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domenica 26 febbraio 2017

LA QUESTIONE DEI SERVIZI IGIENICI NELLE AGENZIE DEGLI ISTITUTI DI CREDITO E BANCOPOSTA


LA QUESTIONE DEI SERVIZI IGIENICI NELLE AGENZIE
DEGLI ISTITUTI DI CREDITO E BANCOPOSTA


Da utenti può capitare a tutti di sostare anche per delle ore dentro gli uffici postali,oggi bancoposta, o le agenzie degli istituti di credito per adempiere a qualcuna delle innumerevoli incombenze quotidiane, dai pagamenti, alla riscossione di assegni al ritiro di corrispondenza,ecc. La cosa che può balzare all’occhio, almeno tra Roma e dintorni, è l’assenza dei servizi igienici per il pubblico, a differenza di altre tipologie di esercizi commerciali e altre attività di pubblico servizio, dagli uffici comunali ai bar, pizzerie,ecc. Talchè viene spontaneo domandarsi se non vi sia un deficit della cultura del servizio pubblico,specie a certe latitudini (esattamente come l’abitudine in certi comuni di rimuovere o non installare panchine per la paura di bivacchi o capannelli,quando invece il turismo e la teoria del rispetto del visitatore e dell’incentivo di momenti di aggregazione, dovrebbe essere una delle priorità di un paese che vive di terziario) o se si tratti di un trattamento discriminatorio tra tipologie di esercizi o attività di servizio pubblico che finisca pur sempre, in un modo o nell’altro, per favorire e privilegiare chi esercita attività bancarie o simili, dal momento che gli uffici banco posto sono stati assimilati alle attività bancarie almeno per le attività di tenuta di conto corrente bancoposta,libretti postali,ecc. Da un punto di vista giuridico la risposta si trova nella Direttiva U.E. 123/2006 che,sul punto, espressamente dispone: “Negli esercizi commerciali i servizi igienici devono essere dimensionati come segue: l da 250 a 1000 mq - di superficie di vendita - 1 servizio igienico (wc e lavamani), riservato al pubblico e dimensionato per disabili; l oltre i 1000 mq- di superficie di vendita - almeno 2 servizi igienici (uno per sesso) riservati al pubblico, di cui 1 dimensionato per disabili. Il servizio deve essere facilmente accessibile, possibilmente dal locale di vendita, adeguatamente segnalato, indipendente dai locali in cui sono posizionati i servizi assistenziali dei lavoratori.”.Non sono previste eccezioni o trattamenti particolari per istituti di credito e bancoposta, ragion per cui riteniamo che la prassi di chiudere un occhio, a certe latitudini,rispetto a pizzerie,bar,ecc. dipenda più dall’abito mentale di sindaci, Asl e controlli di polizia locale o sportelli delle attività produttive comunali, abituati forse a trattare determinate categorie “col cappello in mano” o con i guanti di velluto, come si dice in gergo, tanto che, in assenza di tali servizi, sia per il personale che vi lavora che per il pubblico, dovrebbe ritenersi mancante il requisito amministrativo dell’agibilità delle strutture con le conseguenze di legge (sospensione dell’attività, sanzioni pecuniarie,invito a provvedere a mettersi in regola entro un termine perentorio,ecc.). Eppure, se vi dovesse capitare di fare un breve giro di verifica o monitoraggio, potreste rendervi conto di persona di quanto sia diffuso l’abito mentale o la sudditanza psicologica istituzionale verso chi maneggia professionalmente danaro, cioè verso chi esercita attività bancarie e assimilate, e di come tale sudditanza o “timore reverenziale” o “spirito di favore” diffuso anche tra le istituzioni finisca per passare sopra od essere preminente financo sull’applicazione di leggi, regolamenti, buon senso,ecc. Poiché appare chiara l’esigenza dei servizi igienici al pubblico soprattutto per quegli esercizi in cui si passa più tempo e il pubblico finisce per sostare maggiormente proprio a causa della quantità di pagamenti e adempimenti burocratici che le stesse istituzioni fanno passare per gli sportelli bancari e postali.







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