Cerca nel blog

sabato 15 giugno 2013

DIRITTO DI ACCESSO AGLI ATTI AMMINISTRATIVI E ARTICOLO 328 DEL CODICE PENALE IN ITALIA.RECHT ZU DOKUMENTEN UND ZU VERWALTUNGSINFORMATIONEN ARTIKEL 328 DES STRAFTSGESETZBUCH IN ITALIEN Access.

Il 1990 fu un anno cruciale da un punto di vista delle riforme legislative e nel processo di assimilazione normativa dell’Italia agli standards e ai modelli amministrativi europei. Quello fu l’anno dell’emanazione ed entrata in vigore della nota Legge n°241 del 7 agosto, letteralmente: “Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi”, che diventerà poi, nel linguaggio degli addetti ai lavori, “La legge fondamentale sul procedimento amministrativo” o anche più semplicemente, a livello popolare, “la legge sulla trasparenza”, appunto perché, agli articoli 22 e seguenti, sancirà espressamente, a fronte della presenza di “un interesse giuridicamente rilevante” della parte istante, la facoltà di accesso, pagando i diritti di copia e salvo rare ipotesi di “differimento” (vedi procedure concorsuali su appalti pubblici in alcuni casi) o di esclusione
 (ad esempio esigenze di riservatezza per motivi attinenti la sicurezza o difesa nazionale,politica valutaria e monetaria,ordine pubblico e repressione e prevenzione criminalità, riservatezza di terzi,persone, gruppi e imprese, peraltro garantendo, anche in questi casi, per quanto possibile, la trasparenza del procedimento amministrativo, per gli interessati, cercando di contemperare le esigenze qui elencate, ad esempio con gli omissis delle parti il cui accesso potrebbe compromettere gli interessi superiori o parimenti tutelati ex art.24, con elenco tassativo).
 Tra le altre innovazioni salienti della Legge n°241 balzano all’occhio l’introduzione del principio che i procedimenti amministrativi, rispettando dei termini, debbano concludersi con provvedimenti motivati e il diritto di partecipazione al procedimento amministrativo,ex art.7, delle persone interessate dagli effetti potenziali del provvedimento finale, con onere di comunicazione da parte della pubblica amministrazione procedente, o, infine, non meno importante, l’introduzione della figura del “responsabile del procedimento”, in contrapposizione a potenziali fenomeni di “vaghezza o scaricabarile” tristemente e storicamente noti.
 Nello stesso anno viene approvata anche la riforma dei delitti contro la pubblica amministrazione con Legge n°86 del 26 Aprile e tale riforma, nella fattispecie dell’articolo 328 del Codice penale (letteralmente rubricato: rifiuto di atti d’ufficio. Omissione), formerà, in un primo momento,almeno a livello di “disquisizioni dottrinarie e di scuola”, ma qualche volta anche in giurisprudenza (vedasi ad esempio: Cassazione penale Sesta Sezione,sentenza n°11877 del 13/3/2003, rv.224861), oggetto di raffronto e raccordo col principio del cosiddetto “diritto di accesso” introdotto dalla Legge n°241/90. Il problema tecnico e la domanda ricorrente che i cittadini e gli addetti ai lavori si pongono,nell’immediatezza della riforma penale e successivamente, è la seguente: quand’è che,in caso di mancata risposta, e soprattutto di diniego esplicito o di fatto, dell’accesso agli atti, scatta il penale? Cioè quando tecnicamente si potrebbe configurare il reato appunto dell’art.328 C.P. o, in qualche caso (vedasi,ad esempio,condotte discriminanti e simili,soprattutto all’interno dello stesso caso concreto o dello stesso procedimento), addirittura la fattispecie riformata dell’art.323 C.P. (abuso d’ufficio)? Molti forse l’avranno addirittura dimenticata, ma inizialmente, intervenne proprio la circolare del Ministro per la Funzione pubblica n°58245/7464 del 4 Dicembre 1990, cioè subito dopo l’entrata in vigore di entrambe le riforme legislative (penale e amministrativa) a “raccordarle”, quasi costituendo una sorta di vademecum interpretativo e di “coronamento” del complessivo processo di riforma dell’amministrazione italiana,che di lì a poco, avrebbe contemplato gli interventi semplificatori delle varie Leggi Bassanini. Nella circolare succitata il Ministro, rendendosi conto che le abitudini delle varie amministrazioni italiane, non si sarebbero potute conformare, nell’immediatezza, a “termini stretti” come quelli di trenta giorni,che poi potevano anche arrivare a 60 (con gli altri trenta giorni dalla messa in mora scritta dell’istante) e che sarebbero potuti anche arrivare a 90 giorni complessivi, i quali,comunque avrebbero costituito sempre un termine generale(salvo termini diversi dettati da leggi specifiche,ad esempio vedasi, all’epoca, la Legge 47/85 e oggi il D.P.R. n°380/2001 in materia di permessi a costruire e provvedimenti su edilizia e urbanistica,ecc.) abbastanza stretto per chi era abituato a lavorare senza termini generali di riferimento o addirittura,in alcuni casi, con tempi “biblici”, arrivò a “suggerire” ai pubblici funzionari i motivi che avrebbero potuto giustificare il difetto di adozione dell’atto nel termine generico dei trenta giorni (termine quindi,in linea di massima, dispositivo e non tassativo o perentorio). I motivi elencati nella circolare vanno dalla particolare complessità dell’istruttoria, alla necessità di acquisire pareri amministrativi o tecnici (interni od esterni alla stessa P.A. procedente), la necessità di dover esperire accertamenti tecnici o semplici, l’elevato numero di pratiche da evadere (ad impossibilia nemo tenetur), l’elevato numero di documenti da acquisire, talora accompagnato dal fatto che essi debbano provenire dall’istante o da terzi,ecc. A tal riguardo si pensi, a titolo di esempio paradigmatico, al caso della richiesta di documentazione specifica da parte dell’Ufficio edilizia ed urbanistica di un Comune al soggetto che abbia richiesto un permesso a costruire ( è il comma 5 dell’art.20 del D.P.R. n°380/2001 che, però, parla espressamente di “interruzione per una sola volta”, onde evitare prassi vessatorie o defatigatorie), di determinata e specifica documentazione necessaria per il rilascio del permesso. E dovendo,in ogni caso, tenere sempre in debito conto che proprio il secondo comma dell’art.1 della Legge n°241/90 espressamente stabilisce che: “La pubblica amministrazione non può aggravare il procedimento,se non per straordinarie e motivate esigenze imposte dallo svolgimento dell’istruttoria.”. Il termine di durata del procedimento amministrativo tecnicamente decorre, ai sensi dell’art.2 della Legge 241, dall’inizio d’ufficio (su iniziativa della stessa P.A.) del procedimento ovvero dal ricevimento della domanda dell’interessato,se il procedimento amministrativo inizia ad istanza di parte. Tutta la normativa,dottrina e giurisprudenza penale in materia, per rispondere all’interrogativo principale che ponevamo prima, individua come determinante,ai fini dell’accertamento delle responsabilità (anche amministrative e civili che possono conseguire dall’agire o meglio dalle omissioni della P.A.), il momento, cioè l’atto di messa in mora dell’amministrazione. Che può essere un atto interno (ad esempio un intervento gerarchico o richiesta specifica) alla stessa P.A. ovvero, più comunemente nella prassi, un atto proveniente dal privato istante, o comunque interessato ex art.7 L.n°241/90, che tecnicamente chiede in modo esplicito alla P.A. medesima di provvedere o di motivare sulla mancata adozione del provvedimento (vedasi ad esempio un’istanza di un vicino che chiede alla P.A. comunale e regionale perché non si sia ancora provveduto alla demolizione o all’acquisizione al patrimonio comunale del manufatto abusivo costruito dal confinante in spregio alle normative sulle distanze legali dal confine). Dalla messa in mora,tecnicamente, decorrerebbero ulteriori trenta giorni, salvo interruzioni o altre eccezioni, per provvedere, ma, successivamente, persistendo il rifiuto o l’omissione,specialmente di atti dovuti per legge, si potrebbe, ipoteticamente, configurare anche la rilevanza penale della persistenza omissiva. Questa sarebbe la linea di confine che deriverebbe, anche ad opinione di chi scrive, dal contenuto dell’art.2 della Legge n°241/1990 e dal secondo comma dell’art.328 C.P., che parla espressamente di “trenta giorni dalla richiesta di chi vi abbia interesse”. In particolare l’art.328 C.P.,nella sua attuale formulazione, prevederebbe due distinte fattispecie, di cui la prima è punita anche più gravemente, vale a dire il rifiuto di atti d’ufficio, cioè tecnicamente il diniego espresso o comunque l’omissione di atti dovuti dal pubblico ufficiale o dall’incaricato di un pubblico servizio (ad esempio un gestore concessionario di servizi pubblici essenziali come la fornitura d’acqua,energia elettrica,ecc.) che indebitamente (in sintesi ingiustificatamente) rifiuta un atto del suo ufficio (cioè di sua competenza) e l’elemento oggettivo del reato prevede che si debba trattare di atti dovuti per ragioni di giustizia, o di sicurezza pubblica, di ordine pubblico o di igiene e sanità (ad esempio,a parere di chi scrive, lasciare sfornite intere zone di allacci alla rete idrico-fognaria con pericoli per l’igiene e la salute, specie quando l’allaccio sia tecnicamente praticabile e ci siano le richieste). L’elenco delle ragioni e delle relative materie è tassativo, tutte le altre fattispecie penalmente rilevanti potranno essere ricomprese nel secondo comma dell’art.328 C.P., punito meno gravemente, talvolta definito in gergo “omissione o ritardo di atti”, per distinguerlo dall’ipotesi del cosiddetto rifiuto espresso. Anche se tecnicamente financo, per il primo comma, sia pure per le materie tassative elencate, sembra che non sia sempre necessario il rifiuto esplicito per integrare gli estremi della fattispecie (per rifiuto esplicito si intende, ad esempio, il rifiuto dell’agente o dell’Ufficiale di P.S. di prestare assistenza, ad esempio,al Questore, mentre coordina operazioni di ordine pubblico o un atto scritto con cui, ad esempio,in materia di igiene e sanità, il Sindaco di un Comune,come Ufficiale sanitario, o un dirigente di una A.S.L., o un dirigente sanitario di un nosocomio rifiutino espressamente di conformarsi ad una richiesta di atti dovuti a tutela della salute pubblica). In ogni caso il secondo comma dell’art.328 C.P. ha una formulazione più ampia e recita: “Fuori dei casi previsti dal primo comma, il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio,che entro trenta giorni dalla richiesta di chi vi abbia interesse non compie l’atto del suo ufficio” (senza limiti di materia dunque) “ e non risponde per esporre le ragioni del ritardo, è punito con la reclusione fino ad un anno e con la multa…Tale richiesta” (la cosiddetta messa in mora) “deve essere redatta in forma scritta ed il termine di trenta giorni decorre dalla ricezione della richiesta stessa.”. Ecco spiegato quindi,tecnicamente, perché,qualche volta,si incontrino anche varie “resistenze” a ricevere  e protocollare le istanze o atti scritti o a rilasciare il timbro del depositato o del protocollo sulla copia dell’istante! In ogni caso, a mali estremi, esistono sempre le raccomandate e le assicurate convenzionali con ricevuta di ritorno (menzionando il numero della pratica nella ricevuta di ritorno),per “dribblare” le eventuali resistenze, o chiamare il dirigente dell’ufficio o altro, se le resistenze alla ricezione dell’atto siano ingiustificate (si tenga presente che domandare e protocollare, in linea di principio, è sempre lecito e che rispondere è cortesìa,dice il proverbio). Sottolineiamo altresì che il tentativo (art.56 C.P.) nei reati omissivi è, tradizionalmente, difficilmente configurabile,almeno secondo gli orientamenti prevalenti, anche se,in linea di principio,qualche cambiamento si comincia ad avvertire anche sotto questo profilo. Più precisamente proprio la citata sentenza n°11877 del 13/3/2003 della Sezione Sesta della Cassazione penale ci spiega che: “L’art.328 C.P. disciplina due distinte ipotesi di reato: nella prima il delitto si perfeziona con la semplice omissione del provvedimento di cui si sollecita la tempestiva adozione,incidente su beni di valore primario (giustizia,sicurezza pubblica, ordine pubblico,igiene e sanità), nella seconda,invece, ai fini della consumazione,” (si ricordi sempre la distinzione tra reato tentato e reato consumato) “è necessario il concorso di due condotte omissive, la mancata adozione dell’atto entro trenta giorni dalla richiesta scritta della parte interessata e la mancata risposta sulle ragioni del ritardo.”. Si potrebbe discutere se la risposta motivata sulle ragioni del ritardo debba necessariamente essere altrettanto scritta, come,per lo più, il provvedimento espresso che conclude, il procedimento amministrativo, ex art.2 L.241/90. Probationis causa, noi riteniamo di sì. Cioè, per poter addurre a giustificazione, ad esempio, in sede penale o amministrativa (ricorso giurisdizionale al T.A.R.), una risposta motivata sul ritardo dell’adozione dell’atto, essendo onere di chi afferma di aver risposto per motivare il ritardo, provare l’esistenza della risposta (onus probandi incumbit ei qui dicit, non ei qui negat), sarà nel suo interesse, e della P.A. per cui opera, curarne anche la forma scritta e le comunicazioni ex art.7 L.n°241/90. Lo stesso accade,per esempio, in diritto civile, per i contratti di transazione (artt.1965 e seguenti del Codice Civile), la cui forma scritta è prescritta ad probationem, piuttosto che ad substantiam. Tuttavìa, dopo tutta questa “dotta disquisizione”, intendiamo,come al solito, dare un taglio pratico alla presente trattazione, fornendo l’apporto dell’esperienza di chi, da anni, vive direttamente nella “prima linea” della “trincea giudiziaria” ed è abituato anche a fronteggiare le consuete “richieste di archiviazione”, di cui parlavamo in altri interventi precedenti e i vari dinieghi e inerzie delle amministrazioni . Quanti dinieghi di accesso ad atti e documenti amministrativi finiscono oggi effettivamente in dibattimento penale? Quanto il Magistero penale garantisce oggi effettivamente la “trasparenza” dell’agire della pubblica amministrazione? Una domanda più che lecita, a poco più di ventanni dalla riforma congiunta dei reati contro la P.A. e dell’entrata in vigore della Legge 241/90 e dalla storica vicenda di “Tangentopoli”, che portò alla luce i problemi della corruzione nella politica e nella pubblica amministrazione in questo paese e, talora, l’agìre distorto o, per vie poco limpide, di quest’ultima,specie nel settore degli appalti e dei concorsi pubblici (si veda oggi,ancora,ad esempio, la questione,balzata ai clamori delle cronache, del concorso per Notai!). La risposta a questi interrogativi si articola su due punti e riguarda,come al solito, il processo evolutivo storico che la riforma congiunta ha subìto, alla luce dell’impatto con la pratica delle aule di giustizia e del costume giudiziario in Italia (il ruolo della “coutome” prevalente addirittura sulla legge positiva su cui insistevano, filosoficamente, sia Montesquieu che Tocqueville, quest’ultimo suo erede ed allievo, sotto questo versante di pensiero,come sotto molti altri profili). In primis una qualche forma di “sbarramento” al diritto di accesso la potremmo riscontrare, talora, nel principio della “regolamentazione” dello stesso attraverso atti normativi (regolamenti appunto) varati dalle singole amministrazioni,come prevede lo stesso art.24,comma 4, L.241/90. Anche gli atti normativi di questo tipo sono impugnabili avanti al Giudice amministrativo e alle autorità amministrative di vario livello, ma l’esperienza ci insegna che, per il singolo cittadino, riuscire ad ottenere l’annullamento di un atto regolamentare è un’impresa molto più ardua (essendo atti generali e dovendo dimostrare la lesione diretta di interessi propri o simili), rispetto a quella di ottenere l’annullamento di un atto amministrativo che,in concreto, può, invece, incidere sicuramente, in modo più diretto e immediato, nella sua sfera soggettiva. In secondo luogo, già subìto dopo l’entrata in vigore delle Leggi 86 e 241 del 1990, la cui entrata in vigore congiunta sembrava lasciar ben sperare circa una maggiore tutela e controllo del Magistero penale sull’attività della pubblica amministrazione e proprio principalmente con la nuova formula del secondo comma dell’art.328 C.P., che sembrava dotare il cittadino di un nuovo temibile strumento di garanzìa dei suoi diritti e interessi soggettivi,attraverso la “messa in mora”, si cominciarono a diffondere le “dotte disquisizioni” amministrativistiche sul ricorso al T.A.R. come strumento alternativo, e sicuramente più funzionale, per tutelare il privato da eventuali dinieghi,anche reiterati, del cosiddetto “diritto di accesso agli atti”, sancito dagli artt.22 e seguenti della Legge 241/90. La mentalità benpensante,conformista e tradizionalmente poco incline al contrasto (soprattutto con i poteri forti,come,di fatto sono quelli amministrativi) e, storicamente, alle “Rivoluzioni”, di quella figura dell’immaginario collettivo, paragonabile all’assioma giuridico del “constans homo”, che è il cosiddetto “italiano medio”, fu quindi subìto indirizzata e, in qualche modo, spesso consigliata verso strade più pacifiche e meno dirette, anche perché ancora oggi quello dell’ “inefficienza della Pubblica Amministrazione” appare come  un nodo irrisolto, di cui nemmeno il Ministro Brunetta sembra esser riuscito a venire a capo, nonostante tutta la sua buona volontà! Insomma, giudicando la questione da un punto di vista eminentemente pratico, viene spontaneo rispondere, talvolta, con Dante Alighieri: “Le leggi son, ma chi pon mano ad esse” e, spesso si è costretti ad indirizzare i clienti verso soluzioni più costose, come la giurisdizione amministrativa, considerando il termine decadenziale stretto per ricorrere al T.A.R., che poi, talvolta, diviene, di fatto, l’unica possibilità di accesso effettiva ai documenti (se il cliente ha veramente interesse,pensiamo agli atti di un concorso pubblico per un posto di lavoro, si arriva anche a consigliare sia la via amministrativa che quella penale), se eventuali denunce penali dovessero essere archiviate (ed è tutt’altro che infrequente). Infine si consideri che il 328 del Codice penale,è un reato perseguibile d’ufficio, per cui non vige lo stretto termine dei novanta giorni per presentare querela, ma il più lungo termine prescrizionale del reato stesso, ai fini della denuncia. Tuttavìa, tutto questo nostro excursus comparativo, tra diritto penale e amministrativo, ha finito col portarci molto più lontano di quanto si potrebbe credere, perché l’analisi storica finisce per consentirci l’approdo agli stessi interrogativi cui, da sempre, si dibatte l’analisi ermeneutica e dogmatica (la dottrina). Vale a dire: il “diritto di accesso agli atti amministrativi” previsto dagli artt.22 e seguenti della Legge n°241/90 può ancora (storicamente), e in che misura ce lo dice la pratica forense penale, o può, sempre e comunque, definirsi, in ogni caso, un diritto soggettivo, vero e proprio, tutelato, sempre e comunque, sistematicamente dalla norma incriminatrice dell’art.328 del Codice penale, o non è piuttosto corretto definirlo, al di là della littera legis, dopo ventanni circa dall’entrata in vigore della normativa sulla “trasparenza”, come un semplice interesse legittimo tutelabile prevalentemente, almeno in buona parte dei casi, in sede amministrativa?  E quindi da un rango di “sudditanza” nei confronti della Pubblica Amministrazione, in che misura, dopo ventanni dalla riforma, siamo riusciti a diventare cittadini europei a tutti gli effetti, cioè,suggestivamente,a fare il salto di qualità da sudditi a Cittadini, cui ambìva la Rivoluzione Francese?
Das Jahr 1990 war ein entscheidendes Jahr aus der Sicht der Gesetzesreformen und der Prozess der Angleichung an die Normen und Vorschriften in Italien zu den europäischen Administrative Vorlagen. Das war das Jahr der Verabschiedung und dem Inkrafttreten des Gesetzes Nr. 241 Notiz vom 7. August wörtlich: "Neue Regeln über das Verwaltungsverfahren und das Recht auf Zugang zu amtlichen Dokumenten," die auf ging zu werden, in der Sprache der Beschäftigten das Werk, "Das Grundgesetz über das Verwaltungsverfahren" oder noch einfacher, an der beliebten Ebene ", das Gesetz über die Transparenz", gerade weil in den Artikeln 22 und folgende, ausdrücklich Sanktion, in Reaktion auf das Vorhandensein eines "rechtlichen Interesses" der Antragsteller das Recht auf Zugang, die Zahlung für die Rechte zu kopieren und mit Ausnahme seltener Fälle von "Stundung" (siehe Verfahren der öffentlichen Auftragsvergabe in einigen Fällen) oder Ausschluss

 (ZB Vertraulichkeit Anforderungen aus Gründen der Sicherheit oder der Landesverteidigung, Währungs-und Geldpolitik, die öffentliche Ordnung und Kriminalitätsbekämpfung und Prävention, die Vertraulichkeit der dritten Personen, Gruppen und Unternehmen, die Gewährleistung darüber hinaus auch in diesen Fällen, so weit wie möglich, die Transparenz der Verwaltungsverfahren, für die Interessenten, zu versuchen, die Bedürfnisse hier gelisteten auszugleichen, zum Beispiel mit dem Weglassen der Teile zu denen der Zugang, die Interessen von mehr als oder gleich nach Artikel 24 geschützt erschöpfende Liste) zu beeinträchtigen.

 Neben anderen Innovationen Highlights des Gesetzes Nr. 241 ins Auge, die Einführung des Grundsatzes, dass die Verwaltungsverfahren, unter Beachtung der Bedingungen, mit Maßnahmen gewährleistet und das Recht auf Beteiligung an Verwaltungsverfahren müssen ausgefüllt werden, nach § 7, der betroffenen Personen aus den potenziellen Effekten der letzten, mit Belastung der Kommunikation seitens der öffentlichen Verwaltung fortfahren, oder endlich, but not least, die Einführung der "Kopf des Verfahrens", wie auf die möglichen Auswirkungen der "Unbestimmtheit oder buck" leider im Gegensatz und historisch bekannt.

 Im selben Jahr wurde auch genehmigt die Reform der Verbrechen gegen die öffentliche Verwaltung durch das Gesetz Nr. 86 vom 26. April und dieser Reform, in diesem Fall Artikel 328 des Strafgesetzbuches (wörtlich berechtigt:. Verweigerung der Amtshandlungen Unterlassung), wird es bilden auf den ersten, zumindest auf der Ebene der "dogmatischen Abhandlungen und Schule", manchmal aber auch in Recht (siehe zum Beispiel: Criminal Cassation Sechsten Kammer, Fall Nr. 11877 von 13/3/2003, rv.224861) Gegenstand des Vergleichs und der Verbindung mit dem Prinzip der sogenannten "Recht auf Zugang" durch das Gesetz Nr. 241/90 eingeführt. Das technische Problem ist die immer wiederkehrende Frage, dass die Öffentlichkeit und die Experten fragen, in der Unmittelbarkeit der Strafrechtsreform und danach ist wie folgt: wenn nicht, im Falle der keine Antwort, und vor allem die Ablehnung ausdrücken oder de facto , Zugriff auf die Datei, klicken Sie auf die Verbrecher? Das ist, wenn Sie technisch einrichten könnten die Straftat nur Kunst .328 CP oder, in einigen Fällen (siehe zum Beispiel Diskriminanzanalyse und dergleichen durchgeführt, insbesondere im gleichen Fall oder den gleichen Verfahren), auch der Fall des Artikels reformierten .323 CP (Amtsmissbrauch)? Viele werden vielleicht sogar vergessen haben, aber zunächst eingegriffen genau das Rundschreiben des Ministers für den öffentlichen Dienst Nr. 58245/7464 vom 4. Dezember 1990, also unmittelbar nach dem Inkrafttreten der beiden Gesetzesreformen (Straf-und Verwaltungsrecht) an "verbinden sie", fast in einer Art Handbuch für Interpretation und "Krönung" der gesamten Reformprozess der italienischen Regierung, die bald nach, betrachtete er Interventionen verschiedener simpel Bassanini Laws. In der oben erwähnten kreisförmigen Minister, zu realisieren, dass die Gewohnheiten der verschiedenen Verwaltungen Italienisch, hätte nicht entsprechen, Unmittelbarkeit, zu "Termindruck", wie diejenigen von dreißig Tagen, die dann auch bis 60 bekommen könnte (mit den anderen 30 Tage haben durch formelle schriftliche Mitteilung des Augenblicks) und hätte sogar bis zu 90 Tage in Total, das würde jedoch einen allgemeineren Begriff bilden (es sei denn, unterschiedliche Begriffe diktiert durch spezifische Gesetze, wie zu sehen, zu dieser Zeit, das Gesetz 47 / 85 und heute ist die DPR Nr. 380/2001 über Baugenehmigungen und Maßnahmen der Wohnungs-und Städtebau, etc.). eng genug für diejenigen, die arbeiten, ohne allgemeinen Verweis oder sogar in einigen Fällen verwendet wurden, mit der Zeit " Biblische ", kam zu" schlagen ", um Beamte die Gründe, dass das Fehlen der Annahme der Oberbegriff von dreißig Tagen rechtfertigen könnten (der Begriff dann im Prinzip Gerät und keinen Anspruch auf Vollständigkeit oder obligatorisch). Die Gründe in der kreisförmigen Bereich von der besonderen Komplexität der Untersuchung, die Notwendigkeit des Erwerbs von Meinungen administrative oder technische gelistet (intern oder extern zu demselben Verfahren PA), die Notwendigkeit, technische Untersuchungen oder einfach, die hohe Zahl von Praktiken zur Umgehung bringen ( zu impossibilia nemo tenetur), die große Zahl der zu scannenden Dokumente, die manchmal durch die Tatsache, dass sie ab dem Zeitpunkt oder durch Dritte usw. stammen begleitet. In dieser Hinsicht sind wir der Meinung, als Musterbeispiel, im Fall des Antrags auf Unterlagen durch das Amt für Bau und Stadtentwicklung von einer Gemeinde auf die Person, die für eine Baugenehmigung beantragt hat (der Artikel 20 Absatz 5 des DPR Nr. 380/2001, die jedoch ausdrücklich spricht von "Unterbrechung für einen one-time", um ärgerliche oder unangemessen in der Praxis) zu vermeiden, und der bestimmte Unterlagen für die Erteilung der Genehmigung erforderlich. Und in dem Moment, in jedem Fall immer berücksichtigen, dass die sehr zweiten Absatz von Artikel 1 des Gesetzes Nr. 241/90 ausdrücklich fest, dass: "Die Regierung kann nicht verschärfen den Prozess, wenn nicht für außergewöhnliche und gerechtfertigte Gründe auferlegt durch die Durchführung der Untersuchung. ". Der Begriff der Dauer des Verwaltungsverfahrens technisch beginnt, gemäß Artikel 2 des Gesetzes 241, der Anfang Büro (auf Initiative der gleichen PA) des Prozesses oder der Eingang des Antrags, wenn das Verwaltungsverfahren beginnt auf Antrag einer Partei. Alle Rechtsvorschriften, Lehre und Rechtsprechung in Strafsachen, eine Antwort auf die wichtigste Frage, die ponevamo vor, nennt als entscheidend für die Zwecke der Zuständigkeiten (einschließlich verwaltungs-und zivilrechtlichen das kann vom Handeln oder Unterlassen von dem Besten aus PA erreicht werden) der Moment ist, dass das Gesetz der formalen Ankündigung der Verwaltung. Das kann eine interne handeln (z. B. einer hierarchischen Eingriff oder spezifische Anforderung) an der gleichen PA oder, häufiger in der Praxis eine private Handlung des Augenblicks, oder nach § 7 Ln ° 241/90, die technisch fragt explizit auf die PA betroffen das gleiche bieten oder zu motivieren, das Scheitern, die Maßnahme zu erlassen (siehe zum Beispiel eine Instanz von einem Nachbarn, der auf dem PA Kommunale und Regionale warum wir noch nicht so auf den Abriss oder den Erwerb des Gebäudes an das städtische Erbe missbräuchlich aus den Nachbarländern gebaut getan ruft Missachtung der Vorschriften über den gesetzlichen Abstand von der Grenze). Aus dem Aufforderungsschreiben, technisch, decorrerebbero weitere 30 Tage, sofern nicht für Unterbrechungen oder andere Ausnahmen zu geben, aber dann anhaltende Weigerung oder Unterlassung, insbesondere Handlungen gesetzlich geschuldet, könnten Sie, hypothetisch, auch so konfigurieren, die strafrechtliche das Fortbestehen des Weglassens. Dies würde die Linie, die sich ergeben, würde auch in der Meinung des Verfassers, den Inhalt von Artikel 2 des Gesetzes Nr. 241/1990 und Absatz .328 CP, der sich ausdrücklich auf "dreißig Tagen nach der Anfrage sein eines Beteiligten. " Insbesondere Artikel .328 CP, in seiner jetzigen Form, sind zwei verschiedene Fall von denen das erste noch stärker bestraft wird, nämlich die Ablehnung der Amtshandlungen zu schaffen, ist das technisch eine Ablehnung oder anders ausgedrückt die Unterlassung aufgrund von Handlungen von Beamten oder von einem öffentlichen Dienst (wie ein Dealer Manager von wesentlichen öffentlichen Dienstleistungen wie Wasser, Strom, etc..), dass zu Unrecht (zusammenfassend ungerechtfertigt) lehnt einen Akt seines Amtes (dh innerhalb ihrer Zuständigkeit) und die objektive Element der Straftat voraus, dass es sollte nur Handlungen aus Gründen der Gerechtigkeit oder der öffentlichen Sicherheit, der öffentlichen Ordnung oder der Gesundheit und Hygiene (z. B. in der Meinung des Schriftstellers, zu verlassen unvollständig in Bezug auf ganze Bereiche der Wasser-Kanal-Verbindungen zum Netzwerk mit Gefahr für die Gesundheit und Hygiene, vor allem, wenn die Verbindung technisch machbar ist, und es gibt keine Anfragen). Die Liste der Gründe und verwandte Themen obligatorisch ist, können alle anderen strafrechtlichen Fällen im zweiten Absatz des Artikels .328 CP, weniger schwer bestraft, manchmal auch in der Umgangssprache "Akte der Unterlassung oder Verzögerung" bezeichnet aufgenommen werden, um sie von zu unterscheiden 'Hypothese der sogenannten ausdrückliche Ablehnung. Obwohl technisch Financo, für den ersten Absatz, wenn auch nur für die Angelegenheiten aufgeführt verpflichtend, so scheint es, dass es nicht immer notwendig, die explizite Weigerung, die Details des Falles zu integrieren (für explizite Ablehnung bedeutet zum Beispiel, die Weigerung des Agenten oder 'PS Offizier zu unterstützen, zum Beispiel die Quästor, während die Koordinierung der Interventionen der öffentlichen Ordnung oder eine Urkunde, mit denen zum Beispiel, Hygiene und Gesundheit, der Bürgermeister einer Gemeinde, wie Gesundheit Offizier oder Direktor von ASL, oder ein Direktor eines Krankenhauses Gesundheit ausdrücklich ablehnt, mit einer Anforderung von Unterlagen im Zusammenhang mit dem Schutz der öffentlichen Gesundheit) entsprechen. In jedem Fall ist der zweite Absatz des Artikels .328 Č.p. hat eine breitere Wortlaut zu lesen: "Abgesehen von den Fällen, die in dem ersten Unterabsatz, hat der Beamte oder Mitarbeiter des öffentlichen Dienstes, innerhalb von dreißig Tagen nach dem Antrag eines Beteiligten nicht durchführen die Handlung seines Amtes" ( ohne Grenzen der Materie, also) "und reagiert nicht auf die Gründe für die Verzögerung aussetzen, wird mit Freiheitsstrafe bis zu einem Jahr und einer Geldstrafe bestraft werden ... Diese Anfrage" (die sogenannte Aufforderungsschreiben) "muss schriftlich erfolgen und dreißig-Tage-Frist beginnt mit dem Eingang des Antrags. ". Dies erklärt, so technisch, denn manchmal treffen wir auch verschiedene "Widerstand" zu empfangen und aufzuzeichnen Instanzen oder Handlungen oder jede schriftliche machen oder abgelagert den Stempel des Protokolls über die Kopie der Augenblick! In jedem Fall, in verzweifelten Zeiten, ist es immer empfehlenswert, konventionelle und versichert mit Rückschein (unter Angabe der Nummer der Praxis im Lieferumfang enthalten), für "dribbeln" möglichen Widerstand, oder rufen Sie die Büroleiterin oder anderen wenn der Widerstand des Eingangs der Befreiung nicht gerechtfertigt ist (im Kopf behalten, dass Fragen und Protokoll im Prinzip ist es immer rechtmäßig und diese Antwort ist Höflichkeit, das Sprichwort sagt). Wir betonen auch, dass der Versuch (Art. 56 CP) in die Straftaten der Unterlassung ist traditionell kaum sein, zumindest nach den vorherrschenden Trends, obwohl im Prinzip jede Änderung Gefühl starten Sie auch in dieser Hinsicht. Genauer gesagt das Urteil Nr. 11877 von 13/3/2003 der Sechsten Abschnitt des Strafgesetzbuches Cassation erklärt, dass: "Die Kunst .328 CP regelt zwei verschiedene Delikte: Mord in der ersten tritt mit dem einfachen Unterlassung der Maßnahme, für die rechtzeitige Annahme des einfallenden primären Warenwert (Justiz, der öffentlichen Sicherheit, der öffentlichen Ordnung, Hygiene und Gesundheit) nennt, in der zweiten, jedoch für die Zwecke des Konsums, "(immer daran denken, die Unterscheidung zwischen Verbrechen und versuchten Verbrechen verbraucht)" erfordern eine Kombination von zwei Untätigkeit, Versagen des Gesetzes innerhalb von dreißig Tagen ab dem schriftlichen Antrag der betreffenden Partei und der Mangel an Reaktion über die Gründe für die Verzögerung. ". Man könnte darüber streiten, ob die mit Gründen versehene Antwort auf die Gründe für die Verzögerung notwendigerweise gleich geschrieben werden wie in den meisten Fällen die ausdrückliche Bestimmung, die die administrativen Verfahren schließt, der ehemalige Artikel 2 L.241/90. Probationis Ursache, denken wir so. Das heißt, in der Lage sein zu zitieren, um zu rechtfertigen, zum Beispiel in einem Straf-oder Verwaltungsverfahren (gerichtliche Überprüfung der TAR), eine mit Gründen versehene Antwort auf die Verzögerung der Annahme, dass Belastung derer, die antworteten, um die Verzögerung zu motivieren sind, dadurch gekennzeichnet, versuchen die Existenz der Antwort (Beweislast Probanden incumbit Dicit und hier, und hier nicht negiert), wird es in seinem Interesse sein, und PA zu denen sie tätig ist, hielt auch das Schreiben und Mitteilungen gemäß § 7 Ln 241/90. Das gleiche gilt zum Beispiel im Bereich des Zivilrechts, wird die Transaktion Vereinbarungen (artt.1965 ff. des Bürgerlichen Gesetzbuchs), dessen schriftlicher Form zu probationem verschrieben, anstatt Formvorschriften. Doch nach all dem "gelernt Abhandlung," verstehen wir, wie üblich, um eine praktische gegenwärtige Diskussion geben, wodurch der Beitrag der Erfahrung derer, die für die Jahre, wohnt direkt in der "Front" der "Graben Justiz" und wird auch verwendet, um mit den üblichen Umgang "Storage-Anforderungen", sprachen wir über in anderen früheren Projekten und die verschiedenen Dementis und Unterlassungen der Regierung. Wie viele Dementis der Zugang zu Aufzeichnungen und amtlichen Dokumenten heute tatsächlich am Ende im Strafverfahren? Da die kriminellen Lehramt Optionsscheine heute tatsächlich die "Transparenz" der Aktion der öffentlichen Verwaltung? Eine Frage, die meisten rechtmäßig, ein wenig mehr als zwanzig Jahren durch die gemeinsame Reform der Verbrechen gegen die PA und das Inkrafttreten des Gesetzes 241/90 und der historischen Geschichte von "Tangentopoli", die um die Probleme der Korruption in der Politik und der öffentlichen Verwaltung leuchtet in diesem Land, und manchmal brachte, die Handlung oder verzerrt, nur im Inland klar, die letztere, vor allem im Bereich der Beschaffung und öffentliche Wettbewerbe (siehe heute wieder, zum Beispiel die Frage, sprang auf die Schreie der Chronik, die Konkurrenz für Notare!). Die Antwort auf diese Fragen hat zwei Punkte und Anliegen, wie üblich, die evolutionären Prozess, dass die historischen gemeinsamen Reform gelitten hat, im Lichte der Auswirkungen mit der Praxis der Gerichte und Justizbehörden Kostüm in Italien (die Rolle der "coutome" verbreitet sogar auf dem positiven Recht, auf denen sie bestand, philosophisch, ist, dass Montesquieu Tocqueville, letztere als seinen Erben und Schüler, von dieser Seite des Denkens, wie in vielen anderen Bereichen). Erste irgendeine Form von "Barriere", um das Recht auf Zugang stoßen wir manchmal, vielleicht in dem Prinzip der "Regulierung" des gleichen durch Gesetze (Verordnungen in der Tat) sind von den einzelnen Regierungen, nach dem gleichen Artikel 24 Absatz 4 festgelegt, L.241/90. Auch die Gesetzgebung dieser Art können vor dem Verwaltungsgericht Richter und den Verwaltungsbehörden auf verschiedenen Ebenen in Frage gestellt werden, aber die Erfahrung lehrt uns, dass für den einzelnen Bürger, in der Lage, um die Aufhebung eines Rechtsakts erhalten eine viel ist schwer (wobei allgemeine Handlungen und mit direkter Verletzung ihrer Interessen oder ähnliches beweisen), der von der Aufhebung eines Verwaltungsakts, dass es in der Praxis jedoch kann sicherlich Auswirkungen, in einem direkten und unmittelbaren Vergleich in Seine Sphäre subjektiv. Zweitens, bereits nach dem Inkrafttreten der Apostelgeschichte 86 und 241 von 1990, die in Kraft getreten gemeinsamen erlitten schien etwas Hoffnung für mehr Schutz und Kontrolle des Lehramtes kriminellen Aktivitäten der öffentlichen Verwaltung und ihre hauptsächlich mit dem verlassen neue Formel des zweiten Absatzes von Artikel .328 CP, die, um dem Bürger eine gewaltige neue Tool Ihrer Rechte und subjektiven Interessen, durch die "Aufforderungsschreiben" schien, begannen sie, die "gelernte Abhandlungen" auf amministrativistiche verbreiten Appell an die TAR als Alternative, und sicherlich mehr funktional, um den Privatsektor von einer Weigerung, auch wiederholt, das sogenannte "Recht auf Zugang zu Dokumenten", in Artikel 22 verankert und folgende des Gesetzes 241/90 zu schützen. Die Mentalität herkömmlichen, konformistischen und traditionell abgeneigt, um den Kontrast (vor allem mit den Kräften, die sein mögen, in der Tat, sind die Verwaltung) und, historisch gesehen, die "Revolution" von dieser Figur des kollektiven Vorstellung, vergleichbar mit dem Axiom der legal " constans homo ", das ist die so genannte" mittlere Italienisch "wurde dann erlitt angesprochen und, in gewisser Weise, oft Straßen friedlichere und weniger direkt empfohlen, da noch, dass der" "Ineffizienz der öffentlichen Verwaltung" erscheint als Knoten ungelöst, von denen nicht einmal die Minister Brunetta scheint gelungen, auf der Oberseite erhalten haben, trotz all seiner guten Willens! Kurz gesagt, die Beurteilung der Frage von eminent praktischer Sicht ist es natürlich, zu reagieren, manchmal mit Dante Alighieri: "Die Gesetze existieren, aber wer legt Hand, um sie", und oft sind wir gezwungen, Ihre Kunden zu teureren Lösungen zu lenken, wie die Verwaltungsgerichtsbarkeit, in Anbetracht der Laufzeit decadenziale eng an die TAR greifen, dann, manchmal, wird es in der Tat, der einzige Weg, um die tatsächlichen Dokumente zugreifen (wenn der Kunde hat ein echtes Interesse, dass wir die Handlungen eines öffentlichen Wettbewerbs für ein Job, erhalten Sie auch darauf hinweisen, dass dies der Weg verwaltungsrechtlichen Sanktion ist), wenn keine Strafanzeige eingereicht sollte (und es ist nicht ungewöhnlich) werden. Schließlich betrachten wir, dass 328 des Strafgesetzbuches, es eine Straftat von Amts wegen, für die nicht den schmalen Ende der 90 Tage, um Klage einzureichen, strafrechtlich verfolgt wird, aber die längere Verjährungsfrist der Straftat selbst, für die Zwecke der Beschwerde. Allerdings endete das alles unsere vergleichenden Überblick, einschließlich Straf-und Verwaltungsrecht, bis uns viel weiter, als Sie vielleicht denken, weil die historische Analyse endet, um die Landung zu den gleichen Fragen, die, wie immer, zu kämpfen l 'ist erlaubt Analysen und dogmatische Hermeneutik (die Lehre). Das heißt, das "Recht auf Zugang zu amtlichen Dokumenten" in Artikel 22 vorgesehen und im Anschluss des Gesetzes Nr. 241/90 kann noch (historisch), und erzählt uns, inwieweit die das Strafrecht der Praxis oder kann, und immer jedoch definiert, in jedem Fall ein subjektives Recht, richtige, protected, und immer, systematisch von der angefochtenen Bestimmung des Artikels .328 des Strafgesetzbuches, oder ist es richtig zu definieren, jenseits der littera Rechtsvorschriften, nach über zwanzig Jahre nach dem Inkrafttreten der Rechtsvorschriften über die "Transparenz" als legitime schutzfähig Interesse hauptsächlich einfache, zumindest in den meisten Fällen, der Verwaltungssitz? Und dann ein Rang von "Unterwerfung" der öffentlichen Verwaltung, um das Ausmaß, die zwanzig Jahre nach der Reform ist es uns gelungen, die europäischen Bürger in jeder Hinsicht, das heißt, suggestiv, werden den Sprung von Themen für die Bürger zu machen, er verlangte nach dem Französisch Revolution?

Nessun commento:

Posta un commento

KANZLERIN