BREVE
ARRINGA A DIFESA DI CHI ESERCITA LA PROSTITUZIONE:
LEGALIZZARE
NON SIGNIFICA TASSARE O “LENOCINIO DI STATO”
Dopo una lunga
pausa intervengo nuovamente col mio blog su un argomento tornato di attualità
con la presenza di Matteo Salvini al ministero dell’interno, vale a dire
legalizzare la prostituzione per fare cassa e introdurre la tassazione del “più
antico mestiere del mondo” in una prospettiva di debito pubblico record e di
sempre più concreto “rischio default” in Italia. La prima considerazione politica
da svolgere sul tema è quindi d’obbligo: si intende legalizzare un servizio,
una professione, nonostante i 60 anni di legge Merlin e gli
ostacoli-sbarramenti tradizionali fin qui posti dall’ordinamento civilistico,
più ancora che da quello penale, per riconoscere finalmente la dignità di
persone e lavoratori/lavoratrici del settore come “sex workers”, nella
definizione di origine anglosassone, oppure prevalentemente perché uno Stato
dissestato e che fa acqua da tutte le parti, soprattutto in termini di tutela
dei diritti, ha l’esigenza impellente di fare cassa raccimolando soldi a destra
e a manca anche con metodi e principi discutibili? Rientra in giuoco, in
pratica, quello che, ai tempi dei dibattiti sulla Legge Merlin, veniva
definito, senza mezzi termini, come “lenocinio di Stato”. Infatti, se il
problema fosse quello di diritto del lavoro o di tutela dei diritti
costituzionali della personalità, se in ultima analisi, il problema fosse
quello di tutelare le persone, come valori costituzionali fondamentali e
primari, la questione della tassazione non dovrebbe essere posta al centro del
dibattito, ma rivestirebbe un ruolo marginale e accessorio e, invece, sappiamo
che, per motivi contingenti, la questione in Italia, come al solito, è
affrontata in una prospettiva capovolta, in cui i problemi quotidiani di chi
esercita ogni giorno la prostituzione, in casa, come nelle strade, sono
sorvolati de plano, con un’ipocrisia e una superficialità che, a volte,
sgomentano, come se coloro che esercitano quella professione, oltre al
“marchio” e ai pregiudizi che devono affrontare quotidianamente nel contesto
sociale, non solo non fossero degni di tutela giuridica, ma non fossero nemmeno
persone umane ovvero cittadini o uomini al pari di chi veste una divisa o svolge
un altro mestiere o professione. Vediamo, dunque, che, nonostante le parvenze
di modernità, di attuale c’è solo la questione della tassazione e si rischia
davvero, in concreto, nella migliore delle ipotesi, che questa venga introdotta
senza “legalizzare” alcunchè, cioè senza conferire alcuna tutela legale
effettiva, sindacato e dignità sociale a chi, di fatto, svolge un servizio
sociale e a parere di chi scrive anche molto importante, se si considerano, a
titolo di esempio, solo alcune delle casistiche in cui i sex workers sono
chiamati, più e meglio di medici, psicanalisti, ecc., ad affrontare e spesso a
risolvere questioni delicate, con la loro professionalità: penso all’assistenza
sessuale ai disabili, tema che sta diventando sempre più di attualità nella
società contemporanea in cui il diritto alla sessualità di certe categorie non
è più semplicemente ignorato o negato, come in passato ( sull’argomento: http://www.stateofmind.it/2017/01/assistenza-sessuale-disabilita/
), alla sessoterapia su cui disquisisce dal 1977 con competenza, anzitutto
Helen Singer Kaplan (Nuove terapie sessuali, edizione Bompiani), orientando
anche al superamento delle disfunzionalità non solo dei singoli, ma anche nel
rapporto di coppia, o, per limitarci, sempre ai casi più salienti, ai tanti
delusi d’amore che cercano un rimedio o placebo alternativo alla depressione o
altro e la psicanalisi ci insegna che,a volte, può funzionare anche il placebo perché
mai, come nell’eros, il rapporto e l’immaginazione attiva vivono di suggestioni
e, come direbbe il grande Carmelo Bene: “Ognuno si procurava le sue suggestioni
o visioni da sé!”… In sintesi, non è difficile accorgersi che la mentalità, in
gran parte dei casi, è rimasta di fatto inchiodata agli ostacoli del Codice
Civile del 1942 che, in sostanza, rimangono due: 1) la lettera e
l’interpretazione giurisprudenziale corrente dell’art.5 del Codice che
testualmente recita: “Gli atti di disposizione del proprio corpo sono vietati
quando cagionino una diminuzione permanente dell’integrità fisica, o quando
siano altrimenti contrari alla legge, all’ordine pubblico o al buon costume.”,
e la nozione di buon costume, notoriamente non vive solo nella dimensione penale,
in cui ha subito una vasta rivisitazione anche a seguito della depenalizzazione
recente di fattispecie come quella degli spettacoli osceni, ex art.528 C.P., o
delle interpretazioni modernizzatrici della stessa giurisprudenza in materia di
oscenità (art.529 C.P. o, ex multis, al di là della progressiva
depenalizzazione del nudo, soprattutto femminile, http://www.lastampa.it/2016/09/06/italia/la-cassazione-masturbarsi-in-pubblico-non-pi-reato-si-rischia-solo-una-multa-wxkn7G3CeFBRUQpp9Sl5xJ/pagina.html
), ma sussiste anche una dimensione civilistica del buon costume in cui, ad
esempio, l’esercizio della prostituzione da parte di uno dei coniugi potrebbe
costituire iniuria alla dignità dell’altro coniuge e motivo specifico di
separazione, ecc., ragion per cui la prostituzione rappresenta ancora attività,
penalmente indifferente fuori dalle ipotesi di favoreggiamento,
sfruttamento,ecc. contemplate dalla Legge Merlin (L. n°75 del 20/02/1958) e
dall’ipotesi contravvenzionale di adescamento (richiamare, in luogo pubblico o
aperto al pubblico, i potenziali clienti in modo molesto o invitarli al
“libertinaggio”, espressione che peraltro ha perso, in parte, anche di
attualità storica, in maniera illecita),ma civilmente illecita e, in quanto
tale non suscettibile di tutela giuridica.
2) L’altro
ostacolo civilistico è rappresentato dal noto brocardo tradizionale: “Nemo
auditur turpitudinem propriam alligans” e trova un riferimento normativo
nell’art.2035 del Codice Civile in tema di cosiddette obbligazioni naturali. In
estrema sintesi il legislatore riprova le condotte contrarie al buon costume e
conseguentemente le sanziona civilisticamente rifiutando loro tutela
processuale e simili o, detto in altri termini, non è consentito far valere un diritto quando a base di questo
si pone un'immoralità, il giudice rifiuta proprio di udire quanto sopra e
addirittura tale situazione, poiché sprovvista di tutela, non può tecnicamente
definirsi nemmeno come un diritto soggettivo. Da un punto di vista pratico
quindi, allo stato, la prostituzione non è considerata un lavoro,
valore-cardine fondativo della stessa Repubblica per l’attuale Costituzione, e
quella della prostituta è considerata un attività civilmente illecita o, nella
più benevola delle ipotesi, assimilabile ai debiti di gioco-obbligazioni
naturali, vale a dire che, se il cliente volesse, potrebbe anche non pagarla,
perché tanto la prostituta non potrebbe fargli causa civile o “vertenza
lavoristica” per farsi pagare. Sappiamo che poi nella pratica non è così, anche
perché le prostitute, al pari degli Avvocati, hanno imparato a farsi pagare o
“anticipare” in genere prima della prestazione, ma è anche vero che la figura
del lenone o del prosseneta spesso è divenuta necessaria o fisiologica,
soprattutto in certi contesti ambientali, anche per questi motivi giuridici che
fungono da sfondo o motivazione dei bisogni di “protezione alternativa” che la
prostituta è costretta letteralmente a cercare, per molti profili (vedasi la
“protezione della piazza”,ecc.), non sempre del tutto leciti, in soggetti
diversi rispetto a quelli istituzionali.
Ritengo che queste dovrebbero essere le
questioni principali da porre al centro del dibattito politico e giuridico,
insieme alla cooperazione o esercizio associato, in una prospettiva di
legalizzazione e di sindacalizzazione e formazione della categoria (mi
riferisco anche a come affrontare le casistiche delicate cui facevo riferimento
all’inizio), se si intenda veramente superare a 60 anni di distanza il quadro
culturale della Legge Merlin, come via di fuga, per l’epoca, dal lenocinio di
Stato e dalla ghettizzazione delle “case chiuse”, e soprattutto il quadro da
Medioevo del diritto con cui il nostro Codice Civile, col suo armamentario di
dinieghi emarginanti funge da vera causa prima dell’emarginazione e
stigmatizzazione sociale della prostituta, come lavoratrice non degna di tutela
o “personalità o esercente attività”
contraria al buon costume all’interno di una società civile, ben o male,
entrata nel terzo millennio e in un contesto europeo che impone,alla base dei
suoi principi, oltre al riconoscimento dei diritti umani, il divieto di
discriminazione ed emarginazione sociale (art.21 Carta dei diritti fondamentali
dell’Unione Europea, G.U.U.E. C83 del 30/03/2010, pag.389, art.18 e seguenti e
151 e seguenti T.F.U.E.,). In una tale ottica, che è quella corretta per
inquadrare la questione nei suoi vari risvolti politici, giuridici e
umanistici, la questione della tassazione, che sembra stare tanto a cuore a
certi politici e giornalisti, nel momento attuale, diventa l’ultimo dei
problemi. Si legalizza e inquadra civilmente una professione per conferire
dignità e ruolo sociale ad una categoria di lavoratori e ad una tipologia di
attività, eliminando le discriminazioni e i
favoritismi, e per proporre un adeguamento ai valori di civiltà europei
di una società postindustriale del terzo millennio, non per fare cassa o
finanziare qualcos’altro con le possibili entrate della tassazione, compreso
quel reddito di cittadinanza che eviterebbe a molte persone di intraprendere la
via della prostituzione, se avessero una scelta a livello economico (è la
questione del gatto che si morde la coda in un paese ormai in condizioni di
povertà sempre più diffusa). Ma v’ha di più, dico che legalizzare la
prostituzione, oggi, sottende ad una rivoluzione copernicana di costume e ad un
adeguamento dei valori lavoristici e umanistici, in termini costituzionali,
ancor più profonda e significativa della stessa legalizzazione del cambiamento
di sesso, anche a livello anagrafico, senza più ricorrere a obbligatori
“percorsi psicologici” orientati alla castrazione o al cambio di sesso a
livello chirurgico per non scandalizzare il resto del gregge o per eliminare la
scomoda testimonianza di una terza o altre vie di genere alternative alla
sessualità più diffusa, come accadeva fino a qualche tempo fa (http://espresso.repubblica.it/attualita/2015/11/06/news/per-cambiare-sesso-all-anagrafe-non-e-obbligatorio-l-intervento-chirurgico-1.237566
) e delle stesse unioni civili o legalizzazione delle coppie omosessuali, per
quanto ancora sia lungi da raggiungere una parificazione compiuta anche in
questo settore, a parere di chi scrive, valutando la riforma, portata avanti in
ritardo e tra mille ostacoli, ancora insoddistacente e potendosi ancora
parlare, per molti versi, di unioni di serie B rispetto alla nozione
tradizionale di matrimonio, pur essendo la nostra Costituzione del 1948 molto
più moderna del Codice Civile e già compatibile con quel tipo di discorso senza
bisogno di revisione. Tornando alla questione della tassazione della
prostituzione esprimo la mia totale contrarietà, per motivi che ritengo
comprensibili ai più e che sottopongo all’attenzione dei movimenti e del
comitato a difesa dei diritti delle prostitute di Pia Covre, ecc. In primis, la
pratica legale mi insegna che la questione della tassazione, in ambienti come
quelli che vivono e frequentano quotidianamente le o i sex workers in Italia,
potrebbe prestarsi a diventare strumento di contenzioso e addirittura di ricatto
o ritorsione a livello pratico. Si tenga presente che una gran parte delle
persone che si prostituiscono nel nostro paese appartengono alla immigrazione
clandestina o sono sotto la cappa, spesso oppressiva, di clan criminali o
comunque di soggetti senza scrupoli e che gli immigrati, specie, se
clandestini, non vogliono problemi con la legge, compresi quelli a livello
fiscale. Cosicchè appare fin troppo semplice immaginare cosa potrebbe accadere
con questo strumento nelle mani di gente senza scrupoli ai danni di una
categoria già giuridicamente e socialmente debole. In secondo luogo mi
dovrebbero spiegare i tecnici del ministero dell’economia e finanze come si
riuscirebbe a garantire la privacy della clientela e delle prestazioni a
livello fiscale. Non si può pensare, infatti, di realizzare una legge apposita
che discrimini la categoria e imponga lo scontrino fiscale al posto della
fattura, perché tale disciplina creerebbe problemi di disparità sollevabili,
anche a livello di legittimità costituzionale, da tutte le categorie che
esercitano attività che hanno a che fare con “dati sensibili” e privacy ovvero
di esentare dall’I.V.A. in toto una categoria che lavora su prestazioni di
servizio. Ma le perplessità più serie sono di altro genere. Chi esercita la
prostituzione, nella stragrande maggioranza dei casi, non lo fa per scelta o
“per passione”, come diceva la canzone di Fabrizio De Andrè a proposito di
“Bocca di rosa”, ma per necessità di tipo economico. Non di rado accade che
alcune ragazze si approccino solo per un periodo critico della loro vita al
mestiere e, non appena ricavati i soldi per uscire da situazioni difficili, per
non dire drammatiche, preferiscono poi tornare ad una vita normale o ad altra
occupazione, magari appena trovano altro impiego anche peggio pagato. Penso a
chi aveva i figli da sfamare in epoca di guerra o crisi economica, come quella
attuale, o un familiare malato in casa da curare o anche alla povera immigrata
clandestina costretta a pagare il “riscatto o pedaggio” del viaggio e
dell’inserimento o alloggio al clan,ecc. Nel best seller di Heinrich Boll
“Opinioni di un clown” viene addirittura raccontata la storia drammatica
dell’epoca, per capire il ruolo condizionante del costume e dei pregiudizi che
spesso hanno anch’essi un ruolo eziologico al pari della questione della
conservazione dell’impianto codicistico discriminante del 1942 o degli ostacoli
all’approvazione della legge sulle “unioni civili”, di una coppia di conviventi
in cui una donna con due figli separata dal marito conviveva con un muratore
che le voleva bene e faceva anche da padre ai bambini. Un prete cattolico della
Germania dell’epoca mise in croce il muratore,dentro e fuori dal confessionale,
assillandolo sull’immoralità del concubinaggio con una donna separata di fatto
dal marito finchè non lo costrinse a lasciarla e andare via di casa. Il
risultato di questa “catechesi” fu che la donna, per sfamare i due figli, fu
costretta a prostituirsi e il muratore divenne un alcoolizzato per la
disperazione. Mutatis mutandis, oggi, magari assistiamo al ragazzo di “buona
famiglia” convinto dai parenti ad abbandonare l’immigrata clandestina al suo
destino e simili, ma i motivi che conducono sulla via della prostituzione sono
i più disparati, compresa l’ipotesi non meno drammatica di donne che l’hanno
esercitata in passato anche a livello di “alto bordo”, costrette, ormai avanti
negli anni, a ritornare su quella che una volta veniva definita la “via del
vizio” per la semplice assenza di forme di assistenza o previdenza sociale
adeguate. Di fronte a tali situazioni, che sono una gran parte e non la
minoranza, lo Stato non può e non deve rivestire il ruolo di lenone arrivando a
tassare quella che, nell’ottica della Legge Merlin, era considerata come una
piaga o disgrazia sociale da combattere o arginare a livello di Stato sociale e
non solo o non tanto attraverso gli strumenti repressivi (ripeto la prostituzione
in sé, anche allo stato degli atti, non è reato penale). Pertanto siamo a
favore della legalizzazione anche sotto il profilo civilistico e
dell’adeguamento ai profili europei dell’ordinamento, ma non alla tassazione, e
men che mai nell’attuale momento storico, in cui lo Stato italiano, fortemente
manchevole sotto il profilo del welfare e del reperimento di forme di lavoro
alternativo, non può assolutamente ergersi a giudice o lenone. Quelle ragazze o
donne anche mature, che sono costrette oggi a prostituirsi, non di rado tra
vessazioni e discriminazioni quotidiane, perché non hanno avuto la fortuna di
avere una famiglia facoltosa o “ben inserita” alle spalle in grado di garantir
loro una vita agiata o un posto fisso nel pubblico impiego, o travestiti e
transessuali avviati sulla strada quasi come unica fonte di sostentamento
possibile per le loro “scelta di genere sessuale”, in una società che ancora
discrimina (conoscete, in Italia, transessuali nelle file di polizia,
carabinieri o in magistratura?) non devono vedersi private anche della decima
medievale sui proventi della vendita del proprio corpo, perché questo non
sarebbe un progresso civile e costituzionale, ma un regresso e una speculazione
meschina da parte della politica e dello Stato su disgrazie e miserie umane
alla base della scelta prostitutiva! Per concludere, se vi è un settore, che
andrebbe esentato dalla contribuzione fiscale, non tanto e non solo per la
tipologia del servizio sociale che presta (si pensi anche a quanti stupri,reati
e molestie sessuali in meno anche grazie alla presenza delle sex workers sul
territorio e sarebbe interessante effettuare rilievi statistici sulla maggior
incidenza di certi fenomeni, laddove tali servizi siano meno disponibili), o
per la sua riservatezza, ma soprattutto per la causalità a monte ascrivibile
spesso alla latitanza dello Stato sociale e di chances diverse, nonché per la
necessità di reificarsi, farsi merce a livello fisico, per appagare il
desiderio altrui, è fuor di dubbio che si tratti proprio della prostituzione.
Vi è poi tutta una serie di risvolti psicologici derivanti dall’esercizio di
questa professione che sono stati soltanto, in parte, affrontati, fino ad oggi,
dalla letteratura psicanalitica e medico-legale (da Cesare Lombroso al trattato
di sessuologia del Pellegrini per approdare ad “Eros e civiltà” di Herbert
Marcuse), ma che rappresentano il “vero prezzo” che le sex workers pagano,
ancora nell’epoca contemporanea, accanto alla discriminazione, emarginazione e
stigmatizzazione sociale. Parlo dei sensi di colpa o desideri inconsci
masochistici di autopunizione o autodistruzione che molte si portano dentro
come una vera e propria “bomba psicologica” pronta ad esplodere in ogni
momento, per aver intrapreso una via per lo più ancora censurata dalla morale
comune e dalla religione o meglio dai pregiudizi. Diversamente dai clienti che
scaricano sulla prostituta i loro istinti e tensioni per raggiungere
l’appagamento o “piccola morte”, e che raramente soffrono conflitti o sensi di colpa (ad esempio nel caso del tradimento del coniuge in un'ottica tradizionale,ecc.),come spiega Marcuse a proposito della
psicanalisi di Sigmund Freud, tutti gli istinti e passioni che ci divorano
tendono ad un equilibrio che consiste nel superamento della vita stessa, il
“Nirvana o paradiso” inorganico, di cui la “petit morgue” conseguente
all’orgasmo rappresenta solo l’anticipo, il sostituto o strumento di differimento.
Così la prostituta porta in sé tutto questo “carico di morte” o “corsa verso la
morte”, tanto da perdere non di rado lo stesso senso della vita in prospettiva
o da svilire lo stesso senso di autoconservazione in un processo psicologico
borderline. Ella è consapevole di donare piacere, ma che quel piacere è
illusorio,momentaneo e prelude all’ “Al di là del principio di piacere”. Più
precisamente Freud aveva intuito, quasi come in uno sviluppo delle teorie
evoluzionistiche darwiniane, che l’ontogenesi individuale rimanda sempre alla
filogenesi dell’intera specie. Che vi è uno stato indifferenziato primordiale
degli istinti e precisamente la tendenza della vita organica alla “recherche du
temp perdù”, cioè a restaurare uno stato di cose precedente abbandonato sotto
la pressione di forze esterne perturbanti evidenziando la forza rievocativa
della memoria e il suo potenziale esplosivo (Eros e civiltà Marcuse, Mondadori,
pag.194). Nell’uomo tale memoria torna spesso all’infanzia, all’adolescenza,
alla figura materna, quando era “protetto” e non doveva difendersi e assumersi
da solo le responsabilità delle decisioni come nella vita adulta. In questo
senso la figura della prostituta finisce per costituire l’oggetto del transfert
verso la figura ancestrale della Grande Madre! Il senso della vita, secondo
questa visione di origine freudiana, consisterebbe tutto nell’ “andare a
ritroso”, anche nei rituali della vita quotidiana, così nel rapporto con la
prostituta è spesso lei che dirige e gestisce la cosa, come la Madre col
bambino e, nel contempo, tutti gli istinti ci derivano dall’inconscio e quindi
dal nostro passato e dalle esperienze o sensazioni ancestrali, fino a risalire
alla prima infanzia. Ancor più a ritroso e a monte dell'infanzia vengono lo stato fetale e,ancor prima, lo stato inorganico. In sintesi, per Freud, vogliamo raggiungere il piacere per
liberarci di ogni tensione ed eccitazione, come quando eravamo inorganici nello
stato originario, prima o dopo di venire alla vita (Come scrive Lucrezio nel De
rerum Natura “Nulla fu per noi quel tempo prima di venire alla vita e nulla sarà
per noi il tempo che seguirà alla nostra dipartita!”) e, in tale ottica, anche
dietro l’Eros c’è sempre l’istinto di morte, i due istinti sono strettamente
confinanti, se non addirittura simbiotici.Ma, se da una parte,il cliente trova o cerca di trovare l'appagamento momentaneo,la prostituta prende su di sè il carico psicologico di tutte le tensioni e degli istinti della clientela, cioè della società con tutti i suoi problemi, esattamente come il redentore, nella visione cristiana, prende su di sè il carico di tutti i "peccati del mondo", anche delle passioni più basse e dei conflitti interiori irrisolti. Questo non significa che la prostituzione come attività professionale non possa essere esercitata, a seconda delle diverse psicologie, anche in modo egosintonico, ma, proprio come avviene per i lavori più usuranti a livello psicologico, quel tipo di attività, nella maggior parte dei casi comporta l'assunzione su di sè di un fardello psicologico ed esperenziale, a dir poco pesante e,spesso, difficilmente sostenibile (di qui tradizionalmente l'uso di alcool,droga, psicofarmaci e altri effetti collaterali devastanti di cui abbonda la letteratura criminologica,da Lombroso che vedeva nella donna prostituta l'alter ego speculare del suo prototipo di uomo delinquente). Ma la prostituzione,in una visione attualizzata e umanizzata, oggi come ai tempi
dei culti misterici, più ancora e prima della psicanalisi, ha a che fare
proprio con l'intimo patrimonio psichico ed emotivo identitario, da cui derivano il
senso stesso della vita e i destini del mondo, per cui chi sceglie questo
percorso di vita, indipendentemente dalle circostanze che ve lo abbiano
condotto, non è e non deve essere considerato affatto come un rifiuto della
società, ma necessita di attenzione e considerazione da parte dello Stato,oltre che di assistenza e cure quando si trovi in difficoltà. Quando
saremo pronti ad affrontare culturalmente il discorso in questi termini, solo
allora si potrà aprire un dibattito serio e non una mera speculazione
legislativa per fare cassa col default dietro l’angolo. Roma, 23 Settembre
2018.
Avv.Gianfranco Ferrari giornalista pubblicista
KURZE ARRINGE ZUR VERTEIDIGUNG DER PROSTITUTION:
LEGALISIEREN BEDEUTET NICHT STEUERN ODER "STATE LENOCINY"
Nach einer langen Pause ich mit meinem Blog zu einem Thema der aktuellen mit der Anwesenheit von Matteo Salvini im Innenministerium wieder steige also zurück, legalisieren Prostitution Geld zu erhöhen und die Besteuerung des „ältesten Gewerbes der Welt“ in einem bringen Perspektive der Rekord-Staatsverschuldung und immer konkreteres "Ausfallrisiko" in Italien. Die erste Überlegung Politik zu diesem Thema durchgeführt werden soll daher ein Muss: es beabsichtigt, einen Dienst zu legalisieren, einen Beruf, trotz 60 Jahren Merlin Law und Hindernissen traditioneller Barrieren bisher gesetzlich ordinamento Orte, mehr noch als aus dem Strafregister , um schließlich die Würde des Menschen und Mitarbeiter / Arbeiter in der Industrie als „Sexarbeiterinnen“ in der Definition des angelsächsischen Ursprungs, oder vor allem, weil ein Rohzustand und nehmen in Wasser auf allen Seiten, insbesondere im Hinblick auf den Schutz der Rechte zu erkennen, die dringende Notwendigkeit, Geld zu verdienen, indem man mit fragwürdigen Methoden und Prinzipien Geld nach rechts und links sammelt? Er kehrte in der Praxis zu spielen, die zum Zeitpunkt der Debatten über das Merlin Gesetz genannt wurden, unverblümt, als „State Zuhälterei.“ In der Tat, wenn das Problem, dass das Arbeitsrecht oder den Schutzes der Persönlichkeitsrechte Verfassungs war, wenn in der abschließenden Analyse, war das Problem, die Menschen zu schützen, da grundlegende Verfassungswerte und primäre, die Frage der Besteuerung werden soll nicht platziert das Zentrum der Debatte, sondern eine marginale Rolle und Zubehör rivestirebbe jedoch wissen wir, dass für zwingende Gründe, die Frage in Italienisch, wie üblich, in einer umgekehrten Perspektive gerichtet, wo die täglichen Probleme die, die jeden Tag der Prostitution ausüben , zu Hause, wie die Straßen sind überflogenen de plan mit Heuchelei und Oberflächlichkeit, die manchmal Bestürzung, als ob diejenigen, die diesen Beruf ausüben, zusätzlich zu „Marke“ und die Vorurteilen sie täglich in dem sozialen Kontext konfrontiert Nicht nur waren sie nicht des Rechtsschutzes würdig, sondern waren nicht einmal Menschen oder Bürger oder Männer wie diejenigen, die eine Uniform tragen oder eine ein anderer Beruf oder Beruf. Wir sehen also, dass trotz des Anscheins der Moderne, der Strom nur die Frage der Besteuerung und ist sehr wahrscheinlich, dass in der Praxis am besten, dies ohne „legalisieren“ alles eingeführt wird, das heißt, ohne irgendeinen Schutz zu geben Rechts wirksam, Gewerkschafts- und soziale Würde zu denen, die in der Tat einen sozialen Dienst spielt und die Meinung des Verfassers auch sehr wichtig, wenn man bedenkt, zum Beispiel, sind einige der Fallstudien nur in denen Sexarbeiterinnen genannt, mehr und bessere Ärzte, Psychoanalytiker, usw., auf Gesicht und häufig sensible Probleme mit ihrer Professionalität lösen: ich sexuelle Hilfe für Behinderte denke, ein Problem, in dem das Recht auf Sexualität bestimmter Kategorien immer aktuell in der heutigen Gesellschaft immer nicht einfach ignoriert oder abgelehnt wird, wie in der Vergangenheit (Thema: http://www.stateofmind.it/2017/01/assistenza-sessuale-disabilita/), auf dem sessoterapia das mit Kompetenz seit 1977 doziert, vor allem Helen Singer Kaplan (New Sexualtherapie, Bompiani Ausgabe), Regie auch bei der Überwindung der Dysfunktion nicht nur Individuen, sondern auch in einer Beziehung, oder sie selbst zu begrenzen, immer die markantesten Fälle, die viele desillusionierten mit Liebe für ein alternatives Heilmittel oder ein Placebo zu Depressionen oder andere und die Psychoanalyse lehrt uns, dass in Zeiten, kann auch Placebo betrieben werden, warum, wie eros, Beziehung und aktive Vorstellungen in Vorschlägen leben und , wie es der große Carmelo Bene: „Jeder seine Vorschläge oder Visionen für sich selbst beschafft wird“ ... kurz gesagt, ist es nicht schwer zu sehen, dass die Mentalität in den meisten Fällen in der Tat blieb die Hindernisse des BGB genagelt von 1942 im Wesentlichen vor, bleiben zwei: 1) das Schreiben und die jurisprudential aktuelle Art.5 Auslegung des Kodex, die lautet: „Akte der Disposition des eigenen Körpers sind, ist verboten i, wenn sie eine dauerhafte Verminderung der körperlichen Unversehrtheit oder anderweitig gegen das Gesetz, die öffentliche Ordnung oder die guten Sitten führen.“, und der Begriff der Moral, nicht bekannt, lebt nur in der kriminellen Dimension, wo sie unterzog sich ein auch umfangreiche Revision der jüngste Entkriminalisierung der Umstände folgenden wie die von obszönen Aufführungen, ehemaligen art.528 CP oder Modernisierung Interpretationen des Gesetzes Obszönität beziehen (art.529 CP oder, ex Multis, über die schrittweise Entkriminalisierung von nackten, vor allem Frauen, http://www.lastampa.it/2016/09/06/italia/la-cassazione-masturbarsi-in-pubblico-non-pi-reato -Sie-wahrscheinlich-just-a-multa-wxkn7G3CeFBRUQpp9Sl5xJ / page.html), aber es gibt auch eine gesetzliche Dimension der Moral, in dem zum Beispiel die Praxis der Prostitution von einem der Ehegatten iniuria an den anderen Ehegatten Würde und spezifische Trennung Grund darstellen, usw., weshalb Prostitution immer noch eine Tätigkeit ist, kriminell indifferent außerhalb der Hypothese der Beihilfe, Ausbeutung usw. an einem öffentlichen Ort oder für die Öffentlichkeit zugänglich, potenzielle Kunden in eine Weise, die unter Merlin Gesetz (Gesetz Nr 75 von 1958.02.20) und der Annahme entgegen Priming (nennen, die sie zu „Ausschweifung“ bedrängt oder laden, ein Ausdruck, der Darüber hinaus hat er verloren, teilweise auch der historischen Wirklichkeit, in rechtswidriger Weise), aber civilly illegal und als solche nicht anfällig des Rechtsschutzes. 2) Das andere gesetzliche Hindernis ist bekannt traditionelle Maxime „Nemo auditur turpitudinem propriam alligans“ und findet eine normative Referenz nell'art.2035 des BGB in Bezug auf die so genannten natürlichen Bindungen. Auf den Punkt gebracht, versuchen die Gesetzgeber wieder gegen die öffentliche Moral leiten und damit die Sanktionen für die gesetzliche ihre Verfahrens Schutz verweigern und dergleichen, oder sagte, in anderen Worten, nicht ein Recht, wenn sie auf diese entsteht Unmoral, der Richter basierte Durchsetzung erlaubt er weigert sich, das Obige zu hören, und selbst diese Situation, da er keinen Schutz hat, kann technisch nicht als subjektives Recht definiert werden. daher aus praktischer Sicht, der Staat, ist Prostitution kein Job, wert Scharnier Gründung der Republik selbst auf die aktuelle Verfassung betrachtet, und dass die Prostituierte galt als bürgerlich rechtswidrige Tätigkeit oder in den harmlosesten von Hypothesen, zum Spiel-natürliche Bindung Schulden aufgenommen, das heißt, wenn der Kunde will, könnte es nicht bezahlen, weil sowohl die Prostituierte nicht Zivil- oder „Streit lavoristica“ verklagen könnten bezahlt werden. Wir wissen, dass dann in der Praxis ist es nicht so ist, weil die Prostituierten ist, wie die Bar, gelernt haben, bezahlt oder „antizipieren“ in der Regel vor der Aufführung, aber es ist auch wahr, dass die Figur des Zuhälter oder procurer oft notwendig geworden, oder physiologische, vor allem in bestimmten ökologischen Rahmenbedingungen, auch für diesen Rechtsgrund, die als Hintergrund oder Motivation des „alternativen Schutzes“ dienen muss, dass die Prostituierte buchstäblich für viele Profile gezwungen ist, zu sehen (siehe „der Platz Schutz“ usw. ), nicht immer völlig legitim, in anderen Fächern als institutionellen. Ich denke, diese sollten die wichtigsten Fragen zu im Mittelpunkt der politischen und rechtlichen Diskussion sowie kooperierende oder im Zusammenhang mit Bewegung gesetzt werden, in einer Perspektive der Legalisierung von gewerkschaftlicher Organisation und Ausbildung der Klasse (Ich beziehe mich auch auf, wie mit den Fällen empfindlich zu behandeln, dass ich genannt wenn Sie wirklich beginnt), beabsichtigen 60 Jahre nach dem kulturellen Rahmen des Merlin Gesetzes zu überschreiten, als eine Flucht, für die Zeit, von Staat zu beschaffen und die Ghettoisierung von „Fall geschlossen“, und vor allem der Gemälde von Alter des Gesetzes, mit denen unsere ZGB mit seinem Arsenal an den Rand zu drängen Dementis als wirkliche Ursache für Ausgrenzung und sozialer Stigmatisierung der Prostituierten wirkt, als unwürdig des Schutzes oder „Persönlichkeit oder Betreiber Aktivitäten“ gegen die guten Sitten im Inneren arbeiten von einer Zivilgesellschaft, gut oder schlecht, trat in das dritte Jahrtausend und in einem europäischen Kontext, der an der Basis auferlegt ihre Prinzipien, neben der Anerkennung der Menschenrechte, das Verbot von Diskriminierung und sozialer Ausgrenzung (Art.21 Charta der Grundrechte der Europäischen Union, G.U.U.E. C83 vom 30.03.2010, S. 389, Artikel 18 und folgende und 151 und folgende T. F. U. E.,). In einem solchen Zusammenhang, die die richtige ist die Frage in ihren verschiedenen politischen Implikationen, Rechts- und Geisteswissenschaften zu gestalten, die Frage der Besteuerung, die so teuer einige Politiker und Journalisten im gegenwärtigen Moment zu sein scheint, wird die letzte der Probleme . Es legalisiert und civilly einen Beruf Framing zu einer Kategorie von Arbeitnehmern und eine Art von Unternehmen, die Beseitigung von Diskriminierung und Günstlingswirtschaft, Würde und soziale Rolle zu verleihen und eine Anpassung an den europäische Zivilisation Wert einer postindustriellen Gesellschaft des dritten Jahrtausends zu schlagen, nicht etwas anderes Bargeld oder Finanzen mit der möglichen Einkommensbesteuerung zu machen, einschließlich der Grundeinkommen, das viele Menschen verhindern würde, den Weg der Prostitution zu nehmen, wenn sie eine Wahl in der Wirtschaft hatte (ist die Frage der Katze den Schwanz jagen in einem Land, das jetzt in wachsender Armut weit verbreitet ist). Aber es gibt noch mehr, sage ich, dass die Legalisierung der Prostitution heute einer üblichen kopernikanischen Revolution und einer Anpassung der Arbeitswerte und - kopien zugrunde liegt Geisteswissenschaften, in Bezug auf Verfassungs-, noch tiefer und sinnvoll in der gleichen Legalisierung der Geschlechtsumwandlung, auch auf Master-Ebene, nicht mehr zwingend notwendig „psychologische Wege“ orientierte Kastration oder die Änderung des chirurgischen Ebene Sex mit nicht dem Rest des Stoß Herd oder unbequemes Zeugnis einer dritten oder andere Wege der Geschlecht Alternativen zu verbreiteten Sexualität zu beseitigen, wie es der Fall bis vor einiger Zeit war (http://espresso.repubblica.it/attualita/2015/11/06/news/per -Wechsel-Sex-all-Registry-und-nicht-erforderlich-the-action-chirurgische-1.237566) und sogar Zivilanschlüße oder Legalisierung von gleichgeschlechtlichen Paaren, wie von der Erreichung ein Entzerrungs noch weit davon ist auch in diesem Bereich erreicht, in Meinung des Schriftstellers, Bewertung der Reform, spät und unter tausend Hindernissen durchgeführt, immer noch unbefriedigend und immer noch in der Lage, in vielerlei Hinsicht von Serien-B-Gewerkschaften im Vergleich zu der Idee zu sprechen und traditionelle Ehe, obwohl sie unsere Verfassung von 1948 viel moderner als das Zivilgesetzbuch ist und bereits mit dieser Art von Rede ohne die Notwendigkeit der Revision kompatibel ist. Zurückkommend auf die Frage der Besteuerung der Prostitution meine völlige Ablehnung ausdrücken, aus Gründen, die ich von den meisten verstanden und möchte die Aufmerksamkeit der Bewegungen und dem Ausschuss für die Verteidigung der Rechte von Prostituierten Pia Covre usw. bringen Erstens lehrt die Rechtspraxis mir, dass die Frage der Besteuerung, in Bereichen wie diejenigen, die täglich oder Sexarbeiterinnen in Italien leben und daran teilnehmen, verleihen könnte sich zu einem Instrument der Auseinandersetzung werden und sogar Erpressung oder in der Praxis Vergeltung. Denken Sie daran, dass ein großer Teil der Prostituierte in unserem Land gehört zur illegalen Einwanderung oder ist unter der Haube, oft drückend, kriminelle Clans oder anderweitig skrupellose und dass Einwanderer, vor allem, wenn nicht dokumentiert, sie wollen nicht Probleme mit dem Gesetz, einschließlich derjenigen auf der Steuerebene. Es ist also nur allzu leicht vorstellbar, was mit diesem Instrument in den Händen skrupelloser Menschen gegen eine bereits rechtlich und sozial schwache Kategorie geschehen könnte. Zweitens müsste ich den Technikern des Ministeriums für Wirtschaft und Finanzen erklären, wie wir die Privatsphäre unserer Kunden und Steuervorteile garantieren können. Sie können nicht denken, in der Tat, ein bestimmtes Gesetz zu schaffen, die die Kategorie unterscheidet, und erlegt den Empfang statt der Rechnung, weil solche Regelungen Probleme mit kippbaren Ungleichheiten schaffen würden, auf Verfassungs Legitimität Ebene, aus allen Kategorien, die Tätigkeiten ausüben Sie behandeln "sensible Daten" und Privatsphäre oder befreien sie von der Mehrwertsteuer in seiner Gesamtheit eine Kategorie, die auf Service-Leistung arbeitet. Aber die ernstesten Ratschläge sind von anderer Art. Diejenigen, die Prostitution ausüben, in den meisten Fällen tut es nicht durch Wahl oder „Leidenschaft“, wie das Lied von Fabrizio De Andrè über „Franny“, aber wegen der wirtschaftlichen Notwendigkeit. Kommt nicht selten vor, dass einige Mädchen approccino nur für eine kritische Zeit ihres Lebens für den Beruf und das Geld so schnell wie es geht aus schwierigen Situationen zu bekommen, nicht dramatisch zu sagen, eher dann zurück in ein normales Leben oder anderen Beruf, vielleicht sobald sie eine andere Verwendung finden, werden sie sogar schlechter bezahlt. Ich denke an diejenigen, die Kinder hatten in Zeiten des Krieges oder Wirtschaftskrise zu ernähren, wie die gegenwärtigen, oder ein krankes Familienmitglied zu Hause oder sogar zu einem schlechten illegalen Einwanderern zu kümmern, das „Lösegeld oder toll“ der Reise gezwungen zu zahlen und die Aufnahme oder Clan-Unterkunft usw. In dem Bestseller von Heinrich Boll „Meinungen eines Clowns“, auch erzählt die dramatische Geschichte der Zeit, die Rolle Kostüm Anlage und Vorurteile zu verstehen, die oft auch eine ursächliche Rolle wie die Frage der Erhaltung der Pflanzen haben Diskriminante codicistico 1942 oder Hindernisse für die Genehmigung des Gesetzes über die „Zivilanschlüße“, ein Ehepaar lebt in dem eine Frau mit zwei von ihrem Mann mit einem Maurer getrennt Kindern lebte, der sie liebte und war auch ein Vater zu den Kindern. assillandolo Unmoral Konkubinat mit einer Frau von ihrem Mann in der Tat ein katholischer Priester in Deutschland des am Kreuz setzen, wenn ein Maurer, in der und aus dem Beichtstuhl, getrennt, bis sie ihn gezwungen, zu Hause zu lassen und gehen. Das Ergebnis dieser "Katechese" war, dass die Frau, um ihre zwei Kinder zu ernähren, gezwungen wurde, sich zu prostituieren, und der Maurer wurde ein Alkoholiker in Verzweiflung. Mutatis mutandis, heute sehen vielleicht den Jungen zu „guten Familien“ von Verwandten überzeugt illegaler Einwanderer zu seinem Schicksal zu überlassen und dergleichen, aber die Gründe, die den Weg der Prostitution sind die verschiedensten führen, einschließlich der Option, nicht weniger dramatische Frauen, die in der Vergangenheit praktiziert haben, auch auf der Ebene des „High-Class“, gezwungen, jetzt betagt, um zurückzukehren, was einmal war der „Weg des Lasters“ für die einfache Abwesenheit von Formen der Unterstützung genannt oder angemessene soziale Sicherheit. Angesichts solchen Situationen, die eine Mehrheit und nicht die Minderheit sind, kann der Staat nicht und soll nicht die Rolle des Zuhälters spielen zu Steuern kommt, die im Hinblick auf der Merlin Law, wurde als eine Plage oder soziale Schande betrachtet durch Kampf oder auf der Ebene der Sozialhilfe stammt und nicht nur oder nicht so sehr durch repressive Mittel (ich wiederhole Prostitution selbst, obwohl der Stand der Dinge, ist es keine Straftat ist). Deshalb sind wir für die Legalisierung auch aus einer gesetzlichen Perspektive und die Anpassung an europäische Profile Ordnung, aber nicht auf die Besteuerung, geschweige denn in der aktuellen historischen Moment, in dem der italienische Staat, stark unter dem Wohlfahrtsprofil fehlt und um alternative Arbeitsformen zu finden, kann es nicht als Richter oder Lyon aufstehen. Die Mädchen und Frauen auch reif, die heute in der Prostitution gezwungen sind, häufig einschließlich Belästigung und alltägliche Diskriminierung, weil sie nicht die Möglichkeit zu haben, eine reiche Familie oder „gut aufgestellt“, hatten hinter dem kann ihnen ein bequemes Leben gewährleisten, oder ein fester Platz im öffentlichen Sektor oder Transvestiten und Transsexuellen auf der Straße begann wie fast einzige Quelle der Unterstützung möglich für ihre „Wahl des Geschlechts“, in einer Gesellschaft, die diskriminiert, noch (Sie wissen schon, in Italien, Transsexuellen in Polizeiakten, Polizei oder die Justiz?) sollte nicht auch die zehnte mittelalterliche auf dem Erlös aus dem Verkauf des Körpers private Gesicht, denn dies würde keinen Zivil- und Verfassungs Fortschritt, sondern ein Rückzug und eine kleine Spekulation von Politikern und der Zustand des Unglücks und Elend an der Basis der Prostitutionswahl! Schließlich, wenn es ein Bereich ist, der von dem Steuerbeitrag befreit werden soll, nicht so sehr nicht nur auf die Art der sozialen Dienste geleistet (man denkt auch, wie viele Vergewaltigungen, sexueller Straftaten und Belästigungen in weniger dank die Anwesenheit von Sexarbeiterinnen das Gebiet und es wäre interessant, statistische Erhebungen über das vermehrte Auftreten bestimmter Phänomene zu führen, in denen solche Dienste nicht verfügbar sind), oder um Ihre Privatsphäre, vor allem aber für die Kausalität stromaufwärts oft aufgrund der Untätigkeit der Wohlfahrtsstaates und anderer Chancen sowie die Notwendigkeit, sich selbst zu vergegenständlichen, Güter auf der physischen Ebene zu erlangen, das Verlangen anderer zu befriedigen, steht außer Zweifel, dass es sich genau um Prostitution handelt. Dann gibt es eine ganze Reihe von psychologischen Folgen der Ausübung des Berufs resultierenden, die nur haben zum Teil angesprochen worden, bis heute, die psychoanalytische Literatur und Forensik (Cesare Lombroso für die Pilger Sexologie an ankommen behandelt „Eros und Zivilisation“ von Herbert Marcuse), aber sie stellen den „realen Preis“, dass Sexarbeiterinnen zahlen, auch in diesen Zeiten, zusätzlich zu Diskriminierung, Ausgrenzung und soziale Stigmatisierung. Ich spreche von Schuld oder unbewussten Wünsche masochistische Selbstbestrafung oder Selbstzerstörung, die viele im Inneren als eine wahre „psychologische Bombe“ tragen jederzeit bereit, zu explodieren, um einen Weg nehmen meist noch von Moral und Religion zensiert oder besser vor Vorurteilen. Im Gegensatz zu Kunden, die Prostituierte auf ihren Instinkten und Spannung downloaden Zufriedenheit zu erreichen oder „kleinen Tod“, und selten leiden an Konflikten oder Schuld (zum Beispiel im Fall des Verrats der Ehepartner in der traditionellen Perspektive, etc.). wie von Marcuse über die Psychoanalyse von Sigmund Freud erklärte, alle Instinkte und Leidenschaften, die es verschlingen neigen dazu, ein Gleichgewicht, das die Überwindung des Lebens selbst, das „Nirvana oder Paradies“ anorganisch, von denen die „petit morgue“ in allen resultierenden ' Orgasmus stellt nur den Fortschritt dar, das Ersatz- oder Verzögerungswerkzeug. So trägt die Prostituierte in all dieser „Last des Todes“ oder „Rennen auf dem Tod“, um zu verlieren, nicht selten den gleichen Sinn für das Leben in der Perspektive oder das gleiche Gefühl der in einem psychologischen Grenz Prozess Selbsterhaltung entwerten. Sie ist sich des Vergnügens bewusst, aber dieses Vergnügen ist illusorisch, kurzzeitig und ein Auftakt zum "Jenseits des Lustprinzips". Genauer gesagt, Freud hatte, fast wie in einer Entwicklung der darwinistischen Evolutionstheorie, vermutet, dass sich die individuelle Ontogenese immer auf die Phylogenie der gesamten Spezies bezieht. Dass es ein Zustand der undifferenzierten Ur-Instinkte, nämlich die Tendenz des organischen Lebens auf die „recherche du Temp perdu“, dh den bisherigen Stand der Dinge verlassen unter dem Druck äußerer Kräfte Stören Hervorhebung der suggestiven Kraft der Erinnerung und wiederherzustellen explosives Potential (Eros und Zivilisation Marcuse, Mondadori, pag.194). Beim Menschen kehrt dieses Gedächtnis oft zur Kindheit, Jugend, zur mütterlichen Figur zurück, wenn er "geschützt" war und sich nicht selbst verteidigen musste und die Verantwortung für Entscheidungen wie im Erwachsenenleben übernehmen musste. In diesem Sinne stellt die Figur der Prostituierten das Objekt der Übertragung auf die Ahnenfigur der Großen Mutter dar! Der Sinn des Lebens, nach dieser Ansicht von Freudsche Herkunft, würde alle in ' ‚rückwärts‘, auch in den Ritualen des täglichen Lebens, so die Beziehung mit den Prostituierten sind oft sie, die die Sache, als die Mutter und Kind führen und verwalten und alle Instinkte stammen zugleich aus dem Unbewußten und daher aus unserer Vergangenheit und aus den Erfahrungen oder Empfindungen der Vorfahren, bis in die früheste Kindheit. Zusammengefasst für Freud, wollen wir das Vergnügen erreichen aller Spannung und Aufregung, um loszuwerden, wie wenn wir in ihrem ursprünglichen Zustand anorganisch waren, früher oder später zum Leben erwecken (schreibt Lukrez in De Rerum Natura „Nichts war für uns die Zeit vor zum Leben erwacht und nichts wird für uns die Zeit sein, die unserem Aufbruch folgen wird! ") und in dieser Perspektive gibt es hinter dem Eros immer den Todestrieb, die beiden Instinkte sind streng benachbart, wenn nicht gar symbiotisch Aber, wenn auf der einen Seite, der Kunde findet oder versucht, die momentane Befriedigung zu finden, nimmt die Prostituierte auf mich die psychische Belastung aller Spannungen und Kunden Instinkte, dass die Gesellschaft mit all ihren Problemen, wie Der Erlöser übernimmt in der christlichen Vision die Last aller "Sünden der Welt", selbst der niedrigsten Leidenschaften und ungelösten inneren Konflikte. Dies bedeutet nicht, dass Prostitution als berufliche Tätigkeit nicht ausgeübt werden kann, auf den verschiedenen Psychologien abhängig, auch in egosyntonic Art und Weise, aber, wie gerade in der anstrengendste Arbeit auf psychologischer Ebene, diese Art von Aktivität in den meisten Fällen beinhaltet nimmt auf sich eine psychische Belastung und erfahrungs, die am wenigsten schwer zu sagen, und oft schwer (daher traditionell die Verwendung von Alkohol, Drogen, Psychopharmaka und anderen verheerenden Nebenwirkungen, von denen aus Lombroso kriminologische Literatur ist reich umzusetzen der in der Prostituiertenfrau das spiegelnde Alter Ego seines Prototyps eines straffälligen Mannes sah). Aber Prostitution in einer modernisierten und humanisierten Vision, heute wie in den Tagen der Mysterienkulte, hat noch mehr als vor der Psychoanalyse mit der intimen psychischen und emotionalen Identität zu tun, aus der sich der Sinn des Lebens selbst ableitet. Schicksale der Welt, also diejenigen, die diesen Weg des Lebens wählen, unabhängig von den Umständen, die ihn geführt haben, sind und sollen überhaupt nicht als Ablehnung der Gesellschaft betrachtet werden, sondern bedürfen der Aufmerksamkeit und Rücksichtnahme des Staates sowie Hilfe und Pflege in Schwierigkeiten. Wenn wir bereit sind, die Debatte in dieser Hinsicht kulturell zu konfrontieren, dann kann nur eine ernsthafte Debatte eröffnet werden und nicht eine bloße legislative Spekulation, um Bargeld mit dem Default um die Ecke zu bringen. Rom, 23. September 2018. Rechtanwalt Gianfranco Ferrari Publizist Journalist
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiElimina