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mercoledì 9 marzo 2016

L’UNIONE EUROPEA HA RIMOSSO I LIMITI D’ETA’ PER L’ACCESSO AL PUBBLICO IMPIEGO: CONSEGUENZE POLITICO-SOCIALI. DIE EUROPÄISCHE UNION hat die Grenzen des Alters "für den Zugang ENTFERNT ARBEITSMARKT: SOZIALPOLITISCHE KONSEQUENZEN.

L’UNIONE EUROPEA HA RIMOSSO I LIMITI D’ETA’ PER L’ACCESSO
AL PUBBLICO IMPIEGO: CONSEGUENZE POLITICO-SOCIALI.


Con sentenza del 13/11/2014 n° C-416/13 la Seconda Sezione della Corte di giustizia U.E. ha di fatto rimosso sbarramenti e limiti d’età per l’accesso al pubblico impiego e ad incarichi di pubblico servizio nel territorio dell’Unione. Si tratta di una sentenza dalle conseguenze politico-sociali epocali e che si basa fondamentalmente sul principio liberale di non discriminazione e parità di chance,nell’ottica che anche chi abbia superato determinate soglie anagrafiche possa beneficiare della possibilità di accedere alle selezioni sulla base dei test attitudinali e dei riscontri in concreto. Molto spesso,infatti, ci siamo sentiti ripetere anche dalla scienza medica che l’età biologica è un concetto diverso da quello anagrafico o meglio che essi non sempre coincidono e che, sebbene a livello statistico, certe attitudini fisiopsichiche siano più facilmente riscontrabili nell’età giovanile, non è detto che determinati soggetti, pur avanti negli anni,non siano in grado di garantire migliori performance perfino fisiche, a volte, nell’ottica del libero accesso per tutti e della parità di chances come base di partenza. La questione potrebbe ingenerare interessanti dibattiti anche sotto altri profili amministrativi e previdenziali, ovverosia ci si potrebbe domandare, sulla base dell’età, per quanto un soggetto più avanti negli anni e, a seconda di quanto più avanti, possa riuscire a garantire alla pubblica amministrazione livelli di rendimento e prestazioni costanti nel tempo rispetto ad uno più giovane,e ciò in termini di giudizio comparativo per i possibili vantaggi e svantaggi pubblici della P.A.,ma si potrebbe anche pensare alla relatività di certi modelli e schemi mentali, alla luce anche di certe patologie fulminanti o vulneranti che insorgono anche in età più giovane o di eventi incidentali. Tutto trae origine comunque da una normativa delle Asturie che sanciva il limite dei 30 anni per l’accesso alla polizia locale né più né meno come, prima della sentenza, in Italia il limite di accesso alla magistratura era fissato a 41 anni e con l’ulteriore sbarramento per chi non era riuscito a superare tre precedenti prove d’accesso concorsuale. Manuela Rinaldi (http://www.altalex.com/documents/news/2014/12/10/concorsi-pubblici-corte-ue-nessun-limite-di-eta-per-l-accesso ) così commenta la vicenda della sentenza che qui interessa:Non vi possono essere limiti di età per l’accesso ai concorsi pubblici anche nella ipotesi in cui si tratti di attività lavorative richiedenti capacità fisiche particolari. Il diritto comunitario non ammette normative nazionali che possano fissare un limite di età per l’assunzione di agenti di polizia locale.Così la decisione del 13 novembre 2014 della Corte di Giustizia Europea, secondo cui la legge del Principato delle Asturie, che fissa un limite di età a 30 anni quale massima per l’assunzione degli agenti di polizia locale, è contraria al diritto dell’Unione.Il citato limite, infatti, rappresenta una ingiustificata discriminazione.La Direttiva 2000/78/CE del 27 novembre 2000 stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro, vietando espressamente, in materia di impiego, ogni discriminazione direttamente o indirettamente fondata sull’età.L’articolo 6 della direttiva 2000/78 prevede che “Fatto salvo l’articolo 2, paragrafo 2, gli Stati membri possono prevedere che le disparità di trattamento in ragione dell’età non costituiscano discriminazione laddove esse siano oggettivamente e ragionevolmente giustificate, nell’ambito del diritto nazionale, da una finalità legittima, compresi giustificati obiettivi di politica del lavoro, di mercato del lavoro e di formazione professionale, e i mezzi per il conseguimento di tale finalità siano appropriati e necessari”.Nella decisione del 13 novembre 2014 la Corte ha rilevato che la sopra menzionata legge delle Asturie realizza, in maniera espressa e chiara, una disparità di trattamento basata sull’età, comportando che, a parità di situazioni, alcune persone, solo per il “semplice fatto” di aver compiuto e superato i 30 anni, siano trattate meno favorevolmente rispetto ad altre. La Corte di Giustizia Europea nella decisione che si commenta, pur riconoscendo che la natura di alcune funzioni degli agenti di polizia locale (quale ad esempio la protezione di persone e beni) possano richiedere una idoneità fisica particolare, considera, comunque, che nulla dimostra che le capacità fisiche particolari richieste per l’esercizio di tale attività lavorativa siano necessariamente collegate ad una determinata fascia di età e non sussistano, invece, nelle persone che abbiano superato una certa età (30 anni).Partendo da tale assunto la Corte UE ha precisato che nulla consente, quindi, di affermare che il legittimo obiettivo di garantire il carattere operativo ed il buon funzionamento del corpo di polizia locale richieda di mantenere una certa configurazione dell’età al suo interno imponendo l’assunzione di lavoratori con meno di 30 anni. Da ciò ne consegue che il limite di età fissato dalle Asturie rappresenta un requisito sproporzionato. La Corte va oltre precisando altresì che gli agenti devono sostenere, come da bando di concorso, delle prove fisiche specifiche e per il giudice tali prove (impegnative e di per sé eliminatorie) possono consentire, ex se, una “naturale selezione” delle persone più idonee, senza dover “ricorrere al limite di età per l’assunzione nel bando di concorso.La prima conseguenza, sotto il profilo del diritto amministrativo interno italiano, è che anche i limiti d’età stabiliti da norme regolamentari interne potrebbero trovare disapplicazione in concreto non solo alla luce delle normative U.E. self-executing o meno, ma anche dell’art.3,comma 6, della L.n°127 del 15/05/1997 che, già nell’ottica dei principi del diritto U.E. e dell’art.51 della Costituzione repubblicana, pur facendo salve le deroghe dettate eventualmente da regolamenti, ha stabilito l’assenza di limiti d’età per la partecipazione a concorsi pubblici indetti dalla P.A. Raffaele Mancuso,in altro articolo reperibile on line (http://www.diritto.it/docs/32831-sui-limiti-di-et-nei-concorsi-pubblici  ),spiega che: “non può pertanto essere applicata ad un concorso il limite di età di 18 anni, fissato per l’accesso al rapporto d’impiego dall’art. 3, comma 1, lett. b) del D.M. 4 giugno 2001 n. 103, atteso che quest’ultimo decreto non ha natura regolamentare, non essendo stato adottato con il procedimento indicato dall’art. 17 della L. 400 del 1988, e non essendo qualificato neppure come regolamento nel testo. La normativa dell'UE in materia di occupazione garantisce livelli minimi di protezione che valgono per tutti coloro che vivono e lavorano nell'Unione europea, tutela contro ogni forma di discriminazione fondata su sesso, razza, religione, età, disabilità e orientamento sessuale. Per principio di parità di trattamento si intende l’assenza di qualsiasi discriminazione diretta o indiretta a causa della religione, delle convinzioni personali, degli handicap, dell’età o dell’orientamento sessuale. Il Trattato di Amsterdam, introducendo l’art. 13 al Trattato istitutivo della Comunità Europea, ha infatti conferito al Consiglio il potere di adottare “i provvedimenti opportuni per combattere le discriminazioni fondate sul sesso, la razza o l'origine etnica, la religione o le convinzioni personali, gli handicap, l'età o le tendenze sessuali”. Da ultimo, la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea (Nizza 2000) ha sancito espressamente il diritto di uguaglianza davanti alla legge (art. 20) e il divieto di qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, la razza, il colore della pelle o l’origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l’appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, gli handicap, l’età o le tendenze sessuali (art. 21). L’obiettivo della direttiva 2000/43/CE è quello di favorire la partecipazione di tutte le persone alla società democratica a prescindere dalla razza o dall’origine etnica, attraverso azioni che rendano effettivo il principio della parità di trattamento nell’ambito dell’attività di lavoro dipendente o autonomo, come anche in altri ambiti quali l’istruzione, la protezione sociale, la sicurezza sociale e l’assistenza sanitaria, le prestazioni sociali, l’accesso a beni e servizi e la loro fornitura. La DIRETTIVA EUROPEA 2000/43/CE-NOZIONE DI DISCRIMINAZIONE (ART.2) recita: Si ha una discriminazione diretta quando una persona è trattata meno favorevolmente di quanto sia, sia stata o sarebbe stata trattata un’altra in una situazione analoga a causa della sua razza od origine etnica. Si ha una discriminazione indiretta quando una disposizione, un criterio o una prassi apparentemente neutri possono mettere persone di una determinata razza od origine etnica in una posizione di particolare svantaggio rispetto ad altre persone a meno che non siano giustificati da una finalità legittima e i mezzi impiegati per il suo conseguimento siano appropriati e necessari
La
 stessa direttiva al CAMPO DI APPLICAZIONE DELLA DIRETTIVA (ART.3) statuisce: si applica a tutte le persone (anche a favore dei cittadini dei paesi terzi) nei seguenti settori:occupazione; orientamento e formazione professionale; protezione sociale; prestazioni sociali; istruzione; accesso ai beni e servizi, compreso l’alloggio. All’ART. 5 titolato AZIONI POSITIVE statuisce : per assicurare l’effettiva e completa parità gli Stati membri possono mantenere o adottare misure specifiche dirette a evitare o compensare svantaggi connessi con una determinata razza o origine etnica, continua all’art. 7 dicendo : Gli Stati membri adottano misure per garantire alle vittime, in caso di lesione del principio di parità di trattamento, il diritto di accesso a procedure giurisdizionali e amministrative. I principi della parità di trattamento e della non discriminazione sono al centro del modello sociale europeo e rappresentano uno dei capisaldi dei diritti e dei valori fondamentali dell'individuo che sono alla base dell'odierna Unione europea.”. Premesso questo quadro normativo finalmente abbastanza chiaro,diversamente dai guazzabugli giuridici e i bizantinismi di casa nostra, una riflessione è d’obbligo, essendo nuovamente all’appuntamento di un cambio di regime politico in Italia, tutto da vedere se mancato anche stavolta o meno,lo decideranno forse gli esiti referendari più ancora delle prossime elezioni amministrative, è possibile pensare che la rimozione di certi limiti o sbarramenti possa agevolare un ricambio di personale e mentalità anche nella pubblica amministrazione italiana dopo il ventennio berlusconiano? In parole povere, come può evincersi anche dagli approfondimenti e dalle riflessioni di un altro nostro post (http://gianfrancoferrari2013.blogspot.it/2013/07/listituto-storico-della-raccomandazione.html ), se è immaginabile che ad ogni nuovo concorso pubblico possano corrispondere nuove “infornate” sulla base anche di spinte più o meno politiche o di atti disonesti ( per tutti vedasi un caso ormai noto alle cronache: http://roma.repubblica.it/cronaca/2013/05/09/news/vigili_concorso_truccato_quattro_indagati_per_falso-58379700/ ),e ciò anche a causa delle metodologie ancora in atto nelle selezioni, in cui mancano livelli adeguati di trasparenza (penso ad esempio che gli elaborati scritti andrebbero messi in on line accessibili a tutti,in modo da offrire un sistema comparativo coram populo veramente di evidenza pubblica), di controllo e in cui i curricula, nelle prove per titoli ed esami o solo per titoli, possono anche essere costruiti a tavolino sulla base di amicizie e conoscenze più che di lavori effettivi ed esperienze sul campo, bisogna domandarci se, stavolta, possano trovare accesso anche soggetti che si siano visti discriminati sistematicamente nei venti o trentanni precedenti,nonostante il merito e la sussistenza dei requisiti, e se stavolta la normativa e i principi del diritto U.E. possano risarcirli,magari con un posto di lavoro conquistato più tardi negli anni, per le tante ingiustizie e delusioni o per i criteri spesso politici che hanno prevalso spesso negli anni precedenti? Una sorta di folla di esclusi, reietti,figli di nessuno o di un Dio minore preme alle porte dei pubblici uffici e dei pubblici servizi? Di certo possiamo solo dire che le conseguenze politico-sociali della sentenza della Seconda Sezione della Corte di giustizia U.E. appaiono maggiori persino di quanto per anni era già previsto nelle normative e nei trattati,una sorta di colpo di cannone che rompe definitivamente argini e steccati sociali, perché si tratta di un intervento concreto che fa certezza di un principio fin troppo chiaro, se ancora vi fosse qualche dubbio alla stregua della compatibilità o sopravvivenza di norme regolamentari di segno diverso, e che, attraverso il case-law, impone di recuperare nel diritto vivente la prevalenza della normativa europea e delle interpretazioni ad essa conformi su ogni altro residuo margine di dubbio di origine interna. E ciò forse prelude anche all’avvento di criteri meritocratici reali e nuovi per l’accesso al pubblico ed anche per l’ingresso forse di nuove criteriologie più pratiche come quelle tendenti a valorizzare l’equilibrio psicologico, la rettitudine dimostrata anche sotto il profilo amministrativo (ad esempio il corso della carriera precedente) e non solo penale (assenza di condanne, carichi pendenti,ecc.),la valutazione di lavori seri e validi indipendentemente dalle pubblicazioni in un paese in cui l’editoria e i mass-media sono stati e sono ancora pressoché monopolizzati,ecc.,insomma l’avvento dell’era rivoluzionaria del diritto e della Legge, per usare la celebre espressione di Jules Michelet.


DIE EUROPÄISCHE UNION hat die Grenzen des Alters "für den Zugang ENTFERNT ARBEITSMARKT: SOZIALPOLITISCHE KONSEQUENZEN.
Mit dem Urteil vom 2014.11.13 n ° C-416/13 hat die Zweite Kammer des Gerichtshofs U.E. Es hat Barrieren und Altersgrenzen für den Zugang zum öffentlichen Dienst und Aufgaben des öffentlichen Dienstes im Gebiet der Union wirksam entfernt. Es ist eine Beurteilung durch die politischen und sozialen Folgen bedeutsamen und dass im Grunde auf dem liberalen Grundsatz der Nichtdiskriminierung und Chancengleichheit beruht, eine Ansicht, die auch diejenigen, die bestimmte demografische Schwellen bestanden haben von der Möglichkeit profitieren, können auf der Grundlage von Tests, um die Auswahl für den Zugriff auf Einstellungs- und konkret Feedback. Sehr oft in der Tat, hörten wir auch von der medizinischen Wissenschaft wiederholt, dass das biologische Alter ist ein anderes Konzept von Master oder vielmehr, dass sie nicht immer übereinstimmen und dass, obwohl statistisch bestimmte fisiopsichiche Haltungen sind leichter im Zeitalter gefunden Jugend, es wird gesagt, dass bestimmte Parteien, obwohl in den Jahren fortgeschritten, sind die beste Leistung sogar körperliche, manchmal nicht in der Lage zu garantieren, im Hinblick auf den freien Zugang für alle und die gleichen Chancen als Heimatbasis. Die Frage könnte auch Anlass zu interessanten Debatten in anderen administrativen und sozialen Sicherheitsprofile, dh die Frage gestellt werden könnte, auf der Grundlage von Alter, als Subjekt später im Leben und, je nachdem, wie viel später, kann auf die öffentliche Verwaltung zu gewährleisten können Leistungsniveau und eine konstante Leistung über die Zeit als eine jüngere, und dass im Hinblick auf die vergleichende Beurteilung für die möglichen Vor- und Nachteile der PA Öffentlichkeit, aber Sie könnten auch über die Relativität bestimmter Modelle und Mentalitäten, vor allem im Hinblick auf einige denken fulminanter oder vulneranti Krankheiten, die in einem jüngeren Alter oder Unfällen kommen. Alles stammt noch aus einer der asturischen Regelung, die die Grenze von 30 Jahren für den Zugang zur örtlichen Polizei etabliert weder mehr noch weniger als vor dem Urteil in Italien die Grenze der Zugang zur Justiz wurde auf 41 Jahre festgelegt und mit dem " zusätzliche Barriere für diejenigen, die die letzten drei Zugriffswettbewerb Tests bestanden hatte versagt. Manuela Rinaldi (http://www.altalex.com/documents/news/2014/12/10/concorsi-pubblici-corte-ue-nessun-limite-di-eta-per-l-accesso ) Auf die Geschichte des Urteils kommentiert, die hier relevant ist: "Es kann für den Zugang zu öffentlichen Wettbewerben auch in den Fällen, in denen keine Altersgrenze sei es Tätigkeiten, die besondere körperliche Fähigkeiten arbeitet. Gemeinschaftsrecht einer nationalen Regelung nicht erlauben, die eine Altersgrenze für die Rekrutierung von Polizeibeamten festgelegt werden kann locale.Così die Entscheidung vom 13. November 2014 zur Europäischen Gerichtshofs, wonach das Recht des Fürstentums Asturien, die eine Grenze setzt im Alter bis 30 Jahre als Maximum für die Rekrutierung von örtlichen Polizeibeamten ist es zu Recht zitiert Gegenteil dell'Unione.Il Grenze, in der Tat, 2000 wird ein Rahmen eine nicht gerechtfertigte discriminazione.La Richtlinie 2000/78 / EG vom 27. November steht allgemein für die Gleichbehandlung in Beschäftigung und Beruf, ausdrücklich verbietet, in Bezug auf Beschäftigung, Diskriminierung direkt oder indirekt 2000/78 sull'età.L'articolo 6 der Richtlinie begründet sieht vor, dass "Unbeschadet" Artikel 2 Absatz 2 können die Mitgliedstaaten vorsehen, dass Ungleichbehandlungen wegen des Alters keine Diskriminierung darstellen, wenn sie objektiv und angemessen und gerechtfertigt im Rahmen des nationalen Rechts durch ein legitimes Ziel, worunter insbesondere rechtmäßige Ziele der Politik der sind Beschäftigung, Arbeitsmarkt und berufliche Bildung, gerechtfertigt ist und die Mittel zur Erreichung dieses Ziels angemessen und erforderlich sind, hat das Gericht ".In der Entscheidung vom 13. November 2014, dass die oben genannte Gesetz von Asturien realisiert, ausdrücklich und eindeutig, eine altersgerechte Behandlung, dazu führt, daß für die gleichen Situationen, bestimmte Menschen, nur für die "einfache Tatsache", dass er erreicht und überschritten das Alter von 30 Jahren, wobei eine weniger günstige Behandlung als andere. Der Europäische Gerichtshof in der Entscheidung, dass, während der Erkenntnis, dass die Natur einiger Funktionen von örtlichen Polizeibeamten (wie den Schutz von Personen und Gütern) erfordert besondere körperliche Fitness, ist jedoch der Ansicht spricht, dass nichts beweist, dass physische Sonderwünsche Kapazität für die Ausübung dieser Arbeit sind unbedingt zu einer bestimmten Altersgruppe verbunden und es gibt keine, aber bei Menschen, die ein bestimmtes Alter (30 Jahre) bestanden haben .Partendo aus, dass die EU-Gericht davon ausgegangen, erklärte deshalb, dass es keine Grundlage ist, zu sagen, dass das legitime Ziel, die operative Leistungsfähigkeit und das ordnungsgemäße Funktionieren der lokalen Polizei, dass eine gewisse Altersstruktur innerhalb sie aufrecht zu erhalten erfordert durch die Einstellung von Arbeitnehmern mit weniger als 30 Jahren verhängt. Daraus folgt, dass die von der Asturien Altersgrenze eine unverhältnismäßige Anforderung ist. Das Gericht geht darüber hinaus darauf hingewiesen, dass die Agenten zu tragen haben, wie die Ausschreibung, die spezifische physikalische Beweise und der Richter, dass Beweise (und herausfordernd an sich Ausscheidungsrunde) können, wenn erstere eine "natürliche Selektion" von Menschen mehr falls ohne in Bezug auf den italienischen internen Verwaltungsrecht .Die erste Konsequenz "im Wettbewerb für die Einstellung in die Altersgrenze resort" haben, ist es, dass die Altersgrenzen durch interne Regelungen festgelegt in Nichtanwendung finden könnte Beton nicht nur im Lichte der EU-Verordnungen self-executing oder nicht, sondern auch Artikel 3, Absatz 6, von L.n ° 127 von 15/05/1997, dass auch im Hinblick auf die Grundsätze des Rechts U.E. und dell'art.51 der republikanischen Verfassung, während machen den Ausnahmen möglicherweise durch Vorschriften diktiert, hat das Fehlen von Altersgrenzen für die Teilnahme an Wettbewerben, die von p.a. organisiert etabliert Raffaele Mancuso, in einem anderen Artikel gefunden online (http://www.diritto.it/docs/32831-sui-limiti-di-et-nei-concorsi-pubblici), sagte: "kann daher nicht auf eine angewendet werden Wettbewerb, die Altersgrenze von 18 Jahren für den Zugang zum Arbeitsverhältnis Kunst fixiert. 3 Absatz 1, lett. b) D.M. 4. Juni 2001 n. 103, da diese Verordnung die Natur nicht zu regulieren, nicht durch das Verfahren des Artikels erlassen wurde. 17 des Gesetzes 400 von 1988, und es nicht einmal als eine Verordnung im Text eingestuft wird. Die EU in die Arbeitsgesetzgebung garantiert Mindestschutzniveaus aufgrund des Geschlechts, der Rasse, Religion, Alter, Behinderung und sexueller Orientierung zu jeder leben und arbeiten in der EU, Schutz gegen alle Formen der Diskriminierung gelten. Für das Prinzip der Gleichbehandlung steht das Fehlen eines unmittelbaren oder mittelbaren Diskriminierung aufgrund der Religion, der Weltanschauung, einer Behinderung, des Alters oder der sexuellen Ausrichtung bedeuten. Der Vertrag von Amsterdam, Artikel einzuführen. 13 auf den Vertrag zur Gründung der Europäischen Gemeinschaft hat der Verwaltungsrat die Befugnis erhalten Diskriminierung zu ergreifen, "geeignete Maßnahmen zur Bekämpfung der aufgrund des Geschlechts, der Rasse oder der ethnischen Herkunft, der Religion oder der Weltanschauung, einer Behinderung, des Alters oder der sexuellen Ausrichtung ". Schließlich hat die Charta der Grundrechte der Europäischen Union (Nizza, 2000) verankert ausdrücklich das Recht auf Gleichheit vor dem Gesetz (Art. 20) und das Verbot jeglicher Form von Diskriminierung, insbesondere aufgrund des Geschlechts, der Rasse, Hautfarbe oder der ethnischen oder sozialen Herkunft, der genetischen Merkmale, der Sprache, der Religion oder der Weltanschauung, der politischen oder sonstigen Anschauung, der Zugehörigkeit zu einer nationalen Minderheit, des Vermögens, der Geburt, Behinderung, des Alters oder der sexuellen Ausrichtung (Art. 21). Das Ziel der Richtlinie 2000/43 / EG ist die Beteiligung aller Menschen in der demokratischen Gesellschaft, unabhängig von Rasse oder der ethnischen Herkunft zu fördern, durch Maßnahmen, die den Grundsatz der Gleichbehandlung im Rahmen machen von Mitarbeiter oder selbstständige Tätigkeit, sowie in anderen Bereichen wie Bildung, Sozialschutz, soziale Sicherheit und Gesundheitsversorgung, Sozialleistungen, Zugang zu Gütern und Dienstleistungen und deren Lieferung. Die EU-Richtlinie 2000/43 / EG-KONZEPT DER DISKRIMINIERUNG (Artikel 2) heißt es: Es hat eine unmittelbare Diskriminierung, wenn eine Person weniger günstige Behandlung erfährt, als eine andere ist, hat oder erfahren würde in einer ähnlichen Situation behandelt werden, weil der Rasse oder der ethnischen Herkunft. Es hat eine mittelbare Diskriminierung, wenn Vorschriften, Kriterien oder Verfahren Personen, die einer Rasse oder der ethnischen Herkunft in besonderer Weise benachteiligen gegenüber anderen Personen setzen würde, wenn sie durch ein legitimes Ziel gerechtfertigt und die Mittel sind aus Erreichung dieses Ziels angemessen und erforderlich sind
Die gleiche Richtlinie UMFANG DER RICHTLINIE (ARTIKEL 3) heißt es: es für alle Menschen gilt (auch zugunsten von Drittländern) in den folgenden Bereichen: Beschäftigung; Berufsberatung und Ausbildung; Sozialschutz; Sozialleistungen; Bildung; Zugang zu Gütern und Dienstleistungen, einschließlich Wohnraum. ART. 5 positive Maßnahmen hiermit titriert: volle Gleichstellung in der Praxis zu gewährleisten, die Mitgliedstaaten spezifische Maßnahmen beibehalten oder einführen können, zu verhindern oder für Nachteile kompensieren Rasse oder der ethnischen Herkunft zu, setzt die Kunst. 7 sagen: Die Mitgliedstaaten treffen Maßnahmen, um sicherzustellen, dass die Opfer im Falle eines Verstoßes gegen den Grundsatz der Gleichbehandlung, das Recht auf Zugang zu Gerichts- und Verwaltungsverfahren. Die Grundsätze der Gleichbehandlung und Nichtdiskriminierung stehen im Mittelpunkt des europäischen Sozialmodells und sind ein Fundament der Grundrechte und individuelle Werte, die heute in der Europäischen Union untermauern. ". Nachdem das nun gesagt, dass im letzten ganz klaren Rechtsrahmen, im Gegensatz zu den rechtlichen und babylonisches Gewirr unseres Hauses, ein Spiegelbild ist ein Muss, wobei Wiederernennung für eine Änderung des politischen Regimes in Italien, zu sehen sofort, ob oder nicht Ausfall wieder, die vielleicht entscheiden, die Ergebnisse der Referenden noch mehr als die nächsten Kommunalwahlen ist es möglich, zu denken, dass die Entfernung bestimmter Grenzen oder Barrieren erleichtern Personalfluktuation und Mentalität auch in der italienischen öffentlichen Verwaltung nach zwei Jahrzehnten Berlusconi? Einfach ausgedrückt, kann als auch (http://gianfrancoferrari2013.blogspot.it/2013/07/listituto-storico-della-raccomandazione.html) aus den Einsichten und Reflexionen eines anderen unserer post abgeleitet werden, ist es denkbar, dass jeder neue öffentliche Wettbewerb können neue "backen" passen auch auf mehr oder weniger politischen oder unehrlich Kräfte basiert (für alle einen Fall jetzt bekannt die Nachrichten sehen: http://roma.repubblica.it/cronaca/2013/05/09/news/vigili_concorso_truccato_quattro_indagati_per_falso-58379700/ ), Und dies ist auch die Verfahren noch an Ort und Stelle in den Selektionen durch, die ein angemessenes Niveau an Transparenz mangelt (man denke zum Beispiel, dass die schriftlichen Arbeiten in der auf alle online zugänglich platziert werden soll, um ein Vergleichssystem wirklich coram populo von zur Verfügung zu stellen öffentliche Beweise), die Kontrolle und wo die Lehrpläne in der Qualifikationsnachweise und Prüfungen, oder einfach nur für Schlagzeilen, sie können auch an einem Tisch auf der Grundlage von mehr als die eigentliche Arbeit Freundschaften und Kenntnisse und Erfahrungen auf dem Gebiet gebaut werden, müssen wir uns, ob dieser Zeit fragen kann, finden Zugang auch Personen, die systematisch diskriminiert in den letzten zwanzig oder dreißig Jahren gesehen haben, trotz der Verdienst und die Zufriedenheit der Anforderungen, und wenn diese Zeit die Regeln und Grundsätze des EU-Rechts Sie können sie zu kompensieren, vielleicht mit einem Arbeitsplatzende im Laufe des Jahres, für die vielen Ungerechtigkeiten und Enttäuschungen oder oft politischen Kriterien, die oft in den vergangenen Jahren durchgesetzt haben? Eine Art Menge ausgeschlossen, Ausgestoßene, Kinder von jemand oder von einem geringeren Gott drückte die Türen von Regierungsstellen und öffentliche Dienste? Sicherlich können wir nur sagen, dass die politischen und sozialen Folgen des Urteils der Zweiten Kammer des Gerichtshofs U.E. erscheinen noch mehr als seit Jahren bereits in den Verordnungen und Verträge, eine Art Kanonenschuss vorgesehen, die schließlich Deiche und soziale Barrieren bricht, weil es sich um eine konkrete Aktion, die nur allzu klar, dass es ein Prinzip stellt sicher, wenn noch war jeder Zweifel an der Vereinbarkeit oder das Überleben der regulatorischen Standards der verschiedenen Zeichen, und dass durch die Rechtsprechung tat, Recht in der Prävalenz der europäischen Vorschriften und Interpretationen die Rückforderung leben, um es auf einen beliebigen anderen Rest von Zweifel Marge Konform interne Herkunft. Und das vielleicht auch ein Vorspiel zu dem Aufkommen von realen und neuen leistungsbezogenen Kriterien für den Zugang für die Öffentlichkeit und auch für den Eintritt neuer criteriologie vielleicht Praktiken, wie sie darauf abzielen, die psychologische Gleichgewicht zu verbessern, Gerechtigkeit auch administrativ bewiesen (zB der Verlauf der bisherigen Karriere) und nicht nur Verbrecher (keine Überzeugungen, Gebühren anhängig, etc.), um die Beurteilung von schweren Arbeiten und gilt unabhängig von den Veröffentlichungen in einem Land, in dem die Verlagsbranche und die Medien waren und noch praktisch monopolisiert werden, usw., kurz gesagt, die Einführung der revolutionären Ära von Recht und Gesetz, den berühmten Ausdruck von Jules Michelet zu verwenden.  





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