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mercoledì 13 settembre 2017

La legge Fiano rischia di censurare anche dialoghi storico-culturali? Profili di problematicità della legge,l'utilizzo della censura, strumento fascista, per propagandare l'antifascismo,contraddizioni in termini.

La legge Fiano rischia di censurare anche dialoghi storico-culturali?
Profili di problematicità della legge,l'utilizzo della censura, strumento fascista, per propagandare l'antifascismo,contraddizioni in termini.

Ieri,con 261 voti favorevoli la Camera dei deputati ha approvato,in prima battuta, la proposta di legge iconoclasta a firma di Emanuele Fiano con cui si punisce col il carcere, introducendo un articolo 293 bis al codice penale,il reato di propaganda fascista e nazifascista. Al di là del chiaro dissenso di varie forze politiche dell'opposizione e il timore che l'attuale maggioranza possa introdurre l'ennesimo reato di opinione, fattispecie per cui l'Italia si è contraddistinta in passato e che non sarebbe in linea nè con lo spirito della Costituzione in materia di libertà di espressione del pensiero e di parola nè probabilmente con l'ordinamento europeo non favorevole ai reati di questo tipo,i profili di problematicità che emergono sono almeno tre: 1) Che bisogno c'era di approvare una legge del genere, dato che esiste già la legge Scelba del 1952 che vieta chiaramente ipotesi di ricostituzione o simili del partito fascista e sanziona penalmente anche l'apologia del fascismo? In tal modo o si viene a creare una duplicazione o ridondanza penalistica, sempre sconsigliabile in un ordinamento già malato di elefantiasi legislativa,creando confusione oppure l'espressione "se non costituisce più grave reato" autorizza ad ipotizzare un'anticipazione della soglia di punibilità che va oltre l'apologia e potrebbe finire per sanzionare anche le semplici immagini o video storici anche su internet o per censurare a monte financo il dibattito storico,che, essendo un dibattito di carattere culturale, dovrebbe essere il più libero possibile per arrivare,per quanto possibile, a delle verità,per quanto relative,e un po' come è avvenuto allo storico britannico revisionista o "destrorso" David Irving,oggetto di condanna penale per alcune sue tesi revisionistiche espresse in alcuni suoi libri.Insomma è giusto chiedersi fino a che punto possa spingersi la soglia di repressione della legge Fiano e appunto se con essa ci si possa attendere addirittura censure e bavagli alla stessa dialettica storica o veri e propri "furori inquisitori iconoclasti", trattandosi, appunto, per interpretazione sistematica, di introduzione di una soglia anticipata di punibilità. 2) Fino a che punto tutto ciò sia conforme agli artt.2 e 21 della nostra Costituzione e ai principi del diritto U.E. tendenzialmente contrario al carcere per delitti di opinione,tanto che avrebbe avallato la tendenza a non punire i giornalisti col carcere, notoriamente, anche per il più classico reato di diffamazione a mezzo stampa? Un articolo di stampa di oggi, sempre su Blasting News, del collega Domenico Camodega, rammenta giustamente come la Corte Costituzionale sia intervenuta,a più riprese,anche sulle fattispecie della Legge Scelba, per sancire il principio della punibilità in concreto solo per atti di propaganda e apologia fascista concretamente idonei alla ricostituzione del partito fondato da Benito Mussolini,ecc. 3) Siamo di fronte ad un'involuzione di tipo inquisitorio, a livello politico, che mostra tutta la debolezza e la paura di un centrosinistra che ha molto deluso gli italiani su vari fronti e perso consensi,oltre ad assistere allo spettacolo della scissione del Pd in fazioni interne e in partiti di dimensioni sempre più piccole,che ora tenterebbe di esorcizzare il ritorno delle destre a livello elettorale con una sorta di "legge bavaglio" sulle memorie storiche o su certe tematiche della destra o di arrestare,con lo strumento penale, possibili derive autoritarie e nostalgiche? Si tratta dunque di quella stessa sinistra autoritaria e velleitaria,ad un tempo, che mostra tutta la sua debolezza e paura dell'esito elettorale sempre più vicino, non affrontando il problema del calo dei consensi con le armi di una seria verifica interna o di un dialogo tipiche di un Gianni Cuperlo,ma ricadendo nella vecchia tentazione giacobina che fece da sfondo anche al terrore dei tempi della Rivoluzione francese, la tentazione tratta dall'idea di Rousseau di voler costringere i cittadini "ad essere liberi". Ma non c'è chi non veda che libertà e costrizione sono concetti antitetici e che non c'è miglior obbedienza di quella spontanea, come insegnava già Senofonte ai suoi tempi. Siamo, in sintesi, di fronte ad un tentativo maldestro, soprattutto a livello giuridico,di voler mostrare i muscoli da parte della sinistra, per cercare di portare a casa questo risultato peregrino, dopo la resa o l'arretramento sullo ius soli e il cambio di politiche sull'immigrazione come passaggi subiti più che liberamente scelti e unicamente imposti,a livello di realpolitik,dall'avanzata delle destre non solo sui sondaggi.E' il caso di evidenziare che,quando si è in calo di consensi o comunque in difficoltà anche a governare le problematiche attuali, mostrare le proprie paure, anche alzando i toni o minacciando sanzioni penali, è proprio la peggiore delle scelte tattiche, paragonabile a quella del passante che si mette in fuga davanti al cane che abbaia..
13/09/2017