Cerca nel blog

domenica 15 gennaio 2017

INSISTERE ANCORA CON LA CANDIDATURA A PREMIER E LA SEGRETERIA POLITICA DI MATTEO RENZI EQUIVALE A CONSEGNARE IL PAESE NELLE MANI DI BEPPE GRILLO, IL MOVIMENTO CINQUE STELLE E IL FRONTE ANTIEURO, CRONACA DI UN SUICIDIO POLITICO ANNUNCIATO DA PARTE DEL PARTITO DEMOCRATICO.

Si avvicina la data del congresso di marzo del Pd per la nomina del nuovo segretario e probabilmente per la selezione della nuova leadership intesa anche come candidatura a premier per le prossime elezioni nazionali. Da quello che si evince, in una situazione generale di stagnazione politica interna di questo partito, è ancora l’assoluta assenza di valide proposte che possano contrapporsi a Matteo Renzi e dare un’alternativa non solo al partito democratico, ma al paese. Infatti abbiamo poche certezze, ma abbastanza chiare:
1) il partito democratico, come affermato anche da Marianna Madia in un convegno a cui ho potuto assistere personalmente durante l’ultima campagna referendaria, è l’unica formazione politica che garantisce,allo stato dei fatti, in Italia la saldatura all’ancora di salvezza economica dell’euro come moneta e all’Europa come ancora di salvezza dei valori di civiltà democratica e occidentale. 
2)Sbagliare proposta politica sia alla segreteria di questo partito che come candidatura a premier alle prossime elezioni, significa consegnare automaticamente il paese al fronte antieuro,conseguentemente ad un periodo di turbolenze e incertezze economiche e politiche e allo spettacolo caotico recentemente offerto a Roma, con la gestione Raggi, e a livello europeo, con la manovra del fallito passaggio al gruppo dell’Alde, dal movimento cinque stelle.
 3)Le condizioni economiche e finanziarie in cui complessivamente versa il paese da anni, dopo la crisi economica e il disastro di Berlusconi e i fallimenti della gestione Renzi, non lasciano dubbi circa il fatto che si tratterebbe di un salto nel vuoto senza rete di protezione con conseguenze potenzialmente catastrofiche.
 4)Dopo la sconfitta al referendum costituzionale del 4 dicembre, il fallimento della politica dei voucher (che vanno rivisti anche a detta dell’attuale autorevole premier Paolo Gentiloni,che sta facendo un ottimo lavoro sia in materia di politica estera che di sicurezza e controllo dell’immigrazione, tentando un recupero di credibilità del paese dopo anni di pessime gestioni) e l’ammissione di alcuni quesiti referendari sul jobs act, la prospettiva di incostituzionalità dell’italicum, legge elettorale voluta da Renzi e che probabilmente andrà direttamente in archivio senza essere mai stata sperimentata, gli ultimi scandali e inchieste che hanno visto coinvolti il ministro Luca Lotti e il padre di Matteo Renzi insieme al comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Del Sette (http://www.farodiroma.it/2016/12/22/del-sette-indagato-lambita-la-famiglia-renzi-woodcock-alla-carica/ ), la fronda interna Pd durante il referendum costituzionale che ha reso palese il pericolo di scissioni e frantumazioni dell’unico partito europeista di maggioranza rimasto nell’arco costituzionale,ecc. appare chiaro anche ai più ingenui,come ha accennato anche il noto giornalista satirico romano Roberto D’Agostino, che riproporre Matteo Renzi tanto a candidato a premier per le prossime elezioni che a segretario del partito, a nostro sommesso avviso, equivarrebbe senza ombra di dubbio a suicidio politico dello stesso partito democratico, con i tesseramenti sempre più in calo e lo scollamento pressoché totale dagli umori e dalle convinzioni politiche della base (http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/01/13/pd-nel-2016-iscritti-in-calo-crollo-in-emilia-tesseramento-prorogato-guerini-dati-non-rispondenti-alla-realta/3313711/ ). Anche le politiche di presunta prevenzione della corruzione con l’Anac del magistrato Cantone ci sembrano, tuttosommato, un autentico flop, continuando il fenomeno ad essere dilagante nel paese e l’unico risultato rivendicato a favore dell’operato del governo Renzi dal magistrato Carofiglio,vale a dire la legge sulle unioni civili per arginare il fenomeno della discriminazione sessuale,atteso da circa ventanni, a parere dello stesso e anche della Corte di giustizia europea,deve ritenersi come un complesso normativo piuttosto deludente, se solo si tengano presenti le considerazioni sollevate in altro mio post e la questione delle adozioni viste sotto l’ottica dei diretti interessati (http://gianfrancoferrari2013.blogspot.it/2015/10/la-moratoria-italiana-sul.html).

A questo punto la proposta di Cuperlo alla segreteria, che sembra essere la persona giusta per tentare un recupero di dialogo con la base, soprattutto con le giovani generazioni, e tra le varie correnti interne al partito, non foss’altro per la sensibilità e gli studi umanistici e politici che lo contraddistinguono, e la ricerca in tempo reale di un’alternativa credibile e più accettabile rispetto a Renzi, diventano le due uniche priorità e i passaggi obbligati del partito democratico che si impongono, sulla scena politica, per i principi superiori della ragion di Stato e dei valori dell’Europa. Un passo falso significherebbe non solo il suicidio politico di questo partito e conseguentemente scenari di scissione e frantumazione, ma anche il disastro e la caduta nel baratro dei populismi e delle illusioni demagogiche per l’intero paese. Nell’attuale momento storico, dunque, le sorti e la conduzione del prossimo congresso del Pd segnano il punto di svolta e la cartina di tornasole del ritorno al dibattito democratico interno e della fine dei verticismi e decisionismi che hanno contrassegnato anche l’inconcludente pagina triennale del renzusconismo e costituiscono il viatico e il paradigma delle sorti della vita politica e costituzionale dell’intera Repubblica, preannunciando e anticipando il ritorno al sistema elettorale proporzionale, fatto di confronti seri, di figure capaci di mediare in nome di un interesse superiore, di conflitti interni anche seri ma costruttivi,abbandonando la via dei personalismi e dei solisti per quella occidentale della costruzione, giorno per giorno del contratto sociale. Ben venga dunque alla segreteria del Pd il triestino Gianni Cuperlo, con la sua eloquenza raffinata e con la sua sensibilità e abilità diplomatica, a ripristinare l’imperio della dialettica e dell’arte della parola,quasi dimenticate da trentanni in un paese in cui la politica si è involgarita e ha toccato la pagina più bassa in termini di consensi e di capacità di coinvolgere anche le minoranze e le fasce deboli a tutto vantaggio dell’astensionismo,del voto di scambio, degli estremismi e della crisi di ogni sorta di coesione sociale. Ben venga una sensibilità quasi psicanalitica e femminile in un paese ormai stuprato da un trentennio di derive autoritarie,leggi ad personam e controriforme. Solo a fronte di un confronto autentico e della defenestrazione del renzismo inteso come proposta renziana di leadership e nella ricerca di figure più preparate e credibili per la candidatura a premier nelle prossime elezioni, come quelle del Conte Paolo Gentiloni, di Marianna Madia, Maria Elena Boschi e Marco Minniti, che stanno contribuendo, in questo momento, alla ricerca seria di un recupero di credibilità del paese sulla scena internazionale, oltre che in termini di sicurezza, avendo compreso il primato attuale della politica estera nello scenario europeo e italiano, sarà possibile scongiurare il caos e il disastro. In tale ottica la recente indagine del magistrato napoletano Henry John Woodcock che coinvolge l’entourage anche familiare renziano, oltre alla figura del fedelissimo Luca Lotti, può essere interpretata come un intervento provvidenziale della magistratura, una fortuita coincidenza o un fenomeno positivo di “tutoraggio o messaggio istituzionale” che forse potrebbe rivelarsi idoneo a preservare il congresso interno del Pd e l’intero paese dal pericolo di stagnazione politico-economica e di ricaduta nel renzismo. Insomma un intervento pressoché indispensabile nell’attuale momento storico per la salvezza del salvabile e che va letto nella giusta ottica senza sterili polemiche e dietrologie, considerando gli episodi oggetto di indagine e il fatto che Matteo Renzi, contrariamente agli annunci prereferendari, anziché ritirarsi dalla politica definitivamente, insiste col suo sterile presenzialismo, magari tentando di destabilizzare l’operato positivo dell’attuale governo, premendo dissennatamente sul pedale dell’accelleratore dei tempi delle elezioni, per la smania di ricandidarsi e ritornare in pista,senza alcun programma o proposta sensata,magari per riproporci qualche altro scenario di pseudoriforme improponibili o controproducenti, come quelle che costantemente ha proposto nei suoi tre anni di governo contrassegnati da continue smanie di competizioni personali fini a se stesse, trasmettendo al paese stress, divisioni,conflittualità e nervosismo in uno scenario quasi da nevrosi di massa o da psicopatologia della vita quotidiana, diversamente dalla tranquillità,dalla moderazione,dalla sicurezza e dall’equilibrio, di cui abbiamo bisogno più di ogni altra cosa nel contesto già stressante della vita contemporanea e che sembra trasmetterci, finalmente, con un tocco di classe, la figura colta ed elegante del Conte Paolo Gentiloni.









Nessun commento:

Posta un commento

KANZLERIN