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lunedì 9 gennaio 2023

LEGITTIMA ISTANZA DI RIAPERTURA DEGLI UFFICI PUBBLICI, A PARTIRE DALLE CANCELLERIE DEI TRIBUNALI, SENZA NECESSITA' DI PRENOTAZIONI TELEMATICHE, COMPRESE QUELLE DEI FASCICOLI PROCESSUALI CHE DEVONO ESSERE REPERIBILI NEGLI UFFICI PUBBLICI E A DISPOSIZIONE DEL PUBBLICO, RELATIVA MESSA IN MORA DELLE P.A. COMPETENTI E RILIEVI RELATIVI ALLO STATO DI ILLEGALITA' E ILLEGITTIMITA' COSTITUZIONALE VENUTOSI A CREARE SOTTO LA VIGENZA DEL DICASTERO SPERANZA,ECC.

AVVOCATO GIANFRANCO FERRARI PATROCINANTE IN CASSAZIONE GIORNALISTA PUBBLICISTA ODG LAZIO Via Metauro 22 Tor San Lorenzo Ardea(Rm) tel/fax 06/9102310, cell.3496809270 mail: gianfrancoferrari2013@gmail.com p.e.c. gianfrancoferrari@ordineavvocatiroma.org All'attenzione personale del Ministro della Giustizia dr. Carlo Nordio a mezzo p.e.c.: gabinetto.ministro@giustiziacert.it All'attenzione personale del Presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni anche quale presidente nazionale del partito Fratelli d'Italia a mezzo pec: presidente@pec.governo.it ufcam.dica@pec.governo.it fratelli_ditalia@pec.it Al Sig. Procuratore Generale presso la Suprema Corte di Cassazione a mezzo p.e.c.: prot.pg.cassazione@giustiziacert.it All'attenzione personale del Sig. Ministro dell'interno dr. Piantedosi a mezzo p.e.c.: gabinetto.ministro@pec.interno.it All'attenzione del Presidente della Corte d'appello di Roma anche per le funzioni dirigenziali distrettuali a mezzo p.e.c.: presidente.ca.roma@giustiziacert.it All'attenzione del Presidente del Senato della Repubblica Avv. Ignazio La Russa a mezzo mail: studiolegale@larussalex.com 1 All'attenzione della libera stampa “Mario Giordano fuori dal coro” a mezzo mail: fuoridalcoro@mediaset.it All'attenzione del collega Avv.Mauro Vaglio “lista Vaglio” e del collega Avv. Alessandro Graziani per le elezioni C.O.A. Roma a mezzo mail: nonchè di altri colleghi candidati e del libero foro mauro@maurovaglio.it pec: alessandro.graziani@avvocato,pe.it OGGETTO:
Sono l'Avv. Gianfranco Ferrari del foro di Roma, tess. A34263, anche giornalista pubblicista O.D.G. Lazio, con questa mia missiva torno a richiedere quanto più volte già esplicitato nel corso di processi e in sede locale, una richiesta di rispetto della dignità dell'Avvocatura e della sua funzione calpestate dal periodo del governo Conte e dell'emergenza pandemica, non solo a parer mio, ma di numerosi addetti del settore, ma anche a tutela dell'intera utenza che non è solo quella degli uffici giudiziari, nonchè per il rispetto di principi costituzionali e normativi fondamentali. Dall'inizio del 2020, per la cosiddetta emergenza Covid 19, abbiamo assistito ad una sperimentazione sociale aberrante, più o meno a tutti i livelli, in nome della cosiddetta legislazione emergenziale, una fonte normativa per tutte si è prestata ad analisi approfondite, il D.L. N°23/2020 unitamente alla delibera del C.S.M. del 26/03/2020, il risultato pratico, anche nella cosiddetta seconda fase della pandemia, è consistito “nella estensione di quanto varato dalla prima fase e le modalità di svolgimento dell'attività giurisdizionale rimesse ad indicazioni fornite dal dirigente dell'ufficio sulla base delle verifiche ed intese con le autorità sanitarie competenti ed altre istituzioni...”, (così “Il processo penale telematico”, officina del diritto, il penalista,ed. Giuffrè pag.15, la stessa opera ha obiettivamente rappresentato che, col presente regime, la differenza degli orientamenti, di circolari e ordinanze dirigenziali, ha di fatto comportato che persino la procedura penale che si applicava a Pavia non fosse la stessa che si applicava in altro capoluogo di provincia, pag.72 letteralmente: “non sussiste una prassi uniforme su tutto il territorio nazionale...” a svantaggio della certezza del diritto, del principio di legalità e a vantaggio di una sorta di particolarismo di tipo medievale... ), in virtù di tale complesso normativo e delle prassi in concreto adottate dalle dirigenze dei vari uffici pubblici, non solo giudiziari, abbiamo, di fatto, assistitito alla sostituzione del principio di legalità e della certezza del diritto con una sorta di concentrazione di tutti i poteri in capo ai dirigenti degli uffici a somiglianza del mandarinato di tipo cinese, un evento forse senza precedenti nella storia occidentale che ci ha riportati indietro storicamente a prima dei principi conquistati dalla Rivoluzione francese, persino il principio di pubblicità a pena di nullità del dibattimento sancito al primo comma dell'art.471 C.P.P. atto ad assicurare il controllo della pubblica opinione e, in primis, della stampa, sullo svolgimento dell'attività giurisdizionale in nome del popolo e onde evitare la segretezza anche in tale fase per evitare il ritorno al rito inquisitorio, sono stati accantonati, tanto che vi è da porsi il legittimo interrogativo, che ho già posto in un'impugnazione, se tutti i processi celebrati in quel periodo e approdati a sentenze, per lo più in aule vuote o semivuote, siano da considerarsi validi o non piuttosto nulli. Spesso non è stata tollerata in aula nemmeno la presenza di altri Avvocati addetti al settore, se non di quelli interessati dal processo in trattazione,misura che avrebbe garantito diversamente un minimo di pubblicità riconoscendo un ruolo di garanzia ai membri dei COA e alla dignità e alle prerogative dell'Avvocatura piuttosto che rinunciare del tutto a qualsiasi forma di pubblicità consustanziale alla nozione del dibattimento penale dai tempi della Rivoluzione francese, evento storico che fa da spartiacque tra la tradizione e la civiltà giuridica occidentale, anche ai fini della nozione di conquista del giusto processo contemporaneo, e quella di paesi che non hanno le nostre stesse garanzie costituzionali come le repubbliche popolari. Non mi addentro in questa sede sulla questione del “green pass”, ecc. perchè fortunatamente Draghi e Conte costituiscono, allo stato, esperienze politiche passate, a modesto parere di chi scrive, da archiviare del tutto. Il punto è un altro: ogni regime emergenziale secondo i costituzionalisti non può protrarsi ad libitum, peraltro, come giustamente ha evidenziato il Prof. Sabino Cassese, la nostra Costituzione non prevede lo stato di emergenza, ma la dichiarazione di guerra per poter limitare, anche temporaneamente, diritti inviolabili e fondamentali che, in quanto tali, sono per definizione assoluti o non suscettibili di compressione se non in presenza di cause tassative (Vincenzo Ferrone “Storia dei diritti umani”, edizione Laterza), come per le misure cautelari restrittive in presenza di delitti di una certa gravità, e parlo anche del limite a non subìre trattamenti sanitari obbligatori e a scegliere personalmente i mezzi di cura e prevenzione sulla base di una valutazione informata correttamente e personale (vi sono state reazioni avverse ai vaccini su cui non si è fatta ancora un'indagine seria se non da parte della trasmissione televisiva “Fuori dal coro” di Mario Giordano Rete Quattro e la valutazione preventiva dovrebbe essere personalizzata, vedi casi di esenzione per patologia,ecc., inoltre gli stessi certificati di esenzione riportano la dicitura che i vaccini non sono stati sufficientemente testati..). Attualmente a gennaio del 2023,vedasi anche tribunali come Roma e Velletri, e circolari anche recenti, nonostante il regime emergenziale Covid 19 sia formalmente cessato l'anno scorso e nonostante l'ex ministro Speranza l'abbia prolungato il più possibile fino alla fine del suo mandato (vedasi la proroga dell'uso di mascherine nei mezzi pubblici ecc. fino a ottobre 2022), nel frattempo è successo qualcosa di cui tutte le istituzioni, Corte Costituzionale compresa, dovrebbero tenere debito conto, anche in Italia il 22 di settembre scorso il popolo sovrano è andato alle urne e ha democraticamente defenestrato dalle stanze governative le forze di centrosinistra che avevano governato per circa 12 anni, riconoscendo all'unica forza che era rimasta all'opposizione durante il governo Conte e Draghi, oltre il 26% dei consensi. Si tratta, in sintesi, di una sorta di Rivoluzione borghese che ha mandato al governo il centrodestra e che impone un ripensamento critico radicale di tutte le misure, specie quelle autoritarie e lesive di diritti fondamentali, varate dai governi precedenti. Similmente a quanto accaduto in materia di maneggio di denaro contante che, coi governi precedenti, stava diventando appannaggio formalmente solo delle banche e di enti pubblici, espropriando i cittadini, di fatto, anche del maneggio e della gestione del proprio patrimonio e dei propri risparmi in nome di una lotta all'evasione che dovrebbe cominciare dalla corruzione, poichè è molto diffusa e le mazzette sono tutte al nero e non dichiarate, oggi la priorità è quella di riaprire al pubblico gli uffici pubblici e di garantire il ritorno alla normalità nel loro funzionamento. Di fatto la lesione perdurante e il regresso storico più gravi che si sono verificati nel periodo della pandemia e che hanno agevolato solo le richieste o esigenze sindacali di certe categorie a scapito del pubblico,cioè di operatori qualificati come gli avvocati, ma anche dei cittadini tutti, è l'impossibilità di accedere liberamente agli uffici pubblici, per nozione costituzionale aperti al pubblico e che dovrebbero funzionare con correttezza, efficienza e imparzialità, garantendo in tempo reale la reperibilità dei fascicoli e la loro visionabilità ed estrazione di copie (vedasi ad esempio l'art.116 C.P.P). Questo non accade solo negli uffici giudiziari, ma il ministro della giustizia e dell'interno hanno un ruolo qualificato nell'indicare che certe prassi vanno rimosse d'urgenza nell'ordine di funzionamento degli uffici stessi. Faccio un esempio e non è un caso isolato: ad Albano Laziale,con i clienti e i testimoni, con tanto di udienza fissata e col freddo a fine novembre 2022, siamo stati lasciati fuori dal palazzo di giustizia, perchè secondo la guardia privata che regola l'accesso all'ufficio del Giudice di Pace, non si può entrare dentro il palazzo se non dieci minuti prima dell'udienza. Mi è accaduto, in altra occasione, di sentire Cancellieri che mandavano fuori dall'aula anche gli Avvocati se non erano quelli dell'udienza interessata, in qualche caso sono potuto rimanere solo facendo rimostranza al giudice...ma la situazione, soprattutto in presenza della prassi non codificata, di dover prenotare telematicamente in Cancelleria e per non più di due fascicoli per giorno, sia nel penale che nel civile, e la situazione nel penale dove sussistono esigenze difensive di celerità non di rado più gravi, è ancor più pesante, ha comportato di fatto l'espropriazione dei pubblici uffici e della disponibilità dei fascicoli stessi da parte del pubblico impiego a scapito dei diritti di difesa e della trasparenza. A Latina ho assistito all'Ufficio del Giudice di Pace alla prassi di non consentire la visione dei fascicoli nemmeno il giorno stesso dell'udienza. Come ho avuto modo di evidenziare già anche alla presidenza della Corte d'appello relativamente ad altra pratica relativa a ricorso per cassazione con fascicolo fermo in Corte d'appello in attesa di sentenza sul coimputato: tutto questo “non può essere tenuto in vita come prassi contraria alla Costituzione, artt.2,3,24,97 e 111 e al Codice di procedura penale, tra l'altro art.116, poichè contraria anche al principio cardine del giusto processo e della parità di ruolo tra accusa e difesa, laddove il P.M. può consultare e depositare senza prenotazioni telematiche di sorta e laddove le urgenze dei diritti di difesa, che possono derivare anche da ragioni di connessione, devono essere valutate dall'organo della difesa e non dalle esigenze sindacali delle Cancellerie o dalle circolari e valutazioni di Procura-controparte o di altra A.G. (vedasi circolare Procura di Velletri su fascicoli P.M. ufficio s.a.d. o citazione diretta a giudizio sulla necessità di prenotare appuntamenti telefonici o di persona..)”. Gli organi di rappresentanza dell'Avvocatura e i colleghi tutti, oltre alla libera stampa, sono invitati a mobilitarsi e a prendere iniziative su questo punto, perchè processo civile o penale telematico non può significare esproprio dei pubblici uffici, interdizione del libero accesso e del servizio in tempo reale, già a partire dal fatto che un Avvocato, operatore del servizio giustizia, all'ingresso di un ufficio giudiziario debba dire alle guardie private cosa va a fare e che udienza ha o simili, comporta come conseguenza che è messa in causa la dignità e la libertà di esercizio soprattutto dell'Avvocatura, per l'inviolabilità del diritto di difesa (art.24 Cost.) che necessità di tempi adeguati (art. 6 C.E.D.U., allo stato attuale siamo costretti a lavorare anche sulla base di una conoscenza sommaria degli atti a scapito dei diritti della clientela, poichè può accadere che le liste degli appuntamenti in Cancelleria siano piene e che si debba prenotare anche con 15 giorni di anticipo in alcuni periodi, il che può rivelarsi proibitivo tra scadenze termini, distanze,la regola dei due fascicoli al giorno,ecc.), e di iniziative da valutarsi in primis da parte del singolo difensore, a partire dall'ingresso per controlli dei fascicoli ai terminali,ecc. questioni su cui gli organi di rappresentanza dovrebbero essere già intervenuti e devono intervenire con la massima urgenza, come anche il Presidente del Consiglio dei ministri e i dicasteri e le istituzioni competenti sono chiamate, con la presente messa in mora, a ripristinare condizioni minime di legalità e legittimità costituzionale. Mi attendevo dalla Presidente Meloni, essendo tesserato col suo partito, che questa fosse una delle priorità assolute del Governo, al pari della istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull'operato del dicastero Speranza che figura espressamente nel programma di Fratelli d'Italia delle ultime elezioni, essendo il motivo principale per cui mi sono tesserato e ho votato il suo partito, anche alle comunali della città dove vivo, dal momento che in molti attendiamo accertamenti e verità su certe vicende e dal momento che quello che è avvenuto con la maggioranza di cinque stelle e Pd è stato quanto di peggio poteva accadere in un paese che, alla prova storica dei fatti, si è rivelato privo di solide radici e tradizioni democratiche e liberali. Se risponde al vero quanto scritto dal celebre storico Jules Michelet nella sua “Storia della Rivoluzione francese” (pag.275 volume 2, edizione club per il libro,capitolo settimo libro quinto edizione originale) che, nei momenti storici di crisi è indispensabile ripartire dalla Costituzione e dai suoi valori, la situazione qui è giunta al limite e non si può attendere oltre, forse poi avremo modo un giorno di riflettere più adeguatamente sui retroscena o arcana imperii della rielezione di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica e sulle riserve costituzionali relative al cosiddetto emendamento Terracini che furono anch'esse alla base probabilmente delle dimissioni anticipate di Giorgio Napolitano al suo secondo mandato, ma questo probabilmente sarà oggetto di mie riflessioni in altra sede, quello che oggi occorre, con la massima priorità, è ripartire, ripartire col diritto al lavoro anche per settori nevralgici e importanti come il nostro e ripartire dai valori della Costituzione, cioè del contratto sociale. Attendendo vostra sollecita risposta scritta ai sensi della L. 241/1990, porgo distinti saluti, Ardea, in data 8 Gennaio 2023. Avv. Gianfranco Ferrari 5