditore emerso nel corso di un giudizio, e inoltre veniva eliminata la possibilità per il tribunale, ex art.147 L.F., di dichiarare d’ufficio il fallimento in estensione. In estrema sintesi,alla luce della riforma estremamente garantistica sul punto,non solo il tribunale fallimentare non può attivarsi ex officio, ma solo su impulso di soggetti qualificati (ipotesi tassative),ma sembrerebbe financo privo della possibilità di segnalare al Procuratore della Repubblica l’esistenza di soci occulti o di società occulte. L’unica ipotesi residuale in cui il tribunale potrebbe segnalare alcunché, e precisamente anche soci e società occulti al Procuratore della Repubblica, è quella individuata dall’art.331, quarto comma, C.P.P., cioè laddove si ravvisino estremi di ipotesi di reato (un caso classico potrebbe essere quello della bancarotta in cui abbiano avuto un ruolo anche i soci occulti o di una truffa attuata, ad esempio, con una società occulta).Appare chiaro infatti che, rivestendo la sentenza dichiarativa di fallimento, il ruolo di presupposto o comunque di elemento dei reati fallimentari e particolarmente di quelli di bancarotta,la sua estensione ex art.147 L.F. a socio occulto o illimitatamente responsabile rappresenta un presupposto necessario per poter procedere nei suoi confronti per bancarotta o altri reati fallimentari. Vediamo dunque che l’esclusione o significativa limitazione delle iniziative officiose del tribunale ai fini della declaratoria di fallimento e della sua estensione,passa per un recupero del ruolo di imput e controllo del P.M., segnatamente in materia penale e di reati concorrenti alla procedura fallimentare, laddove il tribunale, ex art.331, quarto comma, C.P.P., potrà ben segnalare al P.M. competente per territorio (in materia fallimentare, in genere, la Procura della Repubblica presso il tribunale competente a dichiarare la sentenza di fallimento), la sussistenza di soci e società occulte e di ipotesi di reato da verificare, ed, a sua volta, il P.M., ai sensi degli artt.6 L.F. e anche in fase di estensione, potrà investire il tribunale competente ai fini della declaratoria di fallimento,evitando così che sia il tribunale civile o fallimentare ad investire se stesso (ne procedat Iudex ex officio, per un sintetico elenco descrittivo del ruolo del P.M. in fase prefallimentare vedasi: http://ilfallimentarista.it/articoli/focus/il-ruolo-del-pm-nella-fase-prefallimentare-e-la-sua-legittimazione-alla-richiesta-dei o di Enrico Corucci “La bancarotta e i reati fallimentari”, ed. Giuffrè,2013, pagg.255 e seguenti,circa l'andamento del mercato e l'attualità della questione in Italia: http://www.mark-up.it/fallimenti-in-calo-nel-2016-ma-chiudono-58-societa-al-giorno/).



sabato 24 dicembre 2016

LE SQUADRE INVESTIGATIVE COMUNI COME ESPRESSIONE DEL PRINCIPIO COMUNITARIO DI COOPERAZIONE RAFFORZATA TRA STATI MEMBRI DELL'UNIONE EUROPEA

LE SQUADRE INVESTIGATIVE COMUNI COME ESPRESSIONE DEL PRINCIPIO COMUNITARIO DI COOPERAZIONE RAFFORZATA TRA STATI MEMBRI DELL'UNIONE EUROPEA


Il recente caso del terrorista Anis Amri,autore della strage del mercatino di Berlino operata con un camion proveniente dall’Italia e fermato e ucciso da due agenti di polizia a Sesto San Giovanni,dopo che aveva aperto il fuoco e ferito uno dei due, ripropone l’attualità e la necessità del lavoro coordinato di squadre investigative comuni tra Stati membri della U.E. interessati dai medesimi fenomeni criminosi. Per effetto della recente entrata in vigore del Dlgs. n°34 del 15/02/2016 si è data attuazione alla decisione quadro 2002/465/GAI del Consiglio d’Europa del 13/06/2002 che introduce l’istituto delle squadre investigative comuni. Per effetto di tale novità legislativa ogni Procuratore della Repubblica impegnato in indagini per delitti di significativa gravità ed allarme sociale (ad esempio delitti di criminalità organizzata o quelli previsti dall’art.51 commi 3bis, quater e quinquies e 407 comma 2 lett.a) C.P.P.) può richiedere alla competente autorità dello Stato membro o anche di più Stati membri con cui si intende creare una squadra, la costituzione di una o più squadre investigative comuni tra i vari Stati membri, al fine di coordinare gli sforzi di indagine ed assicurare una maggiore efficienza dei risultati. Oltre alle ipotesi dell’art.51, ecc., tale possibilità è contemplata per i casi di indagini particolarmente complesse, se vi sia l’esigenza di compiere le suddette indagini nel territorio di più Stati-membri. La ratio dell’art.6 del Dlgs.34/2016 è quella di incentivare la collaborazione comune tra autorità inquirenti giudiziarie e squadre investigative di polizia giudiziaria nell’ottica di un coordinamento finalizzato ad una migliore circolazione ed utilizzazione, tra i vari organi degli Stati membri, delle informazioni investigative e degli atti di indagine. Le iniziative volte a costituire una polizia europea come Europol e Eurogendfor (di cui abbiamo avuto modo di discutere già nel 2013: http://gianfrancoferrari2013.blogspot.it/2013/07/una-coraggiosa-arringa-per-labolizione.html ), magari in sostituzione di altre forze di polizia di casa nostra (questione che torna di attualità a fronte del Trattato di Velsen e anche di qualche problema recente: http://www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/appalti_romeo_consip_indagato_comandante_carabinieri_del_sette-2156430.html , http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/woodcock-seppellisce-regime-renzista-dopo-comandante-carabinieri-138224.htm ), vengono quindi affiancate da questo nuovo strumento di polizia giudiziaria integrata che rappresenta l’espressione operativa in tale materia del principio generale di collaborazione rafforzata tra Stati membri per il raggiungimento di obiettivi comuni e in aderenza ai Trattati fondativi della U.E. ( art.20 T.U.E., artt.326,327 e 328 TFUE). Si tratta, in sostanza, non di un principio obbligatorio, ma facoltativo degli Stati membri che può essere reso operativo, non solo in materia giudiziaria, ma più o meno nei vari settori politico-economici di interesse dei Trattati, sulla base delle esigenze che, di volta in volta, lo rendano di attualità,nonché delle cosiddette maggiori attitudini e “affinità elettive” tra singoli Stati membri interessati. Nel caso balzato recentemente ai clamori delle cronache deve evidenziarsi la potenziale utilità e auspicabilità di un fenomeno di coordinamento investigativo tra Italia e Germania e di interessamento della Direzione nazionale antimafia che,per effetto della recente legge n°43 del 2015,è diventata competente anche in materia di antiterrorismo. Infatti il giovane tunisino Anis Amri, già noto alle forze dell’ordine italiano e all’autorità giudiziaria per i suoi trascorsi delinquenziali, non solo si è impossessato di un camion proveniente dall’Italia come arma del delitto per compiere la strage a Berlino, ma era ritornato sempre in Italia per rifugiarsi dopo il delitto e, presumibilmente, per far perdere le proprie tracce. Tale condotta autorizza del pari a presumere che non solo ritenesse l’Italia un paese dove fosse più facile operare tale latitanza,ma anche che, probabilmente, disponesse in Italia di aiuti o collegamenti potenzialmente idonei ad assecondare tali suoi obiettivi, ragion per cui le indagini sul caso, piuttosto che archiviate con la sua morte, devono intendersi appena cominciate e aprono grandi interrogativi. Al di là delle polemiche sull’immigrazione clandestina in Italia e sull’inefficienza di determinati controlli sul territorio,che riemergono in continuazione in ogni caso di criminalità comune o organizzata che finisce per balzare ai clamori delle cronache, pare che casa nostra possa prestarsi in modo particolare come obiettivo di stanziamento, preparazione e addestramento anche da parte dell’estremismo islamico,così come lo è stata per l’estremismo politico in passato (http://www.ispionline.it/it/EBook/L'italia%20e%20il%20terrorismo%20in%20casa.040315.pdf , http://espresso.repubblica.it/inchieste/2016/11/24/news/il-terrorismo-islamista-in-italia-tra-fede-e-spaccio-1.289349 , http://www.cesdis.it/ctrg/jihad_on_line.pdf ), non foss’altro anche per il tipo di legislazione sull’immigrazione clandestina, i periodi lunghi di gestione delle pratiche nei centri di prima accoglienza e soprattutto la estrema facilità con cui si possono far perdere le proprie tracce anche nelle more di un provvedimento di espulsione. Interessante e da non sottovalutare affatto è anche il particolare che Anis Amri si sarebbe “estremizzato”, cioè convertito all’ideale terroristico della guerra santa durante la sua permanenza nel carcere palermitano dell’Ucciardone, il carcere noto in Italia per aver ospitato boss ed esponenti della mafia siciliana. Anche questa potenziale associazione di idee che può aprire nuovi spiragli o scenari investigativi, come il particolare dei documenti ritrovati nel camion utilizzato per la strage (http://www.lantidiplomatico.it/dettnews-berlino_e_lennesimo_passaporto_miracolosamente_apparso_sul_luogo_del_delitto/16658_18338/ ) , non possono e non devono essere trascurati ai fini degli approfondimenti che la gravità del caso richiede. In pratica può essere utile risalire ai collegamenti dell’ambiente carcerario ed anche alle cause per cui un ambiente carcerario possa diventare un luogo di estremizzazione anziché di rieducazione e ancor più diventa utile investigare se la malavita organizzata, mafia compresa, non abbia contatti o legami con gli ambienti dell’estremismo islamico o non si serva di loro sistematicamente e strumentalmente, per i propri traffici, ad esempio come canale per lo spaccio di stupefacenti o armi, perché se dovessero provenire riscontri in astratto o in concreto da tali approfondimenti, la stessa malavita organizzata italiana potrebbe diventare anch’essa oggetto delle indagini, sia per il coinvolgimento di eventuali canali di copertura e fiancheggiamento e sia ai fini della ricerca di eventuali mandanti, dato il carattere estremistico ed anche politico del delitto, non dovendosi trascurare alcuna pista investigativa. Val la pena ricordare, sinteticamente, in questa sede, che nella prossima campagna elettorale tedesca tutta la partita si giocherà tra la politica di accoglienza fin qui pratica dai partiti di governo e le nuove forze di contestazione favorevoli a respingere gli immigrati ed a politiche restrittive proprio sulla base anche del riscontro delle difficoltà e di potenziali attentati che ruotano intorno agli ambienti dell’immigrazione islamica. Dunque, al di là dell’estremismo religioso, non può escludersi a priori, dati gli effetti destabilizzanti di certi delitti sull’opinione pubblica, la potenziale presenza di moventi non squisitamente etnici o di puro fanatismo. A fronte di ciò solo squadre investigative integrate tra Stati membri con personale proveniente sia dalle branche investigative specializzate che si occupano di criminalità comune e organizzata, che di quelle che si occupano di criminalità politica, potrebbero ricostruire lo scenario nella sua complessità, scenario che forse va al di là della solita episodica “botta da matto” del solito “folle isolato”, se non altro anche per cercare di prevenire ed evitare il ripetersi di certe fattispecie.














sabato 10 dicembre 2016

DOPO TANTI CAFONI NELLA POLITICA ITALIANA FINALMENTE UN VERO SIGNORE: CONTE PAOLO GENTILONI,TOTOGOVERNO POSTREFERENDUM COSTITUZIONALE

DOPO TANTI CAFONI NELLA POLITICA ITALIANA FINALMENTE UN VERO SIGNORE: CONTE PAOLO GENTILONI,
TOTOGOVERNO POSTREFERENDUM COSTITUZIONALE


Le notizie relative alla vicenda Monte dei Paschi di Siena e anche quelle relative alla situazione dell’Alitalia (http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/12/08/alitalia-mentre-la-compagnia-affonda-etihad-organizza-lesodo-dei-piloti-in-300-verso-abu-dhabi-e-le-controllate-alle-seychelles-e-in-india/3245732/ ) hanno impresso una accelerazione alla formazione del nuovo governo in Italia a seguito dell’esito negativo del referendum costituzionale del 4 dicembre scorso. La stessa B.C.E. presieduta da Mario Draghi, che ha immesso una massa di liquidità consistente sul mercato e sta riacquistando sul mercato secondario titoli di Stato e obbligazioni dei paesi in difficoltà,narcotizzando ogni eventuale contraccolpo postreferendario, potrebbe intervenire negativamente circa la richiesta di proroga per il rifinanziamento richiesta dal Cda del Monte dei Paschi di Siena le cui performances in borsa stanno creando preoccupazione, poiché il crack della banca senese potrebbe innestare una reazione a catena nel panorama bancario italiano, a causa della quantità di istituti di credito in difficoltà (http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2016-12-09/mps-appesa-verdetto-bce-092753.shtml?uuid=ADknoCAC ). In realtà è come se l’Europa, dopo la riconferma della Cancelliera Angela Merkel a guida del suo partito con il 90 per cento dei consensi, abbia risposto in modo chiaro al teatrino della politica italiana, rappresentando che le risorse della stessa Bce non sono inesauribili, che prima o poi alla presidenza della banca centrale non ci sarà più Mario Draghi ad attutire i contraccolpi col paracadute, che comunque l’Italia e gli altri paesi della finanza allegra dovranno probabilmente fare i conti con un quarto mandato Merkel alla Cancelleria e che, in ogni caso, vi è un aperto sollecito a fare in fretta il nuovo governo di transizione e la nuova legge elettorale, non potendo né il paese, nelle sue condizioni di indebitamento e disoccupazione, né la tenuta dell’euro attendere ulteriori procrastinazioni e giochi di palazzo dopo le dimissioni di Renzi. Nel Totogoverno sembra favorito come premier l’ex ministro degli esteri Paolo Gentiloni,vista l’indisponibilità di un Renzi bis. In realtà il presidente Mattarella, prima della probabile reintroduzione di un sistema elettorale proporzionale, sembra aggirarsi invano tra gli spettri della seconda Repubblica come in un cimitero. Si potrebbe rievocare,in proposito, il pensiero di Angelo Bolaffi in "cuore tedesco",quando il pensatore italiano sostiene che intere generazioni di politici italiani sono state azzerate dall’impatto con l’Europa e il principio della stabilità e del rispetto di patti e programmi che impone la moneta comune. Se dovessimo assistere comunque alla riproposizione di Matteo Renzi in qualche ministero, dopo l’annuncio che avrebbe lasciato la politica in caso di esito negativo referendario, ed ancor più all’uscita dalla compagine governativa di Maria Elena Boschi, a fronte di una riconferma di incarico all'ex premier, sarebbe difficile sottrarsi all’impressione che,alla fine, abbia pagato solo la fautrice femminile delle riforme e si sarebbe autorizzati a domandare dove siano il senso di responsabilità, di cavalleria e la coerenza degli uomini? In ogni caso, poiché si parlava, in prima battuta, di un governo grosso modo con gli stessi componenti del precedente, alcune analisi sono d’obbligo: 1) ponendo l’ex ministro degli esteri a premier almeno un concetto la politica italiana sembra averlo finalmente  recepito, e cioè che in una situazione come quella attuale la politica estera è tutto, e 2) circa l’analisi del totoministri la figura di Gentiloni, persona equilibrata,rampollo della nobiltà romana, anche notevolmente preparato e caratterizzato da una benevolenza di fondo sembra poter strappare apprezzamenti positivi,anche perché il lavoro triennale alla Farnesina sembra poter giocare un ruolo essenziale nei rapporti con l’estero, del pari su Calenda potremmo dire la stessa cosa, perché proprio la sua formazione culturale è quella di un uomo che ha viaggiato molto, pragmatico e che sa come funziona il mondo, non possiamo invece esprimere apprezzamenti positivi per Padoan, con la questione dell’assunzione della figlia alla cassa depositi e prestiti collegata col suo stesso dicastero, col ministro Graziano Del Rio, per i disastri ferroviari verificatisi durante la sua gestione e per il ministero del lavoro, in considerazione della precarietà generale e della disoccupazione dilagante soprattutto tra i giovani. Circa il ministro Boschi, ex spalla di Renzi, anche se si sta discutendo molto della sua nuova collocazione, appare intuibile che sarebbe perfetta,come Avvocato cultore della materia in diritto commerciale e societario, alla giustizia o agli esteri o commercio con gli esteri, ma che, in caso di mancata collocazione ministeriale, potrebbe ricavarsi un ruolo politico di Leader effettivo della ex fazione renziana, per la maggiore preparazione rispetto a Renzi e per l’appannamento del ruolo di quest’ultimo, e che, probabilmente proprio per evitare questo passaggio di consegne nei fatti si sta valutando comunque l’assegnazione di un ruolo ministeriale. In pratica l’Avvocato di Arezzo, diversamente da Renzi, che ha fatto solo il politico, come ha già dimostrato in campagna referendaria nei vari faccia a faccia televisivi, mostra di essere anche più incisiva di Renzi e di poter sviluppare,come capo-fazione, un ruolo d’attacco alle fazioni concorrenti,adesso che non ha più alcun tallone d’achille, nemmeno a livello familiare, dopo la sentenza del G.u.p.di Arezzo che ha prosciolto il Cda di Banca Etruria. Con le mani libere la giovane aretina, una volta sganciata da impegni ministeriali, potrebbe tirare fuori gli attributi del leader femminile, scalzare lo stesso Renzi ormai in caduta, se non in fase di uscita di scena, come fece Angela Merkel col vecchio Cancelliere Kohl in Germania e incarnare quello “sfollagente” politico antigrillino o anti Salvini di cui il paese avrebbe bisogno contro il dilagare del populismo prima di riandare a nuove elezioni e sempre che, alla fine, non si riparli di Renzi bis. Questa ottica di una fazione più d’attacco, più incisiva e meno istituzionale non sarebbe per nulla lontana dalla realtà e potrebbe catturare anche consensi, se si pensa ad uno scenario anche di possibile deflagrazione dello scatolone Pd e che, ormai, anche molta parte del paese comincia ad essere stanca e insofferente  dell’opposizione evanescente del movimento cinque stelle o delle sue politiche governative di cui la città di Roma Capitale, con la Raggi, non è altro che il ritratto più fedele,deludente e preventivabile. Vi è in Renzi un tratto di immaturità politica, rivelatosi in campagna referendaria, e di spirito di competizione quasi fine a sé stesso, come a voler dimostrare, a tutti i costi, di essere “er più”, come si dice a Roma,uno spirito di protagonismo e presenzialismo televisivo che finiscono per allontanarlo dalla realtà dei fatti,per stancare l’uditorio ed esporlo a sonore debacle come quella referendaria e delle ultime elezioni amministrative, un’incapacità previsionale e di calcolo politico tanto che l’aretina,con la sua pratica forense e la sua diplomazia femminile, sembra essere una figura molto più adatta sia nella leadership che nel pragmatismo. Per questo siamo sicuri che il ritorno alla proporzionale dovrebbe prediligere determinate doti caratteriali e determinate attitudini rispetto alla figura del “ras” o “dell’asso piglia tutto” che andava in auge durante il regime elettorale maggioritario e l’epoca del berlusconismo… In ogni caso con l'avvento del Conte Paolo Gentiloni al governo ci sia consentito di concludere con una battuta, vale a dire che dopo l'interminabile sfilata di cafoni nella politica italiana, finalmente arriva un tocco di classe,un vero Signore a palazzo Chigi, un patrizio romano, Romano de Roma!