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lunedì 12 marzo 2018

L’ASSISTENZA DELLE PERSONE OFFESE CHIAMATE A SOMMARIE INFORMAZIONI AVANTI ALLA POLIZIA GIUDIZIARIA. DIE UNTERSTÜTZUNG VON OFFIZIELLEN MENSCHEN RUFEN SIE ZU INFORMATIONEN IN DER NÄHE DER GERICHTLICHEN POLIZEI.



L’ASSISTENZA DELLE PERSONE OFFESE CHIAMATE A SOMMARIE INFORMAZIONI AVANTI ALLA POLIZIA GIUDIZIARIA


Sinteticamente mi domando se in questo paese, oltre a non essere conosciute le normative europee (ad esempio la Direttiva 2012/29/U.E. a tutela delle persone offese da reato), si debba faticare persino per una lettura costituzionalmente orientata del Codice di Procedura penale o del diritto amministrativo per le ipotesi rubricate dalle Procure della Repubblica a modello 45, fatti non costituenti reato. Ho anche avuto esperienza diretta delle divergenze interpretative sulla normativa italiana  e su aspetti non secondari quando mi è capitato di recarmi presso un comando-stazione CC per assistere delle persone querelanti che erano state chiamate a s.i.t. dai Carabinieri, su delega del P.M., peraltro un’ipotesi rubricata come fatto non costituente reato e per cui dunque, potenzialmente, non si sarebbero nemmeno  ravvisati in astratto tutti i crismi del segreto istruttorio, rappresentando in teoria più un’indagine di rango amministrativistico che non penale tout court. Nel caso in esame sono stato letteralmente fatto uscire dalla stanza in cui venivano escussi, uno per volta, i miei assistiti, poiché il Comandante, diversamente dal maresciallo verbalizzante, che inizialmente non mi aveva mosso alcuna obiezione, sosteneva trattarsi di “atto di Polizia Giudiziaria” per cui la presenza del difensore, ancorchè nominato fin dalla denuncia-querela come difensore di tutti i querelanti, non è prevista dal Codice di procedura penale. Faccio anche presente che persino il P.M., per quanto fossi appunto nominato e quindi con elezione di domicilio automatica delle persone offese querelanti ex art.33 Disp. Att. C.P.P. non mi aveva inviato nemmeno copia della notifica dell’invito dei miei assistiti a rendere le s.i.t. né avevano provveduto in tal senso i CC. Orbene, a me pare che, al di là del mancato rispetto anche ai fini della notifica via p.e.c., del citato articolo 33 Disp.att., su un punto così importante della procedura penale e dei diritti costituzionali della persona solo in Italia la questione sia tutt’altro che chiara, quasi da richiedere l’intervento di circolari ministeriali e delle Procure a chiarimento, laddove comunque la cultura del previgente codice di rito rimane dura da superare e per intuibili motivi. L’unica spiegazione logicamente plausibile è che le forze dell’ordine e i P.M. potrebbero ancora non gradire, di fatto, la presenza di difensori, cioè l’assistenza tecnica in fase di indagine e men che mai per le persone offese querelanti, soprattutto quando vengano chiamate a s.i.t., rivendicando un ruolo di gestione in esclusiva delle indagini e anche della verbalizzazione delle deposizioni che, comunque, a nostro avviso, è figlia di una cultura inquisitoria e non accusatoria, cioè basata sul confronto, anche tecnico, e sul contraddittorio fin dalla fase di indagine. Occorre premettere, infatti, che nessuna norma del nuovo Codice di procedura penale esclude la presenza del difensore dalla assistenza in sede di verbalizzazione di s.i.t. né per le persone informate sui fatti chiamate a rendere la loro versione e che in dibattimento potrebbero assumere la veste di semplici testimoni, né, a maggior ragione, per le persone chiamate a s.i.t. che rivestano la qualità di querelanti-persone offese e che abbiano espressamente nominato e richiesto l’assistenza del difensore in fase di s.i.t. e di indagine. Gli inquirenti o alcuni magistrati e operatori sostengono che quando il Codice di rito ha voluto prevedere la presenza necessaria del difensore per assumere una versione testimoniale, come per il teste imputato di reato connesso o coimputato o nei casi di cosiddetta connessione probatoria, l’ha espressamente prevista (ubi lex voluit dixit). Ma, a ben vedere, tali attenzioni del legislatore, sono state pensate più per la fase dibattimentale che per la fase di indagine circa la quale si continuano a tenere le condotte più varie e anche assolutamente non giustificabili, come quelle consistenti nell’escutere a sommarie informazioni soggetti indagati fin dall’informativa senza la presenza del difensore e senza le dovute garanzie ex art.62 C.P.P. realizzando spesso verbali nulli o inutilizzabili poi nella fase dibattimentale e giustificando il tutto sempre dietro l’egida del preteso risultato investigativo. La cosiddetta “magmaticità” o confusione dei ruoli in indagine è un'altra pagina in bianco o lacuna dietro cui può nascondersi l’insidia degli abusi più diversi e dove l’espressione che il P.M. sia il “Dominus” della fase di indagine rischia di poter essere pericolosamente fraintesa come signorìa di una sorta di padre-padrone o come potere di gestione assoluto privo di limiti o ancora laddove diventa la polizia giudiziaria, di fatto, il factotum sul campo o per delega più ancora del P.M. Per questo la presenza e l’assistenza del difensore di fiducia, specie se nominato, non solo per gli indagati, ma anche per querelanti e persone offese, diventa la miglior garanzia di controllo della correttezza e regolarità della procedura fin dalla fase di indagine preliminare. Solo la garanzia di un’assistenza tecnica, il più delle volte, finisce con l’arginare la “magmaticità” e porre precisi limiti ad eventuali iniziative o verbalizzazioni discutibili o arbitrarie o peggio poco chiare e ambigue e quindi manipolabili e ritrattabili poi in fase di udienza a scapito dei principi di efficacia e buon fine dell’azione penale. In pratica la presenza di un difensore di fiducia, operatore tecnico qualificato, fin dalle verbalizzazioni finisce, per lo più, per coadiuvare il lavoro dei magistrati e fare chiarezza e non costituisce certo elemento di “intralcio o confusione” in un sistema democratico e al passo coi tempi e le normative europee (vedasi anche il Codice di etica per la polizia varato, allo stato, come semplice Raccomandazione del Consiglio d’Europa, C.E.E.P. , commentato a pagg.232 e seg. del noto testo di Adriano Chiarelli “Malapolizia”,Newton e Compton editori). Accanto alle direttive e normative europee che integrano e orientano attualmente la lettura delle norme di procedura italiana e specialmente delle fonti self-executing su cui va richiamata la formazione e l’attenzione degli operatori e non solo dei difensori, rimane il fatto imprescindibile che la lettura costituzionalmente orientata di tali norme qualifica il diritto alla difesa, ex art.24 Cost., come un diritto fondamentale dell’uomo, indipendentemente dalla cittadinanza, poiché la norma usa l’espressione “tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi” e per di più qualifica tale diritto “inviolabile in ogni stato  e grado del procedimento”, a tal riguardo è da evidenziare che la Carta costituzionale, a nostro avviso, non a caso utilizza il termine più vasto di procedimento e non quello più circoscritto di processo che avrebbe limitato determinate fattispecie solo alla fase dibattimentale ed estendendola, ex implicito, parlando di interessi legittimi, anche alla fase preprocessuale non solo delle indagini preliminari penali, ma anche del procedimento amministrativo regolato dalla Legge fondamentale n°241/1990. Tale impostazione ermeneutica appare ancor più corretta e insuperabile alla luce del testo riformato dell’art.111 della Costituzione stessa che, avendo introdotto le regole del giusto processo, come canone processuale fondamentale, non può prescindere dal metodo dialettico e quindi dalla centralità del principio del contraddittorio, per quanto possibile, fin dalla fase di indagine, trattandosi di un contraddittorio comunque sui generis o “cartaceo” o differito, ma che comunque non può che assumere tratti ben più strutturati ed evoluti di quelli del sistema inquisitorio del Codice Rocco. In estrema sintesi è chiaro che la verbalizzazione del querelante assistito dal difensore di fiducia e le eventuali versioni rilasciate in interrogatorio dall’indagato con l’assistenza del difensore o in sede di memorie ex art.415bis C.P.P. finiscano per assumere nel processo penale contemporaneo tratti più delineati che in passato, anche sotto i profili tecnici, e che le garanzie di contraddittorio debbano comunque apparire più definite e strutturate che in passato alla luce di tali principi costituzionali, laddove formandosi la prova, per definizione, in contraddittorio, anche il ruolo di assistenza e controllo del difensore, sia dell’imputato che della persona offesa, in fase di indagine e fin dalle verbalizzazioni a s.i.t. non solo sarà in grado di chiarificare ruoli e posizioni fin dalle prima battute, ma anche di evitare il fenomeno deteriore della vittimizzazione secondaria, poichè è evidente che chi chiede l’assistenza del difensore e lo porta con sé  avanti alla P.G. intende avvalersi tecnicamente e psicologicamente di tale sostegno in quella che ritiene, di fatto, una fase dialettica e di reperimento delle fonti ed elementi di prova da cui la formazione della prova non può prescindere come incipit procedimentale (unus et idem semper processus dicevano ab antiquo). Non si dimentichi che spesso, da difensori, ci capita anche di assistere a chiamate a s.i.t. del tutto superflue, per non definirle defatigatorie o vessatorie o improntate a pura “curiosità” o espediente investigativo per saggiare se il querelante o teste non cada in contraddizione con la sua versione precedente, specie quando tale versione precedente sia stata esposta in tutti i suoi particolari, anche tecnici, e con tanto di riscontri, elaborati peritali di parte, indicazione delle altre persone informate da assumere a s.i.t. e prove documentali fin dalla denuncia-querela o dalla querela orale e specie laddove il querelante si sia avvalso dell’assistenza tecnica di un difensore proprio per redigere la denuncia o querela stessa. D’altronde il ruolo del difensore della persona offesa fin dai primi passi della fase di indagine nella nuova procedura appare consacrato definitivamente all’art.101 del C.P.P., tanto che lo stesso fa espresso obbligo alla stessa P.G. di informare la persona offesa della facoltà di assistenza tecnica e non di mandare via il difensore che si è presentato in caserma per l’assistenza o di esautorarne o sminuirne il ruolo. Peraltro essendo la Costituzione repubblicana una costituzione improntata a ideali e principi liberali e antifascisti e non autoritarii o a modelli inquisitori, come spiega il costituzionalista Augusto Cerri in Enciclopedia Treccani, tutto ciò che non appaia espressamente vietato da una norma, non sussistendo peraltro analogia in malam partem delle norme penali o dei divieti procedurali, anch’essi riguardati dal principio di tassatività, dovrebbe intendersi consentito e non vietato, diversamente dall’abito ermeneutico sperimentato sotto il previgente codice di rito. Ergo la Lex ubi noluit dixit e non solo ubi voluit dixit, per essere ancora più aderenti ad una visione contemporanea democratica e repubblicana, oltre che aderente ai nuovi principi di tutela delle persone offese fin dalla fase di indagine come imposti dalle normative europee. Solo adottando questi principii e modus operandi, cioè cambiando mentalità, anche a livello investigativo, potremo in futuro evitare nuove condanne da parte delle Corti di giustizia U.E. che, più volte, hanno richiamato l’Italia sul discorso del processo penale sbilanciato totalmente a favore delle garanzie e diritti degli imputati e con conseguente frequente mortificazione dei diritti delle persone offese, cioè delle vittime ( vedasi ex multis sentenza del 2/03/2017, Talpis contro l’Italia, https://www.penalecontemporaneo.it/d/5278-la-corte-di-strasburgo-condanna-litalia-per-la-mancata-tutela-delle-vittime-di-violenza-domestica-e ). L’idea che l’indagine preliminare costituisca un fondo chiuso inaccessibile al confronto e all’apporto esterno della società civile, di cui il difensore è pur sempre espressione, la visione tradizionale di una sorta di riserva di caccia ad uso e consumo esclusivo di P.M. e polizia giudiziaria, deve essere superata anche alla luce della natura processuale di dichiarazioni di scienza dei verbali di s.i.t., intesi cioè, dopo le varie novelle che hanno interessato l’art.351 C.P.P., sempre più come dichiarazioni volte ad illustrare e individuare, a loro volta, fonti ed elementi di prova (ad esempio non esplicitati o non esplicitati bene fin dall’inizio, cioè in informativa, denuncia-querela,ecc.), e non piuttosto come spesso impropriamente definite alla stregua di “informazioni testimoniali” o forme virtuali e anticipate della testimonianza vera e propria , come indica, con sagacia, Nicola D’Angelo, alla stregua del citato art.111 Cost. (la vera prova si forma solo in dibattimento o atti equipollenti, ad esempio anche il decreto penale di condanna, col fascicolo intero del P.M., se non opposto), nel suo “Formulario commentato del processo penale”, Maggioli editore,2017. Dunque, anche sotto tal profilo, il consiglio che posso rivolgere soprattutto ai colleghi che si siano trovati in situazioni simili o direttamente alle persone offese o querelanti chiamati a s.i.t. che intendano avvalersi dell’assistenza tecnica di un difensore nella verbalizzazione è di pretendere che venga preliminarmente verbalizzato non solo che la persona verbalizzata chiede di sapere in quale veste viene escussa, se indagato o persona informata sui fatti, il numero del procedimento penale e il P.M. e la Procura delegante o interessata, secondo il celebre insegnamento del Santosuosso (I tuoi diritti,manuale di autodifesa civile), ma anche che egli intende espressamente essere assistito dal suo difensore di fiducia presente e nominato fin dalla denuncia-querela, se nomina vi sia,o che comunque lo vuole nominare fin dal presente atto e invitando il verbalizzante ad attenersi alla propria manifestazione di volontà, qualora si rifiuti di verbalizzare, valutando le iniziative del caso in presenza di omissioni o infedeli verbalizzazioni. Va anche esplicitato, giustamente, che non fornire le s.i.t. da parte di soggetto qualificabile come persona informata sui fatti, ancorchè rivesta anche la qualità di querelante e persona offesa, può, a sua volta, presentare profili di rischio(, come anche la mancata firma del verbale che, l’ufficiale di P.G. potrebbe interpretare come una sorta di rifiuto di rendere o sottoscrivere le s.i.t. ( con eventuale denuncia ex art.371 bis C.P.), ma che, tuttavia, in alcuni casi, potrebbe anche essere giustificato, ad esempio quando, non il rifiuto di rendere la propria versione dei fatti e di quanto a conoscenza, ma il rifiuto di sottoscrivere possa apparire giustificato dall’infedeltà totale o parziale della verbalizzazione che deve riflettere quanto la persona verbalizzata intenda dichiarare e non certo semplicemente ciò che vada a genio al verbalizzante (sul punto appare di estremo interesse il richiamo all’art. 137,comma 2, C.P.P. e il seguente dibattito su AltaLex anche per il potenziale contrasto con l’art.371 bis C.P.,che sembra chiarire alcuni degli aspetti della questione, compresa la libertà, che apparirebbe giustificabile, di non firmare il verbale non corrispondente alle proprie dichiarazioni, anche per evitare verbalizzazioni puramente strumentali o infedeli o, a sua volta, come forma di tutela da abusi e reato di falso per soppressione, astrattamente configurabile e contestabile anch’esso,nei casi più gravi, sia a livello materiale che ideologico: http://www.altalex.com/forum/penale-88/firmare-o-non-firmare-verbale-sit-7995# ).









DIE UNTERSTÜTZUNG VON OFFIZIELLEN MENSCHEN RUFEN SIE ZU INFORMATIONEN IN DER NÄHE DER GERICHTLICHEN POLIZEI
Kurz frage ich mich, wenn in diesem Land, zusätzlich zu den europäischen Regeln bekannt sind (zB Richtlinie 2012/29 / EU zum Schutz vor Kriminalität Menschen Straftaten), sollten wir schwer, auch für eine verfassungs lesen orientierte der Strafprozessordnung arbeiten oder des Verwaltungsrechts für die Hypothesen, die von der Staatsanwaltschaft mit Modell 45 eingereicht wurden, Tatsachen, die keine Straftat darstellen. Ich hatte auch direkte Erfahrung mit den interpretativen Unterschieden in der italienischen Gesetzgebung und in nicht-sekundären Aspekten, als ich zufällig zu einem CC-Stationskommando ging, um Klägern zu helfen, die angerufen worden waren, um an die Universität zu gehen. von der Polizei, wie sie in der PM delegierte jedoch als Hypothese, tat jedoch nicht rubricata eine Straftat darstellt und für die daher möglicherweise würden sie nicht einmal erkannt entweder in den abstrakten alle Insignien der Vertraulichkeit der Untersuchungen, was bei der Untersuchung von amministrativistico Rang Theorie das ist nicht kriminell tout court. In diesem Fall war ich buchstäblich aus dem Raum gerissen, wo sie verhört wurden, eins nach dem anderen, meine Kunden, weil der Kommandant, im Gegensatz zu dem Marschall Minuten, der zunächst hob ich etwas dagegen, behaupteten, dass sie „Akt der Kriminalpolizei sind "Für die die Anwesenheit des Anwalts, auch wenn er als Verteidiger aller Kläger als Beschwerdeverfahren nominiert wurde, ist die Strafprozessordnung nicht vorgesehen. Ich weise auch darauf hin, dass selbst das M, selbst wenn ich gerade ernannt wurde und dann bei der Wahl des automatischen Wohnsitzes der beleidigten Kläger ex Art. 33 Disp. Att. StPO Er hatte mir nicht einmal eine Kopie der Benachrichtigung von der Einladung meiner Klienten geschickt, um sie an mich zu bringen. noch hatten die CCs so getan. Allerdings scheint es mir, dass, über das Scheitern auch zum Zweck der Benachrichtigung pec zu respektieren, der genannten Artikels 33 Disp.att., An einem Punkt so wichtig für das Strafverfahren und konstitutionelle Rechte der Person, nur in Italien ist die Frage Weit davon entfernt, klar zu sein, fast das Eingreifen von ministeriellen Rundschreiben und die Staatsanwälte zu verlangen, um zu klären, wo jedoch die Kultur des vorherigen Kodex des Ritus schwer zu überwinden ist und aus offensichtlichen Gründen. Die einzige vernünftig plausible Erklärung ist, dass die Strafverfolgungsbehörden und die Abgeordneten. sie mögen vielleicht immer noch nicht die Anwesenheit von Verteidigern, das heißt, die technische Unterstützung während der Untersuchungsphase und noch nie zuvor für die beleidigenden Kläger, insbesondere wenn sie dazu aufgefordert werden, eine ausschließliche Führungsrolle der Ermittlungen zu beanspruchen und auch von der Verbalisierung der Aussagen, die unserer Meinung nach jedoch die Tochter einer inquisitorischen und nicht-anklagenden Kultur ist, die auf dem Vergleich beruht, auch technisch, und auf dem kontradiktorischen Recht aus der Untersuchungsphase. Es sollte in der Tat vorausgeschickt werden, dass keine Bestimmung der neuen Strafprozessordnung die Anwesenheit des Verteidigers von der Unterstützung bei der Aufnahme von s.i.t. noch für diejenigen, die über die Tatsachen informiert sind, um ihre Version zu machen, und die an der Verhandlung als bloße Zeugen teilnehmen konnten, noch, erst recht, für diejenigen, die angerufen wurden, um sie zu verurteilen. die die Qualität von Klägerbeleidigten haben und die die Unterstützung des Verteidigers während der s.i.t. und Untersuchung. Die Ermittler oder einige Richter und Praktiker argumentieren, dass, wenn das Ritual-Code soll die notwendige Anwesenheit des Verteidigers legen eine Ablagerung Version zu nehmen, wie sie für die mit Straftaten angeklagt Köpfen verbunden oder Mitangeklagten oder in Fällen von so genannten Beweis Verbindung, hat ausdrücklich erwartet (ubi lex voluit dixit). Bei näherer Betrachtung sind solche Aufmerksamkeiten des Gesetzgebers jedoch eher für die Erprobungsphase gedacht als für die Untersuchungsphase, in der das vielfältigste und absolut nicht zu rechtfertigende Verhalten, wie das Exzisivieren, fortbesteht Informationsgegenstände untersucht von der Information ohne die Anwesenheit des Rechtsanwalts und ohne fällige Garantien ex art.62 CPP Oft realisieren sie dann in der Erprobungsphase null oder unbrauchbar verbal und begründen alles immer hinter der Ägide des angeblichen Untersuchungsergebnisses. Die sogenannte "magmatische" oder Verwirrung der Rollen in der Untersuchung ist eine weitere leere Seite oder Lücke, wo die Falle der verschiedensten Missstände versteckt werden kann und wo der Ausdruck, dass die P.M. sowohl die „Dominus“ von der Untersuchungsphase ist wahrscheinlich in der Lage sein, gefährlich als Oberhoheit einer Art Vater-Meister mißverstanden zu werden oder als absoluten Managementleistung ohne Grenzen oder auch wenn es die Polizei wird in der Tat, das Faktotum auf dem Feld oder Delegieren Sie sogar mehr als die PM Aus diesem Grund die Anwesenheit und Unterstützung des Vertrauensverteidigers, besonders wenn er ernannt wird, nicht nur für die Verdächtigen, sondern auch für Kläger und beleidigte Personen, wird die beste Garantie für die Überprüfung der Richtigkeit und Ordnungsmäßigkeit des Verfahrens aus der Voruntersuchungsphase. Nur die Bereitstellung von technischer Hilfe, die meisten der Zeit, es endet mit dem Stamm der „magmaticità“ und präzise Grenzen gesetzt Initiativen vorlegen oder zu beanstanden Verbalisierungen oder willkürliche oder schlechter unklar und mehrdeutig, und dann manipuliert und dann in Phase versenkbar Anhörung zu Lasten der Grundsätze der Wirksamkeit und erfolgreiche Strafverfolgung. In der Praxis wird die Anwesenheit eines Verteidigers des Vertrauens, qualifizierter Betreiber, da die Verbalisierungen enden, vor allem, um die Arbeit der Justiz zu unterstützen und zu klären, und ist nicht ein bestimmtes Element von „blockier oder Verwirrung“ in einem demokratischen System und in Schritt mit der Zeit und europäischen Bestimmungen (siehe auch Ethikkodex für die Polizei ins Leben gerufen, um den Zustand, als eine einfache Empfehlung des Rates von Europa, CEEP, kommentierte pagg.232 ff. des bekannten Text von Hadrian Chiarelli „Malapolizia“ Newton und Compton Redakteure). Zusammen mit den europäischen Richtlinien und Verordnungen, die Integration und orientieren sich aktuell in den italienischen Verfahrensregeln zu lesen und vor allem die selbstausführende Quellen, auf denen man muss die Bildung und die Aufmerksamkeit der Betreiber und nicht nur die Verteidiger erinnern, bleibt die Tatsache wichtig, dass das Lesen Konstitutionell orientiert diese Regeln das Recht auf Verteidigung, ex art. 24 Verfassung, als ein grundlegendes Menschenrecht, unabhängig von der Staatsbürgerschaft, da das Gesetz den Ausdruck "Jeder kann vor Gericht für den Schutz ihrer Rechte und berechtigte Interesse „und auf dieses Recht zu qualifizieren“ unverletzlich in jeder Phase und das Niveau der“, in diesem Verfahren in Bezug darauf hingewiesen werden soll, dass die Verfassung, unsere Ansicht nach nicht überraschend dem weiten gefassten Begriff des Prozess verwendet und nicht den meist umschriebener Prozess, der bestimmte Fälle nur auf das Probestadium beschränkt und ihn, früher implizit, auf ihn ausgedehnt hätte der berechtigten Interessen, einschließlich der Vorverfahrensphase, nicht nur der strafrechtlichen Ermittlungen, sondern auch des Verwaltungsverfahrens des Grundgesetzes Nr. 241/1990. Dieser hermeneutische Ansatz scheint noch richtig und unübertroffen im Hinblick auf den Text der Verfassung selbst art.111 dass reformierte, indem Sie die Regeln des rechtlichen Gehör, als schwerwiegende Verfahrensgebühr einzuführen, kann die dialektische Methode nicht außer Acht lassen und dann durch die zentrale Rolle des Grundsatzes der widersprüchlich, soweit möglich, von der Phase der Untersuchung ist es widersprüchlich, aber sui generis oder „Papier“ oder verzögert, aber davon ausgehen, dass in jedem Fall nicht, die gut strukturiert und weiter fortgeschritten als die des inquisitorischen Rocco-Code-Systems erstreckt. Auf den Punkt gebracht, ist es klar, dass das Protokoll der Kläger unterstützt durch einen Anwalt ihrer und alle freigegebenen Versionen von den Verdächtigen mit Hilfe eines Verteidigers oder wenn der frühere StPO Erinnerungen art.415bis in Frage am Ende in dem zeitgenössischen kriminellen Prozess umrissenen Züge zu nehmen, dass in der Vergangenheit, auch unter den technischen Profilen, und dass die Garantien der kontradiktorischen dennoch mehr definiert und strukturiert ist als in der Vergangenheit im Lichte dieser Verfassungsgrundsätze, wobei das Bilden den Tests per Definition erscheinen sollen in widersprüchlicher Weise auch die Rolle der Assistenz und Kontrolle des Verteidigers, sowohl des Angeklagten als auch des Geschädigten, während der Untersuchungsphase und ab der Verbalisierung zu sitzen nicht erst seit den ersten Zeilen zu klären Rollen und Positionen in der Lage zu, sondern auch das schlimmste Phänomen der sekundären Viktimisierung zu vermeiden, da es offensichtlich ist, dass diejenigen, die für die Unterstützung der Verteidiger stellen und sich auf P. G. bringen Sie beabsichtigt, in technisch und psychologisch einer solchen Unterstützung zu verwenden, was geglaubt wird, in der Tat, eine Phase Dialektik und Identifizierung der Quellen und Nachweise, aus denen die Bildung der Test nicht als incipit procedimentale ignoriert werden (unus et idem immer gesagt Processus ab antiquo) . Vergiss nicht, dass wir von Verteidigern oft auch Anrufe für s.i.t. völlig unnötig, nicht böswillig oder drückend oder gekennzeichnet durch reine „Neugier“ oder Untersuchungs zweckmäßig zu prüfen, ob die Kläger oder Köpfe fallen nicht mit der vorherige Version in Widerspruch zu definieren, vor allem, wenn die vorherige Version in allen Einzelheiten ausgesetzt wurde , auch technisch, und mit viel Feedback, ausgearbeitete Teilexperten, Hinweis auf andere informierte Leute, die zum Sitzen gebracht werden und Belege aus dem Beschwerde- oder der mündlichen Beschwerde und insbesondere, wenn der Kläger die technische Hilfe eines Rechtsanwalts zur Erstellung der Beschwerde oder der Beschwerde selbst in Anspruch genommen hat. Auf der anderen Seite scheint die Rolle des Verteidigers der verletzten Person von den ersten Schritten der Untersuchungsphase im neuen Verfahren geweiht zu sein zu Art.101 des C.P.P., so sehr, dass dasselbe ausdrücklich demselben P.G. die beleidigte Person der Technischen Hilfsfakultät zu informieren und den Verteidiger, der in die Baracken gekommen ist, um Hilfe zu leisten oder ihre Rolle zu enteignen oder zu verringern, nicht wegschicken. Darüber hinaus ist die republikanische Verfassung einer Verfassung durch Ideale geprägt und liberal und Antifaschisten und nicht autoritarii oder inquisitorische Modelle, wie der Verfassungsrechtler Augusto Cerri in der Enzyklopädie Treccani erklärt, alles, was nicht ausdrücklich durch eine Regel verboten erscheint, da es auch in malam partem Analogie der Strafnormen oder der Verfahrensverbote, die ebenfalls unter den Grundsatz der Besteuerung fallen, ist als erlaubt und nicht verboten zu verstehen, anders als die Hermeneutik, die nach der vorherigen Verfahrensordnung durchgeführt wurde. Ergo Lex noluit ubi dixit und nicht nur voluit ubi dixit, um mehr verwachsen demokratische und republikanische moderne Vision, zusätzlich zu den neuen Standards für den Schutz der Geschädigten in der Phase der Untersuchung der Einhaltung wie von den europäischen Vorschriften festgelegt. Nur durch die Übernahme dieser Prinzipien und des Modus Operandi, dh durch die Veränderung der Mentalität, auch auf der Ebene der Untersuchung, werden wir in Zukunft in der Lage sein, neue Verurteilungen durch die Gerichtshöfe U.E. dass viele Male, haben an der italienischen völlig unausgewogen zugunsten der Strafprozess Rede Garantien und Rechte der Beklagten und was zu häufigen Kränkung der Rechte der Geschädigten genannt, dh die Opfer (siehe ex Multis Urteil vom 2017.02.03 , Talpis gegen Italien, https://www.penalecontemporaneo.it/d/5278-la-corte-di-strasburgo-condanna-litalia-per-la-mancata-tutela-delle-vittime-di-violenza-domestica -e). Die Vorstellung, dass die Voruntersuchung einen geschlossenen Fonds darstellt, der für den Vergleich und den externen Beitrag der Zivilgesellschaft, deren Verteidiger immer ein Ausdruck ist, unzugänglich ist, ist die traditionelle Vision einer Art Jagdreserve für die ausschließliche Nutzung und Konsumierung von P.M. und Justizpolizei, muss auch im Licht der verfahrensrechtlichen Natur von Aussagen der Wissenschaft von Sit Minuten überwunden werden, dh nach den verschiedenen Geschichten, die die Kunst beeinflusst haben.351 CPP, mehr und mehr als Aussagen zu illustrieren und zu identifizieren, zu sie, Quellen und Beweise (zum Beispiel, nicht erklärt oder nicht gut von Anfang an, dh in Informationen, Beschwerde-Prozess, etc.), und nicht eher so oft falsch als "Zeugnisinformationen" oder Formen definiert vorausbezahlte virtueller und die wahre Zeuge und richtig, wie angedeutet, mit Scharfsinn, Nicola D'Angelo, wie der zitierten art.111 Const. (der wahre Test wird nur dann gebildet in Hör- oder äquivalent wirkt, beispielsweise auch den Strafbefehl , mit der gesamten Datei des PM, wenn nicht entgegengesetzt), in seiner "Form kommentierte den Strafprozess", Maggioli Verlag, 2017. Also, auch in dieser Hinsicht, den Rat, den ich vor allem an Kollegen richten kann, die sich in ähnlichen Situationen oder direkt an der Straftat oder an Klägern befanden, die an s.i.t. wünscht sich der technischen Hilfe eines Verteidigers in Verbalisierung Gebrauch machen wird gefordert, dass es vorläufig nicht nur in Worte gefasst werden, dass die Person Anforderungen verbalisiert in wissen, welcher Eigenschaft erzwungen wird, wenn verdächtige oder Person über die Tatsachen, die Zahl der Strafverfahren und P. M. und der Attorney delegiert oder besorgt, wie die berühmte Lehre von Santosuosso (Ihren Rechten, zivile Selbstverteidigung manuell), sondern auch, dass er speziell durch seinen Rat ihrer gegenwärtigen unterstützt werden soll und ernannt, da die Beschwerde-Beschwerde, wenn der Termin wird oder dass er will, da dieses Gesetz in jedem Fall ernennen und das Protokoll der Sitzung lud zu seiner Manifestation des Willen zu bleiben, wenn Sie verbalisieren weigern, die notwendigen Schritte in Gegenwart von Auslassungen oder Verbalisierungen untreu zu bewerten. Es sollte auch ausdrücklich darauf hingewiesen werden, dass nicht an s.i.t. von Unternehmen qualifiziert sich als eine Person über die Tatsachen, obwohl sie auch auf die Qualität der Kläger stellen müssen und Geschädigte kann wiederum vorliegenden Risikoprofile (sowie das Versäumnis, die Unterzeichnung zu berichten, dass der Offizier PG interpretieren könnte als eine Art von Ablehnung sitzen zu machen oder zur Zeichnung (mit Denunziationen ex Art.371 bis CP), die aber, könnte in einigen Fällen aber auch gerechtfertigt sein, wenn beispielsweise nicht die Weigerung Ihre eigene Version zu machen reflektiert gerechtfertigt zu unterzeichnen erscheinen Tatsachen und soweit bekannt, aber die Weigerung, alle oder einen Teil der Minuten, die Untreue sollte, was verbalisiert die Person einfach zu erklären beabsichtigt, und schon gar nicht das, was das Genie der Minuten geht (auf dem Punkt erscheint äußerst interessant die Bezugnahme auf Artikel 137 Absatz 2 CPP und die folgende Debatte über AltaLex auch für für den möglichen Kontrast zu Art. 371 bis CP, der einige der Aspekte des Themas zu klären scheint, darunter die Freiheit, die vertretbar erscheint, die Protokolle nicht zu unterzeichnen, die ihren Aussagen nicht entsprechen, auch rein instrumentale oder ungläubige Verbalisierungen zu vermeiden oder wiederum als eine Form des Schutzes vor Missbrauch und dem Verbrechen der Fälschung durch Unterdrückung, abstrakt konfigurierbar und anfechtbar, auch in den schwersten Fällen, sowohl auf materieller als auch ideologischer Ebene: http://www.altalex.com/forum/ verbrecher-88 / sign-or-not-sign-verbal-sit-7995 #).



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