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venerdì 26 febbraio 2016

LA MORTE DI UMBERTO ECO,SEMIOLOGO,MEDIEVALISTA E AMBASCIATORE DELLA CULTURA, PONTE DI COLLEGAMENTO TRA ITALIA E GERMANIA.DER TOD VON UMBERTO ECO, SEMIOLOGIST, MEDIEVALIST UND BOTSCHAFTER DER KULTUR, BRüCKE UND VERBINDUNG ZWISCHEN ITALIEN UND DEUTSCHLAND.

LA MORTE DI UMBERTO ECO,SEMIOLOGO,MEDIEVALISTA E AMBASCIATORE DELLA CULTURA, PONTE DI COLLEGAMENTO TRA ITALIA E GERMANIA. Il 19 febbraio ci ha lasciati il grande intellettuale e scrittore Umberto Eco,scrittore, saggista, semiologo,medievalista e ponte culturale con la Germania che lo considerava come una sorta di ambasciatore tra le culture dei due paesi. Al di là di alcuni suoi best sellers molto conosciuti a livello mondiale come “Il Nome della Rosa”, trasposto sugli schermi cinematografici dal regista francese Jean Jeacques Annaud, o “Il pendolo di Foucault”, viaggio che attraversa anche il mondo sotterraneo iniziatico-massonico e, da ultimo, “Il cimitero di Praga”,che rivela piste e particolari inediti sul processo di unificazione italiana, deve ritenersi non meno importante la sua letteratura saggistica,che ha fatto scuola non solo negli ambienti accademici e che rivela l’humus culturale in cui maturavano alcuni suoi capolavori editoriali con ampio successo presso il pubblico più vasto. Qualsiasi studente universitario alle prese con la sua tesi di laurea o qualsiasi scrittore agli esordi, ad esempio, potrà trovare prezioso quello che in realtà è un discorso sul metodo incentrato su consigli pratici,mi riferisco al suo lavoro: “Come si fa una tesi di laurea”,attualmente edito da Bompiani,con cui risulta pubblicato anche il suo insuperato lavoro sul medioevo: “Scritti sul pensiero medievale”. In quest’ultimo volume,che può paragonarsi al terreno di riflessioni e intuizioni in cui matura il grande successo de “Il Nome della Rosa”,cui è legata la più ampia consacrazione di fama mondiale del semiologo,possono reperirsi alcuni dei risultati più interessanti del suo lavoro di analisi e ricerca storica,filosofica e semantica,dalle riflessioni sul ruolo di Alberto Magno, ponte medievale anch’egli tra Italia e Germania, alle analisi del senso estetico e del ruolo dei colori nel pensiero dell’età di mezzo, alle analisi sul metodo di Porfirio,i bestiarii e le etimologie di Isidoro, in cui si possono ravvisare le origini della enciclopedistica moderna,fino alle visioni apocalittiche del Beato di Liebana e ai primi studi scientifici di ottica degli Arabi o al ruolo rivoluzionario che Eco attribuiva alla riscoperta umanistica del Corpus Hermeticum e alla filosofia del cambiamento in cui individuava uno dei momenti più significativi del passaggio culturale per gradi dal medioevo al rinascimento. In sintesi potremmo dire che Umberto Eco ha rappresentato per noi in Italia, e forse in parte anche per i Tedeschi, che lo stimavano immensamente, quello che lo storico medievale Jacques Le Goff ha rappresentato per la Francia. Ciò che forse distingueva Eco da Le Goff e finiva per avvicinarlo, per certi versi, più all’altro grande storico francese Georges Duby, è il fatto che Eco, più ancora che negli affreschi storici, eccelleva nella capacità di risolvere quesiti storici e filosofici insoluti o apparentemente insolubili, forte della sua capacità di interpretare “i segni”, compresi quelli del linguaggio. Duby,da storico puro, è rimasto insuperato nel far affiorare aspetti sociali e del privato medievale e antico attraverso la ricostruzione da piccoli particolari,mentre Umberto Eco attraverso la sua investigazione sui “segni e le allegorie” dei tempi, compresa la nostra società contemporanea, eccelleva nell’intuire le svolte epocali di pensiero e di costume. In questo senso possiamo tranquillamente parlare di senso investigativo storico o di investigatori intellettuali prestati alla storia, alla filosofia,alla letteratura, con metodo semiologico più ancora che filologico e semantico,nel caso di Eco, rappresentando la filologia il metodo d’approccio più tradizionale. E, in questo senso, Eco mostrava di avere un’impostazione di pensiero indissolubilmente legata alla visione allegorica medievale, ma anche sorprendentemente moderna e rivoluzionaria nel metodo, se si considera che questa nostra società contemporanea del marketing e del mercato pubblicitario, ha riscoperto il sistema della sintesi e della comunicazione immediata “per segni” e palinsesti,più ancora che l’indagine filologica o la comunicazione oratoria o retorica. Si potrebbe quasi tentare oggi, in questo nostro “Nuovo Medioevo” di parlare di crisi della retorica o peggio dell’oratoria stessa persino in politica, tanto che alcuni parlano di linguaggio assertivo da parte dei nostri politici e parlamentari, piuttosto che di linguaggio argomentativo o della capacità di convincere e illustrare attraverso il linguaggio, doti appartenenti sempre più al passato,come se il consenso fosse dato quasi per scontato e la sovranità popolare sempre più,obiettivamente, in declino. Anche in questo Umberto Eco era stato un profeta, non senza accenni di pessimismo che, a volte, traspaiono già nell’altro suo saggio “Apocalittici e integrati”, che ha finito per segnare una linea di demarcazione delle categorie di pensiero e di comprensione dell’approccio politico e culturale fin dal 1964,data della sua prima edizione. Una grande perdita dunque,non solo per l’Italia, ma anche per la Germania che, molto più di noi, incentra da sempre la riflessione storica sull’età di mezzo. Ci mancheranno le sue capacità di analisi e sintesi che gli permettevano di scorgere, prima e più di altri, i “segni dei tempi” e le linee di tendenza, quello che i Tedeschi chiamano Zeitgeist! Con la recente scomparsa, lo scorso anno, del grande Jacques Le Goff e la perdita recente di Umberto Eco ci rendiamo conto di essere rimasti sempre più dei nani in grado di vedere un po’ più lontano solo perché seduti sulle spalle di giganti , per usare una sua frase celebre che lui riferiva alla grandezza degli antichi rispetto agli autori medievali o meglio a come nel medioevo ci si rapportava alla grandezza del pensiero antico. DER TOD VON UMBERTO ECO, SEMIOLOGIST, MEDIEVALIST UND BOTSCHAFTER DER KULTUR, BRüCKE UND VERBINDUNG ZWISCHEN ITALIEN UND DEUTSCHLAND. 19. Februar hat uns die große intellektuelle und Schriftsteller Umberto Eco, Autor, Essayist, semiotician, Mediävisten und kulturelle Brücke mit Deutschland, die ihn als eine Art Botschafter zwischen den Kulturen der beiden Länder. Darüber hinaus einige seiner meistverkauften weltweit bekannt als "Der Name der Rose", umgesetzt auf Kinoleinwände von Französisch Regisseur Jean Jeacques Annaud oder "Das Foucaultsche Pendel", die auch Reise durch die Unterwelt Initiations freimaurerischen und zuletzt ", das Prager Friedhof", die neue Details zu den Pisten und der italienischen Einigungsprozesses zeigt, muss nicht zuletzt ihre Sachliteratur betrachtet werden, die eine folgende, nicht nur in akademischen Kreisen gewonnen und zeigt den kulturellen Hintergrund wo gereift sie einige seiner Meisterwerke mit großen Verlags Erfolg mit der breiten Öffentlichkeit. Jeder Student College kämpft mit seiner Diplomarbeit oder einem Schriftsteller zu Beginn zum Beispiel finden wertvoll, als es wirklich ein Diskurs über die Methode ist auf praktische Ratschläge konzentriert, ich beziehe mich auf seine Arbeit: "Wie funktioniert eine These Grad ", die derzeit von Bompiani veröffentlicht, die auch seine unübertroffene Arbeit auf dem Mittelalter veröffentlicht:". Schriften über das mittelalterliche Denken " In diesem Band, die in das Land der Reflexionen und Erkenntnisse den großen Erfolg ", wo der Name der Rose reifen" verglichen werden können, die gegenüber der Welt berühmt Weihe der semiotician verknüpft ist, können einige der interessantesten Ergebnisse der reperirsi seine Arbeit der Analyse und der historischen Forschung, philosophischen und semantischen, von den Reflexionen über die Rolle von Albert der Große, mittelalterliche Brücke auch zwischen Italien und Deutschland, zur Analyse des ästhetischen Sinn und die Farbe des Mittelteils im Denken, Analyse auf Porfirio Methode, Bestiarius und die Etymologien des Isidor, wo man die Ursprünge der modernen enciclopedistica erkennen kann, auf die apokalyptischen Visionen von Beatus von Liebana und den ersten optischen wissenschaftlichen Studien der Araber oder die revolutionäre Rolle, die Eco zur Wiederentdeckung zugeschrieben Humanist des Corpus Hermeticum und die Philosophie des Wandels identifiziert, in denen einer der wichtigsten Momente des kulturellen Übergangs in Stufen vom Mittelalter bis zur Renaissance. wir konnten Zusammenfassend sagen, dass Umberto Eco hat sich für uns in Italien vertreten, und vielleicht teilweise auf die Deutschen, die ungeheuer geschätzt, was der Historiker Jacques Le Goff mittelalterlichen für Frankreich entfielen. Was vielleicht aufstrebenden Eco Le Goff und lief es in gewisser Weise näher zu bringen, mehr zu den anderen großen Französisch Historiker Georges Duby, ist die Tatsache, dass Eco, mehr noch als in den historischen Fresken, in der Fähigkeit, historischen und philosophischen Fragen zu lösen brillierte ungelöst oder scheinbar unlösbaren, dank seiner Fähigkeit, die "Zeichen", einschließlich Sprache zu interpretieren. Duby, aus rein historisch, blieb unübertroffen in den sozialen Aspekten und bringen die mittelalterlichen und antiken Privat durch die Rekonstruktion von kleinen Details, während Umberto Eco durch seine Untersuchung "Zeichen, und die Interpretation" der Zeit, einschließlich unserer heutigen Gesellschaft, er brillierte nell'intuire die großen Wendepunkte des Denkens und Lifestyle. In diesem Sinne können wir sicher von Untersuchungs historischen Sinn sprechen oder geistigen Ermittler zur Verfügung gestellt, die Geschichte, Philosophie, Literatur, mit semiotische Methode noch mehr als philologisch und semantische, im Falle von Eco, was Philologie den eher traditionellen Ansatz Methode. Und in diesem Sinne, Eco eine Einstellung des Denkens untrennbar mit der mittelalterlichen allegorischen Vision verknüpft haben gezeigt, sondern auch überraschend modern und revolutionär in dem Verfahren, wenn man bedenkt, dass unsere heutige Gesellschaft für Marketing und Werbemarkt, hat das System neu entdeckt Synthese und unmittelbare Kommunikation "für" Zeichen und Zeitpläne, noch mehr als die philologische Untersuchung oder Sprachkommunikation und Rhetorik. Man könnte fast heute tastete, in unserem "New Mittelalter" über die Krise der Rhetorik oder schlechter Oratorium gleichen, auch in der Politik zu reden, so sehr, dass einige sprechen von durchsetzungs Sprache unserer Politiker und Parlamentarier, anstatt argumentative Sprache oder die Fähigkeit, Fähigkeiten, die durch Sprache gehören zu überzeugen und zeigen immer mehr der Vergangenheit an, als ob die Zustimmung fast selbstverständlich und Volkssouveränität mehr objektiv im Niedergang gegeben wurde. Wieder war Umberto Eco ein Prophet, die manchmal nicht ohne Hauch von Pessimismus transpirieren bereits einen anderen Aufsatz "Apocalyptic und integriert", die eine Trennlinie in den Kategorien des Denkens und des Verständnisses zu markieren der gekommen ist, "kulturellen und politischen Ansatz seit 1964, das Datum der ersten Veranstaltung. Daher ist ein großer Verlust, nicht nur für Italien, sondern auch für Deutschland, dass viel mehr als uns, konzentriert sich immer historische Reflexion über das Alter des Weges. Wir werden seine Fähigkeiten der Analyse und Synthese vermissen, die ihm ermöglicht, um zu sehen, vor und mehr als andere, die "Zeichen der Zeit" und die Trends, was die Deutschen den Zeitgeist nennen! Mit der kürzlich erfolgten Verabschiedung, im vergangenen Jahr, der große Jacques Le Goff und der jüngste Verlust von Umberto Eco erkennen wir, dass sie mehr geworden sind und mehr von den Zwergen der Lage, ein wenig "sehen weiter weg nur auf den Schultern von Riesen, da sitzen, zu verwenden, seinen berühmten Satz, dass er auf die Größe des antiken als mittelalterlichen Autoren oder besser als im Mittelalter bezog es vergleicht die Größe des antiken Denkens.

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